Capitolo 24

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Tornammo al villaggio, ci facemmo vedere da tutto il villaggio tutti colorati, e ci mettemmo a passeggiare come dei deficienti ridendo e ballando per le varie stradine, dopo ci salutammo e andammo ognuno ai rispettivi appartamenti. Io mi lavai, e dopo andammo nell'appartamento accanto dall'altra famiglia, avremmo mangiato lì. Ricordo che salii e..

Padre di Mara: Ma tuo padre non te lo ha detto che domani non se ne vuole andare e che vuole rimanere un'altra settimana? (Ridendo, io e il padre di Mara avevamo un rapporto di scherzo assurdo)
Mia: (scioccata, contenta e confusa) chee? Davvero?? Non ci credo, tu mi prendi in giro.
Padre di Mara: Io? Chiedilo a.. (indicando la madre di Mara)
Mia: Davvero resterò un'altra settimana?
Madre di Mara: Sì! (Ridendo anche lei)

Cominciai a saltare di qua e di là con quel costume e quella coroncina di fiori in testa per la serata stile hawaiano che ci sarebbe stata frà poche ore. Loro scherzavano, non sapevano che però mio padre un pensiero serio su questa cosa lo aveva fatto.. Ma ricordo che io ero illusa e che oltre alla felicità provavo tristezza perché quella sera Austin non sarebbe stato con me.
Mangiai, presi il biglietto da mio padre ed entrai nella piscina che si trovava di fronte al cancello della casa di questi amici di famiglia, la serata del ferragosto iniziò:

- Spettacolo dei 'Bruttos'
- Spettacolo con il fuoco, danza del ventre
- Balli di gruppo/Balli vari
- Giro pizza/Cocktail
- Fuochi d'artificio
- 00.00 Tuffo in piscina
- Volo delle lanterne

Questa fu la mia serata del ferragosto. Beh.. Non posso far finta di non ricordare una cosa tanto importante come la 'quasi sbronza' che ebbi quella sera.. Beh.. Ricordo che..

Era appena finito lo spettacolo con il fuoco, ed io ebbi l'intelligenza di pensare fra me e me..

'Dai se vado a prendere il cocktail gratis adesso? Ne ho voglia.. Tanto dai, non metteranno mica i balli di gruppo adesso.'

Così andai al chiosco e presi una vodka alla pesca liscia, un bicchiere enorme.
Ma il tempo di prendere quel dannato cocktail che, sì. Iniziarono i balli di gruppo. E con cosa? Con Augua Sala. La mia canzone preferita!
Cosa feci? Beh una cosa molto intelligente. Decisi di bere quell'enorme bicchiere di vodka tutto d'un sorso. Così, come se fosse uno shottino. Ricordo la faccia di un mio amico che mi vide che rimase scioccato, quasi impressionato da quello che avevo fatto.
Iniziai a ballare, la mia testa però era sempre in un punto: Austin.

'Cosa starà facendo? Si starà comportando bene? Mi starà pensando? Ma cosa sto dicendo non mi penserà mai si starà solo divertendo. Mi manca, ma a lui mancherò? Cazzo.'

Ballai molto, non mi fermai un secondo, avevo tutti i ragazzi di sopra ed il fatto che sapessero che avevo bevuto li faceva avvicinare ancora di più. L'unica cosa è che io non ero sbronza. Cercavo continuamente di allontanarmi dalla loro presa, ma loro continuavano a tirarmi per un braccio e farmi girare e girare e girare.
Ricordo luci, tante luci, sfere stroboscopiche, musica e musica.. Tanta gente che urlava e beveva, un odore misto di alcol, acqua per terra che per non scivolare ci voleva un miracolo divino. E nel frattempo? Nel frattempo io continuavo a ballare senza fermarmi, con Austin nella testa e i ragazzi attorno che continuavano a prendermi e farmi girare e ballare.
Così decisi di iniziare a ballare con gli occhi chiusi, se non potevo liberarmi dalla loro presa allora dovevo aggirare il problema, e con gli occhi chiusi devo dire che la testa non mi girava più di tanto.
Ricordo che dal nulla però arrivò mio padre, che mi prese per il collo (per farmi tenere la testa dritta) che stava venendo a darmi un biglietto per un altro cocktail ma che vedendomi con gli occhi chiusi mi portò a sedermi. Pensava fossi ubriaca.

NON ERO UBRIACA. POTEVO SEMBRARLO MA NO.

Cercai di farglielo capire ma nulla, l'unica ubriaca era mia madre (sì evitiamo vi prego) ma loro pensavano che solo per il fatto che ballassi con gli occhi chiusi fossi brilla.
Lanciammo in aria le lanterne, ricordo la tristezza nel vedere Mara lanciarla con il suo ragazzo, però poi..

Papà: Abbiamo contattato una signora che forse ci affitta la casa per una settimana.. (Aiutandomi ad accendere la lanterna)
Mia: Davvero? (Ero contentissima, forse non era più un'illusione)
Papà: Sì ma questa signora è un po' pazza, non si sa se ce l'affitterà.. Vedremo domani mattina.
Mia: Speriamo! (Avevo un peso dentro, non potevo andare via così dopo questa grande illusione)

Si fecero le 03.10 e mio padre decise che io dovevo tornare a casa con loro dopo ciò che aveva visto prima, così mandai un lungo messaggio ad Austin per chiedergli come stava e cosa mi era successo ed andai a dormire, il mio pensiero inutile dirlo era sempre lì.
In più si aggiungeva la speranza che il giorno dopo mio padre mi dicesse 'rimaniamo per un'altra settimana'.
Ricordo il buio, dopo quei pensieri crollai, come un sasso. Mi addormentai per la troppa confusione, avevo ancora la musica dentro le orecchie! Come se avessi una piccola band che usava il mio timpano come sala prove.
Quando mi svegliai però..
Valigie sopra valigie, Valery che piangeva..

Papà: La signora ci ha ripensato, non vuole più darcela..

Mi crollò il mondo addosso.

Vomito ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora