Capitolo Undici

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"Per tutti gli Dei di Roma!" imprecó il ragazzo con il pennacchio. "Quella era sul serio una..."
" Banshee" non ebbe il tempo di replicare che la sua collega finì la frase per lui.
Intanto Belle si era accasciata sulle proprie ginocchia, stremata.
"Wow, Sei stata magnifica!" Si complimentó il ragazzo, affascinato. Belle annuì debolmente per ringraziarlo. La ragazza l'aiutò a sorreggersi. Aveva i capelli di un nero lucente, raccolti in una lunga treccia. I suoi occhi erano di un azzurro chiarissimo e i lineamenti erano severi, il che la faceva sembrare più grande di quel che probabilmente era.
"Come ti chiami?" Le domandò quasi con freddezza.
"Isabelle" rispose flebilmente la ragazza dai capelli rosa.
"Io sono Reyna" si presentò mentre il ragazzo si prendeva la borsa di Belle in spalla. Oltrepassarono la porta e si trovarono su un prato di erba verde. "E comunque questo è Hugh" disse indicando il proprio collega che rivolse alla giovane stremata in cenno d'assenso che venne poi ricambiato. Hugh prese la parola."Ora, mia cara Isabelle, dovrai fare un ultimo sforzo". A quelle parole la quattordicenne dai capelli rosa alzò gli occhi al cielo. "Che devo fare? "Riuscì poi a domandare.
"Devi attraversare il Piccolo Tevere. Poi sarai in salvo".
Isabelle sbuffó. E Hugh con un lancio potente fece atterrare dall'altra parte del fiuma la borsa di Belle. " Ehi, là dentro ci sono i miei effetti personali!" Protestó.
Hugh e Reyna si buttarono nell' acqua del piccolo Tevere per poi raggiungere l'altra riva a grandi bracciate. Isabelle, anche se controvoglia, li seguì verso "il porto sicuro per i semidei" come avrebbe detto Lupa.

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