L'angelo dai lunghi capelli neri

103 6 0
                                    

Era un venerdì, venerdì sera, mancava poco alla fine dell'allenamento e ricordo solo che ero stremato e non vedevo l'ora di uscire da quella maledetta piscina. La notai solo alla fine, quella ragazza gracile seduta in platea. Anche oggi era lì, sempre nello stesso posto, era ormai una settimana che puntualmente veniva agli allenamenti della mia squadra. Aveva l'aria di essere lì ad osservarci da tanto. Non la vedevo bene da dietro gli occhialini appannati, ma qualcosa mi colpì di lei, aveva lunghi capelli neri che le incorniciavano il volto. Era così piccola, seduta lì tutta sola. Quasi come un angelo, un angelo dai lunghi capelli neri. Un'ultima bracciata e mi tirai fuori dall'acqua a pezzi. Due braccia che conoscevo bene  mi cinsero le spalle, Arianna aveva appena finito l'allenamento. Era bellissima stretta nel suo costume rosa che le metteva in risalto il fisico da urlo al punto giusto. Mi baciò dolcemente come faceva sempre, senza smettere mai di guardarmi con quei suoi occhioni verdi. «Allora che si fa stasera?» «Io proporrei di stare da me a vedere un film, che ne dici?» «Ma come, è sabato sera!» esclama lei. «Tesoro sono stanco, e poi domani siamo in gara tutti e due» dissi infilandomi l'accappatoio «Ma è l'ultimo weekend prima che ricominci la scuola!» stavo per dargliela vinta finché non arrivò Marco. «Alex, stasera mega festa da me!» mi diede una pacca sulla spalla e vidi l'espressione imbronciata di Arianna che voleva passare un po' di tempo sola con me. «Se proprio ci tenete..» concesse lei infine. «Perfetto alle 10 a casa mia...così vi presento anche mia sorella.» la sorella di Marco l'avevo vista soltanto un paio di volte quando eravamo piccoli, lui non ne parlava mai neppure con me che sono il suo migliore amico praticamente da sempre. Sapevo solo che sua madre morì quando era ancora piccolo e che a causa del pessimo rapporto con il padre viveva con gli zii. Arianna era sparita nello spogliatoio, ma prima di andare a lavarmi rivolsi un'ultimo sguardo alla ragazza, che non c'era più.
L'autunno stava arrivando anche nella nostra grande città. Le foglie iniziavano a dipingersi di giallo e arancio e il sole tramontava prima. Stavo aspettando Arianna in macchina, fissando il cielo buio. Poi mi accorsi di non essere solo, poggiata a un pilastro davanti all'entrata c'era proprio lei: l'angelo. Vista da vicino faceva un effetto diverso, era così piccola, guardava dritto davanti a se, sembrava stesse aspettando qualcuno. Poi si girò di scatto, come se si fosse accorta che la stavo guardando. Mi scorse un po' nel buio e spalancò gli occhi. Nel frattempo arrivò Arianna ma me ne accorsi solo quando sbatté la portiera e mi diede un bacio. In dieci minuti arrivammo sotto casa sua. «Passo a prenderti tra due ore.» Lei annuì e scese dalla macchina. Non so ancora spiegarmi il perché ma continuai a pensare a lei.
Arrivammo a casa di Marco un po' prima, Non erano ancora arrivati tutti. Arianna era bellissima come sempre. Indossava una minigonna di jeans e una camicetta aderente. L'unica cosa che non mi piaceva erano i chili di trucco senza i quali non usciva mai di casa. Diceva che senza di quello non poteva uscire e che io non avrei potuto capire perché sono un uomo. Andai a mettere le giacche di sopra, conoscevo perfettamente ogni angolo della grande casa degli zii di Marco. Non so come ma a un certo punto successe l'ultima cosa che mi sarei aspettato quella sera. Una porta sul corridoio si aprì e lei uscì così velocemente che ci scontrammo. Si udì solo il gran fracasso della brocca d'acqua che portava in mano, frantumarsi sul pavimento. Alzai gli occhi ed era lei, non ci potevo credere. Sbattei le palpebre più volte ma non era un sogno: il mio angelo era proprio davanti a me, a casa del mio migliore amico, con addosso un vestitino bianco tutto bagnato. Nessuno dei due disse niente. I suoi capelli neri corvini erano perfettamente intatti ed emettevano un profumo intenso di vaniglia. «Mi dispiace tanto..io..non ti ho vista.» Lei non parlò, si limitò a raccogliere i pezzi di vetro cosparsi a terra. «Ahi!» «Attenta ti fai male» sul suo minuscolo indice c'era un piccolo taglio sanguinante. Presi un fazzoletto dalla tasca e glie lo avvolsi in torno con cura. Sentivo solo il suo respiro e il battito del mio cuore, che aveva iniziato a battere come un tamburo senza motivo. Ci ritrovammo davanti Marco che ci guardava incuriosito. «Vedo che avete già fatto conoscenza voi due!» esclamò scoppiando a ridere. Il piccolo angelo arrossì fino alle orecchie. «Alexander, questa è mia sorella Victoria» Se mi avessero detto di essere in una candid camera non mi sarei stupito. Riuscii solo a sorridere imbambolato a quelle parole. Il mio angelo era la sorella del mio migliore amico? Mai vista una situazione più assurda di questa. E contemporaneamente a tutto questo c'era di sotto la mia ragazza che si chiedeva dov'ero finito. Non feci in tempo a girarmi che lei era sparita, di nuovo.

Sei il mio respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora