Capitolo 2.

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Sono ancora scossa per ciò che mi ha appena riferito la prof, ma in fondo provare non costa nulla, no?
"Buongiorno Ambra!",
"Signora Lucia, buongiorno! Lasci che l'aiuti" le dico prendendo una busta della spesa abbastanza pesante, la signora Lucia abita nel mio palazzo, al secondo piano, mentre io ed Evelyn abitiamo al terzo, ha ottant'anni, ma dice che non se li sente neppure.
"Grazie tesoro, dove vai di bello?",
"Sono dovuta uscire e dopo aver fatto qualche commissione sto tornando a casa" le rispondo,
"Ah ho capito.. E senti, forse sarò un po' inopportuna.. Ma i tuoi lo sanno che ti sei diplomata?",
"No, non lo sanno e non devono saperlo, non hanno mai creduto in me.." rispondo diventando triste,
"Tranquilla cara, vedrai che un giorno riuscirai a perdonarli.. Adesso sta tranquilla, grazie per avermi aiutata, ci vediamo, casa mia è sempre aperta",
"Si figuri.. Mi saluti tanto suo marito Alfredo" la saluto e salgo a casa.
Apro la porta e noto che c'è la televisione accesa,
"Evelyn? Sei tu?", nessuna risposta, afferro una di quelle palline con dentro la neve finta riposta sul tavolino del salone e mi dirigo verso la cucina, impaurita. Scorgo una figura maschile di spalle e caccio un urlo pronta a tirare l'oggetto che ho in mano;
"Ambra, che ti urli?",
"Marco! Ma dico, sei pazzo? Arrivare così senza avvisare e rischiare di farmi prendere un infarto?!" Lo colpisco con una pacca sul braccio,
"Ovvio! E dai, non essere drastica, volevo solo fare una piccola sorpresa alla mia sorellina",
"Stronzo, mi sei mancato tanto.." lo abbraccio,
"Cretina, anche tu" corrisponde l'abbraccio ridendo,
"Come hai fatto ad avere le chiavi? Ah no aspetta.. C'entra qualcosa Evelyn, ne sono sicura",
"In pieno, me ne ha date una copia l'ultima volta che sono venuto qui per la festa del tuo diploma, comunque.. Volevo dirti una cosa..",
"Se c'entra con mamma e papà, non voglio sapere niente Marco",
"Ascoltami.. Si sono pentiti di non aver creduto in te e di averti sempre scoraggiata.. E vogliono venire a trovarti",
"Venire a trovarmi? Dopo tutto quello che mi hanno fatto? Dopo che sono stata costretta a lasciare casa a causa loro, dopo tutti i pianti e i sacrifici che ho fatto da sola? Sono 'pentiti'? Ma per favore! Non li voglio vedere neppure in fotografia!" Ho totalmente perso le staffe e sono scoppiata in lacrime,
"Ssh.. Vieni qui.. Scusami, se non vuoi nessuno ti obbliga, volevo solo avvertirti.",
"Grazie fratellone" lo abbraccio forte.

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Giungo finalmente al luogo segnalatomi dalla prof di piano, sono in anticipo di ben trenta minuti, perfetto; sulla porta c'è una locandina e leggo il nome del famoso gruppo, scritto a caratteri cubitali: IL VOLO.
Mentre mi scervello a capire chi possano essere, iniziano ad arrivare anche altri ragazzi, che però sono pochi rispetto a quelli che mi aspettavo, che man mano che vengono chiamati entrano.
"La prossima.. Rossi Ambra!",
"Ci sono!" Mi alzo e in preda all'ansia mi dirigo spedita verso l'auditorium:
Tre ragazzi giovani, più o meno della mia età, accanto ad una donna ed un uomo che presumo siano il manager e l'assistente, che appena mi vedono mi sorridono.. Ma si, ora capisco! Sono i tre che hanno vinto Sanremo l'anno scorso!
"Ciao, tu sei Ambra, giusto?" Mi chiede la donna,
"Si, sono io" rispondo sorridendo lievemente,
"Io sono Barbara, l'assistente di questi tre giovani, lui è Michele, il manager e loro, beh ragazzi, presentatevi!",
"Ciao Ambra, io sono Piero, piacere di conoscerti" mi dice un ragazzo dagli occhiali rossi,
"Io sono Ignazio Boschetto, chi si mancia u cornettu e si piscia nto lettu! Enchanté!" Mi dice invece il ragazzo con baffi e pizzetto, che per ciò che ha appena detto si è beccato una risata in faccia ridendo con me; l'ultimo che si presenta è un ragazzo, che all'apparenza sembra il più serio di tutti:
"Ciao Ambra, piacere di conoscerti, io sono Gianluca.. Tranquilla, Ignazio è sempre così" ride beccandosi un pugno scherzoso, "Cosa ci fai ascoltare?" Prosegue poi,
"Beh.. Ecco.. Io ho scelto Caruso di Lucio Dalla, ma non so se vi piace..",
"È bellissima.. Facci sentire!" Mi incoraggia Barbara, così mi siedo al pianoforte ed inizio a suonare, quando Gianluca prende parola e comincia a cantare, seguito poi dagli altri due; la canzone finisce e scaricando tutta la tensione e la rabbia verso chi non ha mai creduto in me, lascio che qualche lacrima solchi involontariamente il mio viso e mi asciugo velocemente, mentre un'altra mano, quella di Gianluca mi carezza il viso dolcemente.
"Tesoro bravissima! Lasciaci il tuo numero e ti faremo sapere tutto, complimenti davvero" mi dice Barbara,
"Grazie mille, questo è il numero" le dico lasciandole un bigliettino, saluto tutti ed esco; speriamo bene.

Me:)
Ma ciao! vedo che già qualcuno ha votato e commentato la storia:) spero che le visualizzazioni crescano, che dire.. Grazie
-Marty♡.

Quando l'amore diventa poesia. || Il VoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora