5 - l'ultima Profezia

37 5 4
                                    




La sala era circolare, circondata da tribune affollate da elfi dal volto serio, intenti a bisbigliare concitatamente tra loro o ad osservare torvi le quattro figure in piedi al centro della stanza. I quattro invece si guardavano intorno, controllando di tanto in tanto uno scranno vuoto sopraelevato rispetto agli altri e decorato riccamente. Sembravano tutti e quattro giovani, due di loro sembravano essere poco più grandi di lei, la terza figura aveva il volto coperto da un pesante cappuccio scuro, impedendole di definirne sesso ed età, mentre la quarta era ancora una ragazzina, doveva avere al massimo 15 anni. La porta si chiuse dietro di lei con un tonfo, attirando l'attenzione della platea, e in un istante si ritrovò un centinaio di occhi puntati addosso che la squadravano dall'alto in basso. Raddrizzò le spalle, imbarazzata, e fece qualche passo verso il centro della sala; aveva quasi raggiunto il gruppetto in piedi, quando un'elfa fece il suo ingresso, attirando l'attenzione di tutti. Aveva lunghi capelli castano ramati che ondeggiavano sulla sua schiena, lo strascico della tunica blu frusciava sul pavimento di pietra mentre la donna si avvicinava al sedile intarsiato per prendere posto. L'elfa osservò il gruppo al centro della sala, poi si schiarì la voce e iniziò a recitare:

"Cinque figli di stirpe guerriera

Sfideranno l'alba che sorge altera,

Progenie ribelle, scampata al nemico

Ma che per sua mano molto ha subito.

Risaneranno la patria ferita

Che fu divisa, e così spartita.

Cinque unioni fra le tribù

Porteranno Damara all'antica virtù.

Ma un arduo viaggio dovranno affrontare

E mai smettere di sperare,

Per congiungere ciò che è spezzato

E risaldare un legame allentato.

Ma ogni vita richiede un pegno,

E forse al fine verrà la salvezza del regno"

Sulla sala calò il silenzio, ora negli sguardi dei presenti apparivano lampi di comprensione, talvolta paura o ammirazione. "Per chi di voi ancora non la conoscesse - disse posando lo sguardo su Mel – questa è la profezia pronunciata dall'ultimo Oracolo, narra di come Damara potrà salvarsi, ed è l'unica ragione per cui ancora speriamo in una vittoria contro la tribù della Luce. Come sapete, i nostri fratelli si sono ribellati all'ordine e all'armonia della nostra terra, portando dolore e distruzione, costringendoci a rintanarci nelle nostre tane come animali impauriti. Tutto questo dolore, tutto quest'odio, solo per avidità, per egoismo e per superbia. Proprio coloro che per natura si avvicinano alla forza vitale del Sole, hanno portato solo morte e sofferenze. Un'intera popolazione, i nani delle caverne, è stata massacrata. La fiducia dei nostri protettori, i draghi, è stata tradita. Una magnifica specie, i fireun, si sta estinguendo. Ma è giunto il nostro momento. Ora anche l'ultima dei Cinque è tornata tra la sua gente, la nostra rivincita può avere inizio." I suoi occhi incontrarono quelli della giovane, che rimase folgorata dalla forza da quei due pozzi grigi. "Non vi mentirò, ci sono giunte notizie allarmanti dalle sentinelle al confine. Nevan sta creando un esercito eletto di Mietitori, questa è la calma prima della tempesta, una tempesta distruttiva e incombente." Sospirò, passando in rassegna la sala. "Dobbiamo fare in modo che la profezia si realizzi. Per questo chiedo a voi, giovani eletti, volete adempiere al vostro destino? Non vi mentirò, la strada sarà lunga e pericolosa, non posso promettere la salvezza di ognuno di voi. Ma in quanto Regina di Damara, non posso che chiedervi di accettare l'impresa, pregando che il vostro viaggio porti la pace al mio popolo." Solo quando smise di parlare, Mel si rese conto di aver tenuto il ciondolo di sua madre stretto nel pugno per tutto il tempo, lo lasciò andare e fissò i solchi rimasti sul suo palmo. Loro cosa avrebbero fatto?

RebirthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora