8 - Fatica e soddisfazioni

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Una volta terminata la lezione di Erboristeria con Lorcan, i tre ragazzi scattarono fuori dalla serra e si diressero correndo in città: avevano solo un'ora prima dell'inizio della lezione con Moira, che di certo non avrebbe tollerato ritardi. Scivolavano ridendo nei vicoli e nelle scorciatoie, guidati da Aine, che conosceva la città come le sue tasche, e che sapeva come evitare strade troppo affollate che li avrebbero rallentati. La giovane ragazzina si muoveva con disinvoltura, nonostante la sua cecità: poco prima, nella serra, le aveva spiegato che riusciva a percepire ogni minima vibrazione o spostamento d'aria, in questo modo riusciva a percepire oggetti e persone intorno a lei con la massima precisione. Mel inizialmente era preoccupata per la sorte di quella ragazzina, ma le era bastato parlarle per cinque minuti per ricredersi, e ora provava solo una grande ammirazione per Aine e per le sue capacità. Raggiunsero la bottega del fabbro in pochi minuti, Mel si stupì di non avere nemmeno il fiatone: le nuove abilità elfiche iniziavano a farsi sentire. La fucina era una costruzione in pietra con un'insegna in ferro battuto che pendeva dall'uscio. Sull'architrave erano tracciate le parole "Gofannon: armi e utensili" in vernice rossa, e poco più sotto "cercasi garzone: astenersi idioti, incompetenti e Connor Flynn". Mel indicò il cartello a Connor con uno sguardo interrogativo, lui per tutta risposta scoppiò a ridere facendo un gesto con la mano come a dire che era una storia troppo lunga. Poi il rosso la superò sicuro, entrando nella bottega buia, seguito dalle due ragazze. All'interno c'era un caldo infernale, l'unica fonte di luce erano le fornaci che ardevano qua e là. Un elfo alto e nerboruto si fece avanti zoppicando leggermente su una zampa di leone metallica che portava al posto della gamba destra. Il volto squadrato era coperto da una folta barba grigia, bruciacchiata in più punti, mentre i capelli erano raccolti in una coda sulla nuca. Appena li vide li squadrò con gli occhi neri per poi grugnire qualcosa che assomigliava molto ad un "fuori di qui." "Dai, Gof, mi spiace per l'incidente della fornace, giuro che non ho fatto apposta! E poi non sono qui per me, è per un'amica!" Disse Connor, per nulla intimidito, spingendo avanti Mel con una mano. La ragazza si limitò a fare un cenno di saluto con la testa, mentre il fabbro la esaminava. "E questa qui sarebbe l'ultima eletta giusto? Sei un po' magrolina, sicura di riuscire a reggere una spada? O anche una forchetta..." borbottò scettico Gofannon. "Be' potrebbe stupirsi di come una ragazza 'un po' magrolina' riesca a mandare un soldato del vostro esercito a sbattere con il fondo schiena nella polvere" ribattè lei indispettita, incrociando le braccia sul petto. L'elfo scoppiò in una fragorosa risata "D'accordo, miss Lingua-tagliente. Sembri più sveglia della maggior parte delle reclute tirate a lucido di Moira, alcuni di quei manichini non saprebbero nemmeno scrivere il loro nome. Cosa ti serve esattamente?" Mel si voltò verso Connor, che le fece cenno di proseguire. La giovane estrasse la sciabola "questa è una lama sportiva terrestre, io sono abituata a battermi con questa, e mi ci vorrebbe troppo tempo per imparare un nuovo stile di combattimento che si adatti alle vostre armi elfiche, e sicuramente non otterrei gli stessi risultati. Allo stesso tempo non posso usare un'arma così leggera perché non resisterebbe ad uno scontro, e in oltre essendo sportiva è smussata, e quindi inutilizzabile in un duello reale. Perciò volevo chiederle se è possibile creare un'arma che sia resistente, non sbilanciata sull'elsa e che si adatti a me?". Il fabbro soppesò la sciabola, osservandone la fattura, poi la mise su una bilancia e ne annotò i valori su un taccuino macchiato di fuliggine; probabilmente non aveva mai visto o lavorato con armi del genere, a giudicare da come ne osservava incuriosito la fattura. Poi le porse nuovamente l'arma e li condusse tutti in un cortile sul retro della bottega. "Devo capire come combatti per poter creare quello che mi chiedi: non ha senso fare un'arma personalizzata a metà, deve rispecchiarti, essere tua gemella, prevedere i tuoi movimenti per assecondarli." Lei e Connor si sfidarono in un breve duello dimostrativo, sotto gli occhi attenti di Gofannon; poi il fabbro le prese una serie di misure con un metro a nastro, che appuntò sul suo taccuino. "Ehm...Gof? Potrebbe essere pronta per, diciamo, la fine della settimana?" chiese Connor con voce stranamente incerta. "COSA?!" tuonò il fabbro a quella richiesta "tu, razza di imbecille, vuoi che io crei una spada personalizzata e totalmente insolita nel giro di due giorni? Tu, ragazzo, hai il cervello di un troll!"

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