Prologo

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Spari.
Urla.
Grida.
Pianti.
Lacrime.
Gente che corre, che scappa dal terrore.
Gente che spara, che uccide.
Gente che muore, che cade sotto al peso di un mondo senza pietà.
Gente che piange, che versa lacrime trasparenti che si vanno a mischiare con il rosso del sangue versato da altri, che testimoniano la crudeltà di un mondo che non può essere definito tale.
E occhi che guardano, incapaci di agire, di fare qualcosa.
Occhi come i miei. Immobili alla vista della distruzione.
Orecchi tappati, che cercano di non sentire le urla della gente che chiede aiuto, aiuto che non gli verrà mai dato.

Poi un botto.
Forte, talmente forte che neanche le orecchie tappate riescono ad attutirne il rumore.
Un'esplosione.

Poi il silenzio, uno di quelli brutti, assordanti.

Poi all'improvviso tutto incomincia a girare e diventa nero.
Non sento neanche il dolore per lo scontro improvviso con il terreno.

Milano è morta.
E forse lo sono anche io.

Undercover//Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora