Capitolo Venticinque

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Reyna accarezzó delicatamente la grafia disordinata di Isabelle,consapevole del fatto che la sua amica era stata l'ultima a toccare quel pezzo di carta. La lettera parlava chiaro. Se ne era andata. La rilesse per l' ennesima volta.
Cara Nyna,
Come tu per certo sai, non ho la minima idea di chi siano i miei genitori. Non ho intenzione di non saperlo per tutta la vita come fanno certi semidei. Ho scoperto chi potrebbe aiutarmi a scoprire la loro identità.Voglio trovarlo e costringerlo ad aiutarmi. Ho bisogno di risposte, Reyna. Ho bisogno di scoprire chi sono realmente; per questo ho deciso di partire e lasciare il Campo Giove. Tu sei la cosa più bella che ho trovato al Campo e mi dispiace molto andarmene senza di te. Spero che tu possa capirmi come hai sempre fatto da quando mi hai conosciuta. Un giorno ci rivedremo, ne sono certa.
Baci, Pink Lady
P.s. Fai qualche scherzo a Ottaviano da parte mia e leggi questo libro, è molto istruttivo.
Così Isabelle era andata senza prendersi la briga di salutare. L'aveva abbandonata come aveva fatto Hylla. Era di nuovo sola. Per l'ennesima volta. Provò rabbia verso Belle. Perché non l' aveva informata della sua decisione di partire? Se solo glielo avesse detto, Reyna l'avrebbe seguita. E invece no.
Le persone a cui teneva avevano sempre la strana abitudine di pensare a lei come ultima risorsa.
Sentì la voce di Hugh che la chiamava da fuori l' alloggio femminile. Posò sul proprio letto il libro e la lettera di Isabelle.
"Abbiamo un Novellino a cui far fare il giro turistico" le disse il figlio di Vulcano, sbuffando.
"Eccolo" aggiunse poi Hugh.
"Ciao, io sono Reyna" si presentò con lo stesso tono freddo con cui si era pesentata a Isabelle. Il ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri la squadró e poi le sorrise.
"Piacere, Jason Grace".

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