4 - Cambiamenti

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(Se vi va ci sono dei "contenuti speciali" nell'angolo autrice )

Mel affrettò il passo e raggiunse il vecchio, che camminava lentamente qualche metro avanti a lei. "Vorrei delle spiegazioni. Me le ha promesse. Dove siamo? Cos'è quello?" chiese accennando con il capo al rapace che li seguiva "e chi è lei? E' decisamente troppo anziano per essere mio zio...senza offesa". L'uomo la guardò "parli proprio come tua madre, anche lei era piuttosto diretta" disse con un sorriso sghembo. Poi si portò una mano alla chioma candida e ne scostò una ciocca, rivelando il suo orecchio, che terminava in una lunga punta. Mel per poco non cadde a terra per lo stupore, ancora una volta incapace di credere a ciò che aveva davanti agli occhi. "La barriera che hai attraversato in volo segna un confine, il limite ultimo tra il mondo degli uomini, in cui hai vissuto fino ad ora, e la terra di Damara, su cui stai camminando adesso, un tempo era abitata da innumerevoli razze e creature, ma molte di esse oggi sono scomparse. Devi sapere che questa terra, un tempo ospitale e pacifica, è ormai in guerra da molti anni contro i suoi stessi figli, per questo l'accoglienza non è stata delle migliori. Ad ogni modo, gli umani conoscono molte delle creature che abitano questo mondo, ma tra loro sono considerate solo frutto della fantasia ed esistono solo nelle leggende o nelle fiabe; potrebbe stupirti quante di quelle storie sfiorino in parte la realtà." La giovane deglutì, sconcertata da tutte quelle novità. Era combattuta, indecisa se credere a tutte quelle follie o no, ma d'altronde non poteva essere tutto un sogno, era troppo vivido, troppo reale, e i lividi riportati poco prima lo testimoniavano. "D'accordo, ammettiamo che io ti creda... come mai quell'animale mi ha portata qui, e come fa lei a conoscere me e mia madre?" chiese con foga. Il vecchio si incupì "Vedi, hai ragione, io non sono tuo zio, sono un vecchio amico dei tuoi genitori. Sì, entrambi sono nati e cresciuti a Damara, anzi, l'hanno protetta per anni combattendo fianco a fianco." Si interruppe, guardando verso la giovane, che dal canto suo lo fissava con gli occhi sbarrati, pallida e sconvolta. Non poteva essere, sua madre e suo padre, Helena e Mark, erano esseri umani, assolutamente normali, con vite normali, orecchie normali e un passato normale, forse addirittura un po' noiosi. "Prima che tu possa obbiettare, aspetta di vedere il tuo aspetto" disse, avvicinandosi ad uno stagno poco distante. Mel lo seguì con le gambe tremanti, si inginocchiò sulla sponda e osservò il suo riflesso che vibrava sulla superficie dell'acqua. Il viso che le restituì lo sguardo spaventato era sconosciuto, e la fece ritrarre per lo stupore. Poi guardando più attentamente si accorse che in effetti la ragazza nello stagno le assomigliava molto, ma aveva il viso più affilato, così come gli occhi verdi, che ora avevano un taglio più obliquo. Le lentiggini erano ancora tutte presenti, e spiccavano sul volto pallido; poi un presentimento le sfiorò la mente, con una mano tremante spostò i ricci biondi ai lati del viso, scoprendo un paio di orecchie a punta simili a quelle del vecchio. Mel scattò in piedi allontanandosi dallo stagno, rivolgendo alla sua guida uno sguardo interrogativo e incredulo allo stesso tempo. Cercò di chiedere spiegazioni, ma dalla bocca non uscì un suono. Ma l'altro la precedette: "I veri nomi dei tuoi genitori erano Neal e Sheridan, erano un elfo della tribù della Foresta e un'elfa dell'Ombra. Quando, diciassette anni fa, fu chiaro a tutti che avremmo perso la guerra, fuggirono con te, ancora in fasce, e si rifugiarono nel mondo degli umani, dove il nemico non avrebbe avuto il coraggio di cercarli. O almeno così credevano..." fece un sospiro, quei ricordi sembravano pesargli molto. "Vedi, Damara è sempre stata una terra pacifica, qui abitavano Elfi, Nani, Draghi, Fireun – fece un cenno verso il rapace bianco – Sirene e molti altri popoli ancora. Gli elfi, in particolare, sono divisi in tribù in base alle loro inclinazioni naturali e all'elemento che sono in grado di piegare. I casi di matrimonio misto sono rari, per il semplice fatto che le tribù tendono ad avere ideali e inclinazioni che derivano dal loro elemento, ma questo lo capirai meglio in seguito. Ad ogni modo, la progenie di unioni miste eredita la capacità di controllare, entro certi limiti, entrambi gli elementi dei genitori. Attualmente vi sono solo cinque Elfi misti in vita, te compresa, e presto conoscerai gli altri quattro. Finora la natura della tua famiglia e il vostro aspetto sono stati nascosti da quella gemma che porti al collo, ed è anche il motivo per cui hai dovuto indossarla per poter arrivare alla villa: solo chi possiede una gemma simile può ritrovare la strada per Damara" Mel annuì, non del tutto certa di aver afferrato totalmente il discorso, ma ormai non poteva far altro che credere a quell'uomo. "Quindi io sarei una sorta di eccezione, insieme a questi altri quattro, giusto? Ma non mi hai ancora detto nulla della guerra." "Ti verrà spiegato tutto all'assemblea, non preoccuparti. Oh ecco Astrea!" disse indicando davanti a se. Mel seguì il suo sguardo e vide le mura bianche di una città stagliarsi di fronte a loro, doveva essere quella che aveva visto dalla barriera. Mentre si avvicinavano alle porte principali, la ragazza notò che le guardie sulle torri li indicavano e sembravano agitate. Le porte si spalancarono al loro arrivo, rivelando la città più caotica e viva che la giovane avesse mai visto. In ogni vicolo c'erano figure che gridavano, chiacchieravano, correvano o si occupavano di attività quotidiane. Guardando attentamente si rese conto che in messo alla maggioranza di elfi vi erano anche altre creature ben più strane: vide un paio di individui slanciati interamente coperti da una folta pelliccia rossa e quella che aveva tutta l'aria di essere una coda, oppure dei bambini con due piccole corna blu ai lati della fronte che giocavano a dadi, o ancora una donna coperta dalle spalle in giù da squame iridescenti. L'insieme era caotico e rumoroso, ma nell'aria si respirava un'energia incredibile.

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