Capitolo 27

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Era finita così. E no, non la nostra storia, ma siete scemi? Era finita così la nostra conversazione ed ero triste, ma non proprio, ero.. Ero solo confusa, avevo solo voglia di rivederlo e riabbracciarlo anche questo giorno.
Così appena sveglia evitai di scrivergli, preferii andare in piscina a godermi il sole e i miei amati balli di gruppo, quando iniziai a parlare con Liam (ricordate no? Quell'ultra ventenne che si addormentò sotto il condizionatore con Austin quando arrivai al villaggio, ecco lui.. E se non ve lo ricordati fatti vostri, cioè non è che posso fermare i miei ricordi, loro spingono e io devo continuare a buttarli fuori. E adesso?.. Dove ero rimasta.. Ah sì.) che si avvicinò a me mentre ero vicina alla cabina musica dove stava il capo animatore Moisés.

Liam: Ciao bellissima, come va?
Mia: Beh devo dire che va tutto bene (dai ragazza, siamo sempre alle solite. Sai essere più convincente di così. Ne sono sicura, avanti su ritenta) Cioè volevo dire che .. Ieri con Austin è successo un casino.. (La prossima volta sto zitto ho capito, il tuo subconscio abbiamo capito che non ti serve ad un cazzo.)
Liam: Mia, senti a me. Io voglio molto bene ad Austin ma ne voglio tanto anche a te ed ascoltami, lui non è cosa, lui non è, non sarà un fidanzato di quelli che pensi tu.. Lui vuole soltanto un gioco estivo.. Pensaci (dispiaciuto, mettendomi una mano sulla spalla..)
Mia: D'accordo.. A stasera Liam (mi si leggeva in faccia il dolore..)

Così come una stupida (quella che sono sempre stata) mandai un messaggio ad Austin, e nel frattempo andai ad immergermi in piscina per non pensare a nulla. La conversazione andò un po' così..

Mia
Austin volevo chiederti una cosa, se mi prometti che non ti arrabbi, che non te la prendi ecco

-

Austin
Dimmi

-

Mia
No nulla, ho cambiato idea era una cazzata evita di pensarci

In un lasso di tempo di quattro minuti cambiai idea (si i miei bagni non duravano molto, ero un flash, i miei amici mi odiavano, loro preferivano diventare pesci rugosi) ma Austin non era d'accordo, così..

Austin
Vieni a casa da me per favore?

Iniziò a battermi il cuore, non era la prima volta che andavo da lui, ogni volta era un'esperienza unica, così controllai il perimetro come una brava stalker e vidi che i miei non erano interessati ai miei spostamenti, misi i pantaloncini ed andai a casa sua.
Devo ammettere che rimasi circa dieci minuti buoni a pensare 'torno indietro? No che dico.. Busso? Noo, e se poi c'è qualcuno? Se mi vede sua sorella? Ma no dai non mi avrebbe detto di venire..'
Insomma mi decisi e bussai.

Austin: Chi è?
Mia: Chi può essere? (Che domanda intelligente pensai)
Austin: Sto studiando (portandomi nella stanzetta) cosa devi dirmi? (Con tono tipico del genitore che crede di sapere tutto)
Mia: Nulla davvero..
Austin: Aspetta un attimo..

Andò al bagno, forse a lavare i denti, la situazione in camera era del genere 'sto cercando di studiare, non ci riesco e sto impazzendo' c'erano fogli ovunque, il suo letto non si vedeva! Era pieno di libri e quaderni o appunti (che scrittura strana la sua eh.. Okay basta torniamo a noi. Si però davvero.. Un bel corso di calligrafia non avrebbe fatto male, del resto quasi tutti i maschi... Basta. A noi.) decisi così di sdraiarmi nel letto accanto, quello della sorella.
Mentre fissavo il soffitto qualcosa mi salì di sopra, o meglio qualcuno, o meglio si tuffò a bomba sopra di me.
Iniziò a baciarmi e a dirmi che se non gli dicevo la situazione non mi avrebbe lasciata andare (continua pure, se la metti così non parlerò mai caro mio) poi capì che con me funzionava di più la tecnica del 'sono offeso non ti guardo' si spostò nel suo letto e si mise a fissare i fogli, e lì crollai (come ogni donna del resto).
Gli salii di sopra e gli presi il viso per farmi guardare negli occhi, poi iniziai a raccontargli (non so con quale forza) della chiacchierata con Liam.. Iniziò a cambiare in volto, poi io aggiunsi..

Mia: Te lo avevo detto che era una cazzata (fingi, stai fingendo.)
Austin: Secondo te questa è una cazzata? (Non sapevo cosa pensasse in realtà.. Non posso raccontarvelo se non posso ricordarlo..)

Iniziai a baciarlo e cambiammo discorso. Ricevetti una chiamata (un'ansia continua con queste minchia di chiamate), era mia madre che mi diceva che quella sera dovevo tornare prima a casa perché avevamo degli ospiti sia questa sera che la serata successiva così baciai Austin e tornai a casa..
Ero sul punto di piangere per i troppi pensieri quando mi accorsi che casa mia era diventata una sorta di ristorante abusivo (tavoli nel giardino per la famiglia di amici con il padre che aveva la gamba ingessata e che quindi non poteva salire le scale, griglia piena di uomini attorno, salgo le scale e TADAAM altri tavoli ed altri amici di famiglia, la cucina? Non si vedeva. Piena di donne, di ragazze. La stanzetta? Piena di bambini. Mi avevano occupato la casa.) così decisi di non pensarci troppo.

Sembrava tutto 'normale'..
Si fermò per prendere respiro, vomitò troppi ricordi per questa volta..

Vomito ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora