Capitolo 18

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Mi svegliai, nonostante i pensieri, contenta, solare, sorridente. Quando aprii gli occhi la prima cosa che vidi fu la sua felpa, quella bellissima felpa.
Ricordo che mi svegliai con tutti che facevano colazione, e ricordo anche che mio padre e mia madre ogni tanto fissavano la felpa, e stavano in silenzio, specialmente mio padre.
Ero sicura che la sera prima lui però mi vide indossarla, quando tutti erano al bar a giocare a carte ricordo che io ero in un altro tavolo a vedere i giochi di prestigio di Moisés (capo animatore) con altri pochi, e con Austin quando..

Delia: Mi.. Pa..ava.. (Alzando la testa per farsi vedere in mezzo alla tavolata dei ragazzi che giocavano a carte)
Mia: Cosa Delia?? (Inutile dire che non capii nulla per la confusione)

Passarono cinque minuti..

Delia: Tuo padre è uscito dalla piscina e ti ha cercata con lo sguardo, ti ha vista con la testa appoggiata ad Austin che ti riscaldava.
Mia: Merda. (Spiegando ad Austin)

Ricordo che quando andammo a prendere la felpa a casa di Austin passammo dopo di nuovo per la piscina, per arrivare al muretto, è lì che sono sicura che mio padre mi vide.

Ma tornando a noi, mi preparai per andare in piscina a ricominciare con quelle attività che tanto mi erano mancate:

09.30 Apertura
10.00 Risveglio muscolare/torneo bocce o freccette
11.15 Acqua gym/torneo di biliardino o pallanuoto
12.15 Balli di gruppo seguiti dal gioco aperitivo
12.30 Chiusura

E dopo tutto da capo nel pomeriggio, inutile dire che io essendo una ragazza iperattiva, svolgevo tutte le attività.
Quella mattina andai in piscina col sorriso stampato sul viso, e andai a salutare gli animatori (come usavo fare tutte le mattine) andai da Moisés e..

Mia: Buongiorno Moisés
Moisés: Buongiorno bella, tutto apposto?
Mia: Oh sì, tutto bene..
Moisés: Con Austin?
Mia: Alla grande (sorridendo come una rincoglionita)

Eh sì, Moisés sapeva tutto, ricordo che con lui le settimane a luglio mi sfogavo, ricordo che un pomeriggio mentre i miei erano in piscina, mentre tutti erano in piscina, io ed Austin andammo al bar a prendere un gelato e che lui mi prese la mano.. Lì arrivo Moisés, ricordo anche che ridemmo un po'..

Moisés: Ora vi rompo un po' le palle (facendoci ridere, anche perché lui era un ragazzo di colore, non parlava molto bene la nostra lingua.. Sbagliava sempre qualcosa, ma lui in se era un personaggio) Tu devi trattarla bene, devi amare lei, perché se no io ti spezzo, perché lei è l'unica ragazza davvero buona che io ho conosciuto qui dentro (rivolgendosi ad Austin, poi concluse con il suo 'slogan') ricordatevi 'cuore, fiore, amore, cupido BAM'

Ricordo che scoppiammo a ridere, che lui era imbarazzato davvero, e che lo tranquillizzai con un bacio.. Ma tornando a noi, andava tutto bene, e sapevo anche che quella sera sarebbe stata magnifica, Austin avrebbe giocato la finale del torneo fra villaggi, ed io sarei andata a vederlo.
Cominciò a piovere, cenammo un'altra sera con il rumore della pioggia, e per un'altra sera in piscina non vi fu spettacolo e nemmeno i balli di gruppo, così io dopo cena andai a vestirmi, e corsi ai campi.
Avevo messo dei pantaloni di tuta a cavallo basso neri, converse basse nere, e un top, ovviamente sopra la sua felpa.. Ricordo che quando entrai ai campi lui e i suoi compagni di squadra (che erano dentro a provare passaggi) si fermarono a guardarmi e a dire qualcosa ad Austin ridendo (le solite battutine insomma), e ricordo che lui era rimasto bloccato a fissarmi, accennò un sorriso e continuo a giocare (anche perché doveva rimanere concentrato).
Arrivarono tutti gli adolescenti del villaggio, ed i tifosi della squadra avversaria (con il quale si ebbe una breve rissa all'inizio e alla fine della partita), arrivarono i genitori di Austin e ricordo lo sguardo continuo della madre su di me, avrà notato la felpa? Certo che sì. Andiamo..

(Un amico): Ma questa felpa? (Dicendolo ad alta voce)
Mia: È di Austin (cercando di non farmi sentire)
(Un'amica): Ah certo! Con la felpa di Austin! (Urlandolo ai quattro venti)

Cominciammo i cori.
Urlammo a squarciagola, ad ogni fallo saltavamo dalle sedie, ad ogni goal ci arrampicavamo nella rete (specialmente per il goal di Austin), ad ogni parola o cenno fatto da parte degli avversari scoppiava un assordante coro di insulti.
Mi girai, mentre continuavo a cantare i cori con la voce che mi era rimasta, era lì. C'era mio padre, c'era la mia famiglia, c'erano gli amici di famiglia..

Finì la partita, vinsero, ricordo che tutti i tifosi corsero spingendo il cancello ed entrando nel campo, ci buttammo tutti sopra la squadra, tutti uno addosso all'altro. Eravamo contenti, ce l'avevano fatta. Vi fu la premiazione, ed io continuavo a pensare 'cazzo andate via genitori, voglio baciarlo, dirgli che è stato bravo!'
Finita la premiazione uscimmo dal campo, ed entrò negli spogliatoi per prendere il borsone, mi preoccupai. Gli avversari provocarono una lite, ma fortunatamente riuscimmo ad allontanarli, così Austin uscì e si sedette nella panchina con me che lo baciavo..

Austin: Ma mi spieghi come fai? Ad abbracciarmi e baciarmi nonostante sia una pozza di sudore?
Mia: Non puoi farmi schifo tu..
Austin: Vado a casa a fare una doccia e vengo a prenderti in piscina, d'accordo? (Baciandomi e poi sorridendo)

Andai in piscina, la pioggia era già terminata durante la partita quindi l'animazione riprese l'attività e vi furono i balli di gruppo anche se più tardi del solito, ricordo che però prima accadde qualcosa.. Qualcosa che mi sconvolse..

Vomito ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora