3 - Scoperte

50 5 2
                                    

                  

Correva tenendo lo sguardo fisso su quella creatura, cercando disperatamente di non restare indietro. L'aquila gigante procedeva planando verso la foresta e non esitò a gettarvisi, non rallentò nemmeno. Le sue ali spezzavano i rami secchi mentre virava e volteggiava, schivando la vegetazione che le era d'intralcio. Mel, dal canto suo, faticava a tenerle testa, il terreno era troppo accidentato per poter mantenere un'andatura costante. Ma all'improvviso la creatura torno indietro e iniziò a volteggiare in cerchi concentrici sopra alla ragazza, come se la stesse aspettando, come se volesse essere seguita. Proseguirono ancora per una decina di minuti, il rapace alla guida e Mel poco più indietro, finchè l'animale non si fermò, appollaiandosi su un ramo di punto in bianco. Mel la osservò interdetta per un istante, temeva quasi che spiccasse di nuovo il volo all'improvviso, lasciandola sola: ormai la ragazza aveva perso completamente il senso dell'orientamento, non avrebbe nemmeno saputo dire di quanto si fossero inoltrate nel bosco, poteva solo proseguire quella follia. La strana creatura piegò il capo per guardarla, controllando che fosse ancora lì, poi tornò a guardare fisso di fronte a se'; Melody seguì lo sguardo dell'animale e rimase a bocca aperta: gli alberi poco più avanti formavano quella che sembrava un'immensa parete di legno di cui non riusciva a vedere la fine. Le radici si erano intrecciate tra loro, formando un groviglio inestricabile, e i tronchi erano cresciuti nel tempo fondendosi tra loro senza lasciare nemmeno il più sottile spiraglio, tanto che la ragazza non avrebbe saputo distinguerli l'uno dall'altro. Sentì uno stridìo e alzò lo sguardo appena in tempo per vedere l'aquila bianca piombarle addosso, alzò le braccia sopra al capo per difendersi e chiuse gli occhi. Sentì le zampe artigliate della creatura che la afferravano intorno alla vita ed improvvisamente sentì la terra mancarle sotto i piedi, solo dopo qualche istante trovò il coraggio di aprire gli occhi: stava volando.

Tutti gli uomini sognano di volare almeno una volta nell'arco della loro vita, ma di certo nessuno si aspetterebbe di farlo venendo trascinata via tra le grinfie di un immenso rapace albino. Ma Mel non aveva paura, non riusciva a spiegarselo, ma non era minimamente spaventata, né dalla strana parete, né dall'aquila, sentiva di non avere nulla da temere. Intanto l'animale volava tenendosi parallelo alla parete di legno, superando le fronde più basse e raggiungendo le prime nuvole; Mel si strinse nella giacca a vento: faceva sempre più freddo man mano che salivano. Proseguirono in verticale attraverso l'umidità delle nuvole e finalmente, davanti a loro videro le cime degli alberi che formavano la barriera, e così anche ciò che nascondevano.

Davanti ai suoi occhi c'era uno spettacolo incredibile: la foresta si estendeva ancora per un centinaio di metri, ma poco oltre si vedevano delle mura, forse di un paese, e più avanti un'intera pianura tappezzata di mille colori diversi. Ma non ebbe il tempo di ammirare il panorama, un sibilo lacerò l'aria e l'aquila ebbe un sussulto, lanciando un grido acuto. Mel sentì qualcosa di caldo gocciolarle sul viso, si portò una mano alla guancia, quando si guardò le dita le trovò rosse di sangue. Alzò lo sguardo verso la creatura e vide una macchia rossa che sia allargava a vista d'occhio sul piumaggio candido del suo petto; l'animale tentò di battere le ali affannosamente per mantenersi in volo, ma la ferita doveva essere profonda, non avrebbe retto a lungo. Iniziarono a perdere quota sempre più velocemente, Mel sentì il panico attanagliarla, tentò di coprirsi con le braccia dai rami degli alberi che la artigliavano, poi la creatura chiuse le ali di colpo, circondandola e proteggendola dalle fronde. Fortunatamente i rami contro cui erano andate a sbattere avevano rallentato la loro caduta ma urtarono comunque il suolo con un tonfo sordo. Mel passò una mano sul piumaggio candido del suo salvatore e provò un immenso sollievo nel notare che il cuore dell'animale batteva ancora; uscì dal suo rifugio caldo facendosi strada tra le due immense ali e si alzò in piedi tremante. Osservò la ferita dell'aquila più da vicino, vi era una freccia conficcata al centro della macchia rossa. Si guardò bene dall'estrarla: se c'era una cosa che aveva imparato dalla televisione era che, se avesse estratto l'arma, l'emorragia non avrebbe più avuto freni, e l'animale sarebbe morto in pochi minuti. Mentre ancora era intenta ad ispezionare i danni subiti dal rapace non sentì che qualcuno le si era avvicinato alle spalle.

"Bentornata, mia cara". Mel sussultò, voltandosi di scatto per fronteggiare il nuovo arrivato, contemporaneamente estrasse la sua sciabola dalla sacca, sentendosi improvvisamente molto felice di averla portata. Davanti a lei c'era un vecchio, o meglio, c'era un uomo che sembrava sul punto di andare in polvere. La pelle era pallida e solcata da rughe profonde, gli occhi celesti brillavano al di sotto di folte sopracciglia candide, distese in un'espressione serena e cordiale, le labbra erano piegate in un sorriso gentile mentre barba e capelli bianchi gli ricadevano sul petto, intrecciati elegantemente con delicati fermagli. Sembrava uscito da uno di quei libri per bambini su maghi e stregoni, con quella sua tunica verde e il cinturone di cuoio pieno di sacche. "Dovremmo sbrigarci, questo non è un posto sicuro per noi, come avrai notato..." continuò l'uomo, facendo cenno al volatile che ora si stava rialzando a fatica. "Ci..ci conosciamo?" chiese la ragazza, titubante. "Oh cara, vedi, tu no, non mi conosci, ma io so chi sei tu. E' un piacere conoscerti, io sono Lorcan Locksley, tuo zio." Per poco non scoppiò a ridere. Insomma, era tutto così assurdo, quella parete, l'aquila, la freccia, e di certo quell'uomo era troppo vecchio per essere suo nonno, figuriamoci suo zio. "Tu saresti... oh insomma! Potrebbe spiegarmi cosa sta succedendo? Dove siamo? E chi ha scagliato quella freccia?" sbottò seccata, non riusciva a credere a tutto quello che aveva visto e per di più la prima persona che incontrava diceva di essere un suo parente, chiedendole di seguirlo senza spiegazioni: era un po' troppo anche per lei. Il vecchio rise e, avvicinatosi alla creatura, prima ancora che Mel potesse muovere un muscolo, estrasse con un movimento fluido la freccia. Subito il sangue inizio a scorrere copiosamente, il vecchio estrasse da una tasca del suo abito una boccetta contenente un liquido nero come l'inchiostro, la stappò e ne versò un paio di gocce sulla ferita dell'animale. Melody trattenne il respiro, sperando con tutta sé stessa che il vecchio sapesse cosa fare; quando il vecchio si rialzò pochi secondi dopo, l'emorragia si era fermata, lasciando solo una macchiolina nera dove prima c'era la ferita, ora completamente rimarginata. La ragazza fissò il vecchio a bocca aperta, doveva essere impazzita... l'unica spiegazione a quello che aveva appena visto era troppo assurda anche solo da pensare. Certo che, dopo rapaci giganti e barriere di alberi, no.. non poteva essere...magia?

"Avrai presto tutte le spiegazioni che meriti, Melody, ma ora dobbiamo scappare, non possiamo permettere che ci prendano. Seguimi, ti faccio strada." Detto questo si incamminò tra gli alberi, con la creatura al seguito. Mel impiegò circa mezzo secondo per analizzare le possibilità e decidere come procedere: non sapeva dove si trovava, aveva appena visto una ferita rimarginarsi in un secondo, quell'uomo sapeva il suo nome e diceva di essere suo zio. Le alternative erano rimanere lì con gente armata nei dintorni, tentare di scalare la barriera cercando di non sfracellarsi al suolo, oppure seguire il vecchio pazzo. Decise che i matti in fondo non le stavano poi così antipatici, e seguì l'uomo nella foresta, stringendo la presa sull'elsa della sua sciabola. Voleva delle risposte, e le avrebbe ottenute.





- Angolo autrice -

Buooonsalve! Avrei voluto postare prima, ma sono comunque ancora in tempo. Questo capitolo apre un po' le danze, si inizia ad entrare nella storia vera e propria, ci sono le prime svolte.. insomma, spero che la storia inizi ad interessarvi. Il carattere di Mel verrà definito parallelamente alla trama, è un personaggio in crescita e i tratti basilari della sua personalità iniziano a farsi visibili. E' una persona sicura, curiosa fino all'eccesso, ma comunque sa reagire in fretta, doti che ha acquisito anche grazie al suo sport. Per quanto riguarda il vecchio matto... saprete "tutto" settimana prossima :)

A presto,

Julai

RebirthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora