Una sorpresa inaspettata

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Avevo appena finito l'allenamento e vidi Arianna che venne verso di me sorridendo. Mi saltò in braccio e mi baciò. Mi aveva colto alla sprovvista, ma non potevo ferirla, così ricambiai il bacio.
«Stasera sei mio.»
«Che ti è preso?»
Scoppiò a ridere e mi baciò la guancia e poi il collo.
«Aspettami fuori.»
Si staccò da me e corse nello spogliatoio. Rimasi di sasso dalla sua reazione, se dovevamo riprendere in mano la nostra relazione, di certo sarei stato io a farlo, ne ero sicuro. Ma alle sorprese non c'è mai fine. Dopo il bacio dell'altra sera si è risvegliato qualcosa in noi, è come se si fosse riaccesa la fiamma.
Ero di nuovo nel parcheggio della palestra, davanti all'entrata con il motore acceso. Ero intento a guardare il cellulare finché non sentii la voce di una ragazza, dolce e calda, forte. Alzai lo sguardo e vidi gli splendidi capelli neri di Victoria svolazzare al vento, in quella sera buia. Stava ridendo con Marco. Poche volte l'avevo vista così allegra.
«Alex!»
Non persi l'occasione per scendere dalla macchina.
«Ei, ciao Victoria.»
Lei arrossii e d'un tratto si fece seria. Mi fece ciao con la piccola mano sottile.
«Hai saputo della gita a Roma?»
Quale gita a Roma? Ah, quella gita a Roma.
«Sì, penso di andarci, tu vieni?» dissi rivolto a lei.
«Io..»
«Non so se Victoria...ecco..magari se ci vai anche tu.. Sai è il primo anno e non voglio che le succeda qualcosa.»
«Non ho più dieci anni, insomma. So controllarmi.»
«Questo è da vedere sorellina.» Risi e li salutai vedendo arrivare Arianna.
«Ciao ragazzi, io e Alexander dobbiamo andare altrimenti faremo tardi. Ci vediamo domani a scuola!» praticamente mi trascinò in macchina e arrivammo a casa sua.
Girò un paio di volte la chiave nel chiavistello ed entrammo. L'appartamento di Arianna era libero per due giorni dato che i suoi erano via. Al centro del salone il tavolo era apparecchiato con due candele in mezzo che emettevano una fioca luce. C'era un'atmosfera diversa in quella stanza. Ci sedemmo a tavola e mi servì una porzione abbondante di risotto ai frutti di mare, il mio preferito. Mangiammo senza dire una parola, bevemmo anche del vino. Poi fu lei a rompere il ghiaccio.
«Alexander, io...»
«Non dire niente, ti prego.» si alzò e si mise in braccio a me.
«Alexander mi dispiace per tutto quello che è successo, è stata soprattutto colpa mia, ti giuro io non volevo farti allontanare. Tengo a te più di ogni altra cosa, lo sai.» Quei suoi occhi verdi magnetici mi attraevano come calamite. Poi la sua bocca si avvicinò alla mia e non capii più niente. Mi baciò lentamente, in modo dolce. Poi con passione, non riuscivo a staccarmi da lei.
«Oh, Arianna. Va tutto bene, va tutto bene.» Mi alzai e la portai sul divano.
Continuavamo a baciarci senza mai fermarci, mi mancava il respiro. La sua lingua calda spingeva contro la mia. Poi mi venne in mente la sera della festa. Era come se avessi baciato un'altra, una voce nella mia testa mi diceva che non era lei la ragazza di cui mi ero innamorato per davvero durante quel bacio, forse per la prima volta in vita mia.

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