11 - Lentiggini

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Mel osservò il ragazzo di fronte a lei. Connor portava spesso i lunghi capelli ramati raccolti in una treccia posata su una spalla, da cui sfuggiva sempre qualche ciocca ribelle. Il naso e gli zigomi erano punteggiati di efelidi, ma quelle dell'elfo, al contrario delle sue, erano più lievi e sbiadite. Dopo un po' la ragazza prese la parola: "Dunque, so che probabilmente ti sembrerà una domanda cretina, ma ricorda che fino a tre giorni fa non sapevo nemmeno dell'esistenza di Damara: cosa diamine è la Beatha? E il Nemeton? Cosa c'entra con la missione? E non ho ben capito a cosa servirebbe recuperare tutti questi 'pezzi mancanti'." Il rosso la guardava divertito, aspettando che terminasse con la sua raffica di domande, e solo allora iniziò a risponderle pazientemente. "Allora, quello che sto per narrarti è una vicenda che risale all'alba dei tempi, pochi secoli dalla nascita di questa terra dal fuoco eterno dei Draghi..." iniziò con voce grave e un'espressione solenne... troppo solenne. Mel non riuscì a trattenersi e gli scoppiò a ridere in faccia, lui come al solito non se la prese, ma anzi, le sorrise di rimando, e proseguì con un tono più spigliato, abbandonando il linguaggio da libro di storia. "Come stavo dicendo, alle origini Damara era una terra in cui creature ed elfi vivevano in armonia, non c'erano divisioni tra le razze, ma anzi, le città ospitavano allo stesso tempo Nani e Ninfe, Draghi ed elfi. Poi, ovviamente, le cose peggiorarono, con le prime carestie e pestilenze ogni razza iniziò ad incolparne un'altra, iniziò a diffondersi la paura verso il prossimo e verso il diverso, la gelosia per le capacità altrui e il disprezzo per altre usanze. E così i nani presero a radunarsi il più lontano possibile dalle sirene, le fate scomparvero dai territori dei Fireun. Insomma, si stava per scatenare il caos. Ogni razza iniziò a schierare in campo il proprio esercito, tutti erano pronti a darsi battaglia, tranne gli elfi, che tentavano di mantenere la pace, consapevoli della distruzione che avrebbe portato una guerra. Ma coloro che si opposero con più forza a tutto ciò furono i Draghi: essendo per natura legati a questa terra (si dice che la loro stirpe sia stata la prima ad abitare Damara) non possono fare nulla che porti distruzione a questo mondo, o andrebbero incontro alla loro stessa morte. Una notte, la vigilia della battaglia, ogni singolo drago spiccò il volo nello stesso istante, appena il sole scese oltre l'orizzonte. Il cielo di Damara fu oscurato dalle loro ali, mentre si dirigevano verso quello che oggi è il Nemeton, il cuore di questa terra; unirono il fuoco dei loro ventri per infondere una piccola parte dell'amore e del potere che li legava a Damara in un blocco di pietra. Quando ebbero finito il minerale si era frantumato in schegge traslucide, che brillavano come piccole stelle. Sei draghi volarono verso sei elfi tra quelli che più si erano prodigati per evitare lo scontro, e consegnarono ad ognuno un frammento. Fu così che gli elfi entrarono in possesso della capacità di manipolare gli elementi, fu il dono dei Draghi, riconoscenti per il loro tentativo di mantenere la pace: i frammenti della pietra Beatha erano impregnati della magia primordiale del regno. All'alba del giorno dopo, sul campo di battaglia erano schierati, insieme, elfi e draghi; unendo le forze sventarono grazie alla magia ogni tentativo degli eserciti di attaccare.

Finalmente, quando ormai il sole stava per tramontare sul campo di battaglia, e l'ennesimo assalto venne sventato da radici che prendevano vita o da enormi pareti di fuoco, i rappresentanti di tutte le razze decisero di incontrarsi. Fu il primo Consiglio Generale che si ricordi, e quel giorno vennero stabiliti per la prima volta i confini, i domini, le istituzioni e una gerarchia politica, e il primo sovrano, Endon della tribù della luce, venne eletto dai generali degli stessi eserciti che fino a quella mattina erano decisi a combattere. Da allora ogni popolo ha una capitale ed un regnante, mentre gli elfi ne hanno sette, uno per ogni tribù, più un Sommo Sovrano che li rappresenti tutti. Ogni volta che muore un re, gli elfi più anziani, i consiglieri di tutte e sei le tribù, le personalità più influenti e i capoclan si ritrovano in un nuovo consiglio generale, per eleggere chi tra di loro sarà il nuovo sovrano. Tutto chiaro?" Quando Connor smise di parlare, Mel si rese conto di essersi sporta verso di lui con il busto mentre era presa dal racconto; "Limpido" commentò sarcastica. Non aveva mai pensato a quale origine potesse avere la manipolazione, ma pensava che fosse sempre stata una capacità degli elfi. Quando finalmente si riscosse dai suoi pensieri, si accorse di essere decisamente troppo vicina a Connor, e che quest'ultimo, approfittando delle sue riflessioni, si stava divertendo a prenderla in giro con buffe smorfie. Mel si finse offesa incrociando le braccia al petto, ma all'ennesima linguaccia dell'amico un sorriso si fece largo sul suo volto.

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