Capitolo 1 La casa dei bambini

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Genova. 1993

<<Angi....ehi Angi.. svegliati, non riesco a dormire>> certo che mio fratello quando dorme non lo sveglia neanche una bomba.

<<Angi>> ripetei più forte tirandogli il braccio verso di me.

<<che c'è Da>> rispose lui con voce rauca senza nemmeno aprire gli occhi.

<< ho paura. Non riesco a dormire>> gli bisbigliai nell'orecchio.

Così si girò su di un fianco e, con un gesto del braccio alzò il lenzuolo facendomi un pò di spazio. Questo spostamento ormai gli veniva con naturalezza. Come chi lo fa di routine.

Mi infilai sotto le coperte, il lenzuolo lo tirai fino agli occhi. Si quelli dovevo lasciarli fuori dalle coperte, pronti a catturare un qualsiasi movimento dell'ambiente circostante. Come una sentinella il mio sguardo si soffermava appena per pochi secondi su di un'oggetto della stanza per poi spostarsi su di un altro. Ogni notte la stessa storia, appena le luci venivano spente ogni ombra, attaccapanni, spigolo o qualsivoglia oggetto, si trasformava nel peggiore mostro magia bambini che potesse esistere.

Fissai uno dei grossi finestroni presenti nel dormitorio. Si stagliava di fronte a me, la sua enormità mi faceva sentire piccolo e indifeso. Al di la di esso vedevo scheletriche braccia in procinto di arrampicarvisi sopra per entrare nella grossa stanza. Più volte lo dissi ad Angi. Ma lui mi rispose che erano soltanto i rami spogli degli alberi che sbattevano sul vetro.

Il silenzio della notte veniva spesso spezzato dal ferroso cigolio dei letti a castello del dormitorio. Erano messi uno in fila all'altro in modo da occupare il minimo spazio e garantire il più alto numero di posti letto possibile. in quella stanza eravamo quasi cento bambini. eppure; la sensazione era quella di sentirsi soli come pietre in mezzo al deserto. inutili e dimenticate dal resto del mondo. Alla fine a fatica riuscii a prendere sonno e mi addormentai.

<<sveglia dormiglione>> era Linda, un'educatrice del collegio. una luce tenue illuminava il suo magro volto. Era ormai mattina, ed ero sopravvissuto ad un'altra notte.

<<ancora da tuo fratello sei andato?>> disse con un filo di umorismo <<di questo passo non crescerai mai>>

<<lo so>> risposi. <<da domani prometto che dormirò nel mio letto>> Linda mi guardò accennando una sorta di sorriso

<<si va bene dai, adesso vai a fare la colazione che è tardi>> mi scompiglió i capelli con la mano e poi si allontanò. Nel frattempo mio fratello si era svegliato. Era seduto nel letto, con le mani al cielo si stiracchiava come fa un gatto dopo un lungo sonno.

<<hai dormito bene?>> mi domandò guardandomi con aria assonnata

<<certo>> dissi ridendo.

<<ci credo, quando dormi occupi tutto lo spazio, ancora un pò e mi buttavi giù dal letto>>. Sollevò le coperte

<<bhè! perlomeno questa volta non mi hai pisciato nel letto>> scoppiò in una grassa risata e con agilità balzò giù dal letto.

<<spiritoso, lo sai che a volte sogno di fare la pipì, e non mi accorgo di stare sognando e...>>

<<e... scambi il mio letto per il cesso>>

<<esattamente!>>

<<mi raccomando. Se sogni di fare la cacca svegliati però>> scoppiò nuovamente a ridere, gli saltai addosso furioso, e lo riempii di pizzicotti.

<<ehi ragazzi>>

<<chi è?>> mi girai. era Andry, un bambino bulgaro un pò cicciottello, che come me e Angi si trovava nel collegio da quasi due anni. Sua madre era morta e il padre, alcolizzato non poteva mantenerlo. Così venne chiuso qua dentro. Con la speranza che un giorno qualche buon'anima lo venisse a prendere.

Sporca GioventùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora