9 - Manipolazione

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Doran si fermò accanto ad un ruscello che scorreva al limitare della radura e si voltò di scatto verso di lei. Era un posto insolito da scegliere per un combattimento: aveva scelto una zona in prossimità di un corso d'acqua, perciò il terreno era scivoloso e cedevole, il che rendeva difficile compiere movimenti precisi o rapidi. Ma in fondo lo scopo dell'esercitazione era quello di metterli in difficoltà, così Mel scrollò le spalle e sfoderò la sciabola, mettendosi in posizione. Doran scattò per primo, sembrava spostarsi con estrema sicurezza, noncurante del suolo scivoloso. Mel parò il fendente diretto al petto con un fluido movimento del polso, cercò di accompagnare il movimento della spada avversaria, provando a smorzare almeno in parte il contraccolpo sulla sciabola sportiva. Riusciva a prevedere più in fretta i movimenti dell'avversario ora che il suo corpo iniziava ad adattarsi alla sua trasformazione. Cercò di lasciarsi andare, abbandonandosi in parte al suo istinto, ma mantenendo la mente lucida. Scattò lateralmente, mirando al fianco destro del giovane, dove era più scoperto. Aveva già combattuto contro avversari mancini, ma nessuno aveva la padronanza di Doran. I colpi si fecero più rapidi e il duello più serrato: il moro si muoveva rapidamente, mentre Mel tentava di non mettere i piedi in fallo. L'eletto le danzava intorno, attaccando con colpi rapidi e precisi, ma Mel li parava con facilità sorprendente, tanto che persino sul volto dell'elfo trasparì un'espressione stupita. All'improvviso la giovane tentò un affondo, sbilanciandosi in avanti, ma quando tentò di rialzarsi il terreno cedette sotto di lei, bloccandole la caviglia in una morsa viscida. Alzò lo sguardo, preparandosi a difendersi da un fendente del giovane, ma Doran non stava attaccando. Il moro la guardava divertito, il braccio che impugnava la spada pendeva lungo il suo fianco, come se non avesse intenzione di approfittare del vantaggio. "Qualche problema?" chiese sarcastico accennando alla sua caviglia bloccata. "Non dovresti fermarti: lo scopo era riuscire a difendersi in ogni situazione" rispose Mel stupita da quell'atteggiamento. "Cosa credi, biondina? Che lo faccia per pietà?" Doran scoppiò in una fredda risata "Ho vissuto abbastanza da dimenticarmi la compassione durante un duello. Lo faccio solo perché se ora ti muovi bruscamente ti si slogherà una caviglia, e io di certo non voglio essere rallentato nella missione da una novellina azzoppata." Mel strinse i pugni indispettita, ma non ribattè. Doran aveva ragione, ma questo non rendeva la situazione meno imbarazzante. "Comunque, visto che ci tieni a cavartela da sola, io non ti aiuterò: liberati." Disse secco prima di allontanarsi, diretto al ruscello. Mel lo guardò andare via, decisamente perplessa. Poi si riscosse, doveva liberarsi. L'altro piede non avrebbe aiutato, sarebbe solo rimasta invischiata ancora di più, ma doveva pensare a qualcosa in fretta, era già sprofondata fino al ginocchio. Si guardò intorno, ma alla sua portata c'era solo un grosso tronco caduto, che non sarebbe mai riuscita a sollevare senza sprofondare ancora di più. Ma forse aveva un idea. Sperando che le sue nuove abilità non la abbandonassero, posò entrambe le mani sul tronco, poi, con un colpo di reni e usando la gamba libera per darsi un ulteriore slancio, fece leva usando il tronco come perno stabile. Quando la caviglia si liberò ci fu un rumore simile a quello di una ventosa, Mel si mantenne in verticale per un istante e spingendosi con le braccia riuscì a gettarsi oltre quell'odiosa pozza melmosa. Atterrò all'asciutto, spendendo un momento per stupirsi del controllo strabiliante che aveva sul suo corpo. Da bambina non aveva mai imparato a fare nemmeno la ruota come le altre bambine; non che fosse mai stata esclusa, semplicemente non le interessava. Quando ritenne di essersi rallegrata abbastanza per le sue abilità, corse a cercare Doran, stando ben attenta ad evitare le pozzanghere. Lo scorse poco dopo, sulla riva del ruscello, seduto a terra a gambe incrociate rivolto verso l'acqua, di spalle rispetto a lei. Si avvicinò in silenzio per vedere cosa stesse facendo, immobile in quella posizione. Quando gli fu accanto per poco non cacciò un urlo: aveva gli occhi chiusi, le mani tese con i palmi rivolti verso l'alto, ma sospesa a pochi centimetri dalla sua pelle c'era una sfera d'acqua che vorticava a mezz'aria, controllata dal ragazzo, a giudicare dall' espressione concentrata del suo viso. La giovane non avrebbe saputo dire quanto tempo rimase a fissare quel prodigio, ma si riscosse all'improvviso quando il moro si schiarì la voce rumorosamente, con fare infastidito. "S-scusa... Non volevo disturbarti! Me ne vado subito" disse indietreggiando. Ma parlare aveva solo peggiorato la situazione, infatti la sfera d'acqua iniziò a deformarsi e a gocciolare sempre di più, finchè Doran non lasciò cadere le braccia lungo i fianchi con un sospiro rassegnato, lasciando che la sfera si infrangesse nel ruscello, schizzando il giovane. Il moro aprì gli occhi e si volto verso di lei con aria decisamente scocciata. "Sempre al momento giusto eh?" sbottò verso la ragazza. Mel dal canto suo non pensava affatto di meritare un simile trattamento, soprattutto perché non era sua intenzione disturbarlo, era successo e basta. La bionda incrociò le braccia sul petto, guardandolo torva, riflettendo su quello che aveva appena scoperto. "Hai barato!" sibilò diretta al giovane "controlli l'acqua, ecco perché riuscivi a muoverti sul fango poco fa, controllavi l'umidità del terreno in modo da non scivolare, ecco perché non hai avuto problemi! Certo che avresti potuto darmi una mano con la caviglia." Doran la guardò sollevando un sopracciglio "sei più sveglia di quanto pensassi! E sentiamo cosa ti ha fatto giungere a questa brillante conclusione? Forse la sfera d'acqua fluttuante?" disse deridendola. Quel ragazzo iniziava a farle saltare i nervi. "Almeno io non abbandono un avversario bloccato a terra quando ho paura di perdere in un'esercitazione" gli rinfacciò rispondendo a tono. Poi si voltò, e senza aggiungere altro fece per tornare alla radura, ma all'improvviso sentì uno schiaffo freddo sul collo: Doran le aveva scagliato contro una delle sue sfere d'acqua. Mel sospirò dandogli le spalle, poi con un gesto fluido estrasse la sciabola e si voltò a fronteggiare il moro, con un sorriso di sfida sul volto. "Vuoi la rivincita, biondina?" le chiese Doran. Mel non si degnò nemmeno di rispondere, si limitò a scattare in avanti pronta ad attaccare.

Duellarono a lungo, forse addirittura ore, mettendo in pratica i loro colpi migliori; nessuno dei due si risparmiò nel ricorrere a trucchi o strategie: Moira era stata chiara su quel punto, in guerra, nel mondo là fuori, non esiste la cavalleria. Mel dovette impegnarsi a schivare anche gli attacchi di manipolazione del suo avversario, che plasmava lame d'acqua o fruste serpeggianti dal ruscello lì vicino, ma notò anche che non poteva mantenere a lungo il controllo sull'elemento, e che ogni volta che ne faceva uso sembrava stancarsi enormemente. All'ennesimo pareggio crollarono entrambi a terra, sfiniti.

"Come hai imparato? La manipolazione dell'acqua, intendo." chiese Mel quando ebbe recuperato il fiato. "Ho dovuto. Ho, più o meno involontariamente, fatto incazzare un troll" rispose ridacchiando sommessamente. Mel si sollevò a sedere, improvvisamente incuriosita "che aspetto hanno? Nel mondo umano ci sono molte varianti, tutte diverse tra loro e spesso in contrasto." "Be' ti auguro di non incontrarne mai uno, biondina, ma purtroppo sono molto numerosi. Vivono nelle foreste a nord, vicino al confine con i presidi della Luce. Sono grossi, tremendamente irritabili, e la loro faccia fa pensare che si siano schiantati contro ad un albero ad alta velocità, il che spiegherebbe anche perché siano così stupidi." Mel annuì, riconoscendo alcune leggende che aveva letto da bambina nel racconto del giovane, ma si accorse anche di uno strano dettaglio nel suo racconto. "Come mai eri al confine con la tribù della luce?" chiese curiosa. Il ragazzo si rabbuiò all'istante, e non diede segno di voler rispondere alla domanda. Dopo un silenzio imbarazzante disse solo: "fatti prestare qualche libro di storia dal vecchio Locksley, faresti meglio ad essere preparata a quello che c'è là fuori" e poi se ne andò, lasciandola sola sulla riva del ruscello.

Per ora di pranzo Moira li ricondusse in città, e lasciò loro un paio d'ore di libertà prima della "Riunione Tattica" come l'aveva definita lei, ossia un incontro per informarli del piano da seguire per la loro missione. In realtà nessuno dei ragazzi sembrava aver capito in cosa consistesse esattamente il loro compito, doveva trattarsi di un viaggio attraverso l'intera Damara, per compiere ambascerie e indebolire le roccaforti nemiche, ma non sapevano nulla di più. Ma finalmente quel pomeriggio sarebbero stati informati, o almeno così speravano. Nel frattempo Mel decise di fare un salto da Gofannon per chiedergli come stesse procedendo il lavoro sulla sua spada, così Connor, Aine e persino Doran decisero di accompagnarla. Il moro non aveva più accennato alla loro discussione, e Mel scelse di non infastidirlo oltre, quel ragazzo sapeva essere davvero irritante quando ci si metteva, e l'unico in grado di sopportarlo per più di cinque minuti sembrava essere Connor. Sembravano conoscersi bene, e con lui Doran appariva meno sociopatico, pur restando a malapena sopportabile. Quando raggiunsero la fucina, Gofannon era intento a soffiare aria in una fornace con un enorme mantice, ma quando li vide si interruppe e li salutò con un cenno del capo. Il fabbro le impedì a tutti i costi di vedere la sua spada, che ancora non era pronta, a detta sua, infatti, 'un capolavoro deve essere visto solo una volta terminato, quando potrà solo essere ammirato e invidiato nella sua forma finale'. I ragazzi si scambiarono sguardi straniti: l'elfo si comportava con le sue lame come si sarebbe comportato un padre esigente con i suoi figli, erano le sue creazioni e lui pretendeva che fossero perfette in ogni loro aspetto. Ma loro non avevano tempo per aspettare la perfezione, sarebbero partiti nel giro di due giorni e a Mel occorreva un'arma funzionale e resistente. Quando il fabbro ebbe loro assicurato più volte che la spada sarebbe stata pronta in tempo, finalmente si decisero a lasciare la fucina, per dirigersi verso la sala del consiglio, dove si sarebbe tenuta la riunione.


- Angolo Autrice -

Buonsalve! Allora, in questo capitolo viene introdotta la Manipolazione degli elementi in modo più esplicito. Era già stata accennata con Aine, che la usa per muoversi in aria nei suoi combattimenti e per percepire gli oggetti intorno a lei. Aine ha un controllo decisamente maggiore sul suo elemento rispetto a Doran e a molti elfi, essendo costretta ad avere una precisione estrema a causa delle sue condizioni. Doran è il personaggio più difficile da gestire: non voglio che sembri il solito "Bad boy", anche perchè non lo è affatto. Nel prossimo capitolo si approfondirà anche la figura di Niamh, l'ultima eletta, e anche parte della sua storia. Ci avviciniamo sempre di più alla partenza, e io non vedo l'ora!

Al prossimo capitolo,

Julai

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