Capitolo Ventidue

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"Reyna, che tu sappia i Pegasi cagano collanine?"domandò la ragazza dai capelli rosa con voce serissima. Fissava la collana di perle di avorio che  imperiava su una montagnola di escrementi di cavallo alato. Non escludeva nemmeno la possibilità che l' odore di feci di unicorno, inalato per molto tempo, avesse effetti allucinogeni. A questo mondo non si può mai dire. Perciò aveva ritenuto opportuno porre quella domanda alla figlia di Bellona. La figlia della dea della guerra inarcò le folte sopracciglia nere. "Mi stai prendendo in giro, Pink Lady?".

"Vieni a vedere tu stessa!" la incitò Belle. Quando Reyna arrivò, Isabelle indicò la montagnetta che era la sede del gioiello in questione. Un' espressione sbalordita si dipinse sul voltò della giovane semidea. "Be' è una bella collana. Non possiamo lasciarla lì" disse Reyna.

"Io non la prendo!" esclamarono in coro. Isabelle sospirò. "Sasso carta forbice?" propose la semidea dai capelli neri. L' altra annuì. Reyna fece sasso. Isabelle forbice. Aveva perso. Tra un' imprecazione e l' altra, tirò fuori la collanina da quello che una volta era il pasto di qualche pegaso. Una volta nelle sua mani, la collana si trasformò in un  pugnale. Aveva l' impugnatura rivestita di cuoio e sull' elsa vi erano incastonate perle bianche identiche a quelle della collana insieme ad alcune parole in greco antico. Era una bellissima arma. Aveva un solo difetto. La puzza.



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