15.Surprise.

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Tutto previsto.
Dalla mattina seguente tutto tornó come prima.
Ma infondo mi andava bene. Non volevo che della semplice attrazione fisica ci portasse oltre l'amicizia.

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L'aereo era alle 4:00 di mattina e come sempre mi ero ritrovata all'ultimo a fare la valigia.

Questa storia dell'inghilterra era venuta fuori così in fretta che non avevo avuto ancora il tempo di realizzare.
Ma infondo è meglio così. Mi conosco e so che se penso poco sto meglio.

Emma durante tutto il viaggio mi strinse la mano così forte che, scesa dall'aereo, non la sentivo più.
Non aveva mai volato e ad ogni avvertenza del pilota faceva dei piccoli urletti e si irrigidiva ancora di più attirando l'attenzione di tutti e facendomi troppo ridere.

Un taxi ci portó alla casa. Non era molto vicina al centro, ma la preferivo così. Tutti quei rumori di città mi avrebbero fatto tornare a casa troppo rimbambita.

Era bellissima. In mezzo ai campi e antiquata.
La adoravo.

Dopo aver salutato la famiglia che ci ospitava, ci sistemmammo nelle 2 camere. Io ed Emma prendemmo quella più grande.

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Mirko era in doccia ed Emma ed Elia erano in città.
Ero in camera mia e navigavo un pó su youtube quando mi arrivó un messaggio da Michele.
Michele è il mio insegnante di aquitazione da quando avevo 9 anni ed era come un secondo babbo, ma non lo vedevo da un pó perchè da qualche anno si era trasferito qua a londra portandosi via tutti i cavalli del suo maneggio.
Io continuai equitazione con Stefania, un'altra istruttrice molto brava e simpatica, ma mai quanto Miche.
Il messaggio diceva:

"Affacciati verso la strada❤️"

Non potevo crederci era venuto a salutarmi!
Con tutta la felicità del mondo mi affacciai.
C'era lui nel prato davanti alla casa con il suo solito furgone.
Dietro peró era attaccato un trasportino.
Molto familiare.

Corsi fuori per andare ad abbracciarlo, poi mi interessai al trasportino.

"Chi hai portato Miche?! Lo conosco?"

Sorrise.

"Scoprilo"

Aveva quel sorrisetto di quando non riesci a trattenere l'entusiasmo.
Istintivamente sorrisi.
Aprii il trasportino.

Manto sauro, diamante sul muso, alte balzane e gioia negli occhi.
Il mio cavallo.

Da quando l'aveva portato via non c'era giorno in cui non ci pensassi.
Siamo cresciti insieme. L'ho visto nascere e ho iniziato a lavorarci a soli 11 anni.
Era la mia felicità. E non lo vedevo da quasi 3 anni.

Vento era di nuovo con me.

Lanciai le mie braccia al suo possente collo e le lacrime di gioia iniziarono a bagnarmi il viso.

WoQ || that stupid nameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora