Chapter 17.

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/Ebbene sì, per amore di qualcuno e per odio di qualcun altro sono tornata con un altro capitolo.

Volevo ringraziarvi per tutti i commenti che avete lasciato per indurmi a continuare questa storia.

E..bhu, vi amo.

Sappiate che le cose inizieranno a movimentarsi da qui in poi, hehe. Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto.

Enjoy this chapter!

-K'. xx


*...*
Lui non era basso.
Lui aveva una statura normale.
Era quella scrivania ad essere troppo alta.

Per questo era stato costretto a poggiare le mani sulla parte superiore di quest'ultima, su cui comparirono le impronte digitali visibili sotto la luce fredda del led, per poi alzarsi in punta di piedi sui suoi adorati stivaletti.

La donna dai capelli corvini non lo degnava di uno sguardo, nemmeno per sbaglio.

Si morsicò l'interno guancia, non volendo rovinare le labbra lucide, fingendo un piccolo colpo di tosse, nel vano tentativo di attirare l'attenzione della donna, troppo impegnata nello smanettare con la tastiera del computer.

Sbuffò poco garbatamente mentre sentiva le dita dei piedi dolere. Tornò con i piedi sul pavimento, privo di qualunque macchia, ritrovandosi davanti agli occhi l'alta scrivania in vetro.

"Mi scusi..?"tossì ancora, sentendo finalmente qualcuno muoversi dietro la scrivania.

Passarono alcuni minuti in silenzio, prima di sentire ancora il rumore dei tasti che venivano pigiati.
Arricciò la punta del naso indispettito, incrociando le braccia al petto.

"Mi scusi!"alzò di qualche tono la voce, stufo di essere ignorato.

La donna, guardandosi attorno notò alcuni ciuffi di capelli, tendenti al caramello, e delle orecchiette da gatto spuntare dalla bassa vetrata che copriva la scrivania di lavoro.

Si alzò in piedi sui tacchi vertiginosi, squadrando dall'alto il ragazzo minuto che aveva dovuto alzare la testa per guardarla negli occhi.

"Buongiorno, come posso servirla?"gli fece un sorriso tirato.

Louis le sorrise cortesemente, stendendo le braccia lungo i fianchi.

"Sono qui per vedere Dad-..."tossì camuffando le ultime parole"..il signor Styles."dichiarò portando le mani ad incastrarsi tra loro dietro la schiena.

Aggrottò le sopracciglia curiosamente quando quella fece una smorfia con le labbra, cercando di non ridergli in faccia.

"Il signor Styles al momento non è presente in sede."proferì quella, professionalmente.

"Come no? Lui mi ha detto di raggiungerlo qui!"spalancò gli occhi cerulei.

"Avrai sbagliato persona. Forse cercavi qualcuno dei piani di fondo che ti ha detto di lavorare qui."gli rivolse un sorrisetto divertito.

Lo stava prendendo per il didietro! Bene, lo avrebbe cercato da solo.

"Grazie, ma farò di mio!"sbottò, girandole le spalle per dirigersi agli ascensori, che aveva notato mentre veniva ignorato da quest'ultima.

"Fermati subito, ragazzino, non puoi stare qui!"alzò la voce, alterata, uscendo dalla sua postazione.

Il più piccolo aumentò il passo, notando le porte dell'ascensore che si erano appena aperte. Ormai vicino a queste, grazie al suo corpo minuto, si intrufolò tra i signori in giacca e cravatta e le donne in tailleur.

Kitten ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora