Sei il mio respiro

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Tornai in piscina anche quel giorno, non ne potevo fare a meno. Da quando lo vidi per la prima volta mi aveva come ipnotizzata. Non mi stancavo mai di guardarlo e riguardarlo muovere così agilmente il suo corpo perfetto nell'acqua. Le sue braccia muscolose risplendevano come sempre alla luce dei grandi neon appesi al soffitto. E non era solamente una mia impressione, mi guardava. Ogni tanto sbucava fuori dall'acqua azzurrissima e posava gli occhi su di me. Lo sentivo, il suo sguardo mi bruciava la pelle, nonostante sentissi tanto freddo seduta lì sola in mezzo alla platea. La mia era la postazione perfetta per osservarlo nuotare, in terza corsia. E me ne stavo ore e ore con le ginocchia al petto ad ammirarlo. Dopo due o tre ore l'allenamento finiva e dovevo anche fare in fretta ad andarmene per non saltare troppo all'occhio, e soprattutto per evitare di rivedere la scena che si ripeteva ogni volta: una bellissima ragazza dai capelli rossi e il fisico da fotomodella che lo andava a baciare. Anche un cieco si sarebbe accorto di quanto lui l'amava, semplicemente dal modo in cui la guardava. Nessuno mai avrebbe guardato me allo stesso modo.

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