3.Him and I

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*FLASH BACK*

Lui era quel tipo di ragazzo che si sedeva sempre all'ultimo banco.
non so se era perché non sapeva la risposta o per paura di sbagliare, ma non alzava mai la mano.
Non sorrideva spesso, ma quando lo faceva si illuminava di una luce che forse solo io sono riuscivo a vedere.
Era quel tipo che la mattina non si pettinava e si limitava a mettersi uno dei suoi tanti cappelli.
quello che all'apparenza di tutti sembrava un tossico o un emo: vestiva sempre scuro e camminava a testa bassa con i capelli sempre davanti agli occhi, non aveva molti amici e passava la maggior parte del tempo ascoltando musica da solo.
Ecco forse questo avevamo in comune.
La musica.
Io amavo stare in compagnia, ma quando nessuno mi vedeva mi rifugiavo da qualche parte e ascoltavo la mia musica, passando un po di tempo con me stessa.

Io e mirko ci conoscevamo dall'asilo, anche se lui era 1 anno più grande di me, subito avevamo stretto una buonissima amicizia. Lui mi raccontava tutto e io anche. Eravamo 2 libri aperti, uno di fronte all'altro.

Lui mi raccontava dei suoi problemi in famiglia e che 1 volta alla settimana andava da uno psicologo, ma non gli diceva la verità. Solo a me diceva tutto. Io ne ero felice, ma così piccola e ingenua non ne capivo l'importanza e non gli davo peso.

Gli anni passavano e noi non ci lasciavamo mai.

Un giorno però i suoi genitori litigarono e poco dopo divorziarono. Mirko aveva solo 8 anni ed era distrutto. Nessuno dei suoi fratelli lo aiutava. Piangeva sempre.
In quel periodo si incupí ancora di piu.
Non voleva stare ne dà suo padre ne dà sua madre, diceva che li amava entrambi per fare una scelta, così, come sempre, ci finii in mezzo io.
Si trasferì quasi completamente a casa mia. Vedeva i suoi genitori ogni 4 giorni e stava con loro tutto il pomeriggio e a volte anche la sera, ovviamente prima col padre e poi con la madre.

Io ero felicissima del fatto che i miei avessero deciso che poteva stare da noi.

Passavano gli anni e Mirko cominciava a non accettare più i suoi genitori e a disprezzarli: ogni volta che andava a trovarli tornava con le lacrime agli occhi perchè ancora una volta avevano litigato.
Io lo consolavo, ma mi faceva male vederlo sempre abbattuto. Così decisi di mia spontanea volotà di invitarlo a vivere da me, senza passare neanche una sola ora a casa dei suoi genitori e i loro fidanzati.
E fu anche facile convincere i miei, perchè avevano sempre sognato di avere un altro figlio.

Gli anni passavano e, a 13 e 14 anni, eravamo molto intimi: dormiavamo nella stessa camera, ci raccontavamo tutto, ci chiamavamo con strani nomignoli.
Ricordo che il mio era Poni. Non aveva molto significato, ma secondo lui era carinissimo perche quando venne al mio maneggio si innamorò di un pony.

Io come sempre ero indecisa. W o Q? Che erano, si fa per dire, nomi completamente a caso e non avevano alcun senso, ma il mio cervello riuscí a inventare solo quelli.
Alla fine non ho scelto nessuno dei 2, li ho fusi... era un po strano, ma LUI era strano.
WoQ

WoQ || that stupid nameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora