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Quella sera finii per scappare dal locale. Mattew si era offerto di accompagnarmi in hotel ma declinai l'offerta, dicendo che il mio capo sarebbe andato su tutte le furie. Così presi un taxi, che fu davvero un'impresa primo perché mi girava la testa e secondo perché di fronte al locale si erano radunati una cinquantina di paparazzi. 

in effetti però non avevo più visto Harry dopo il mio bacio con Mattew, non sapevo se fosse stato sempre dentro o se se n'era andato ma non riuscivo più a stare in piedi per colpa dei miei stivali e tornare in hotel era l'unica ipotesi in quel momento per me. 

Prima di entrare nella Lobby,cercai di ricompormi un attimo così da non sembrare uno straccio. 

Il receptionist mi salutò cordialmente e ricambiai con un sorriso, per poi salire al mio piano. Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Harry mi stava aspettando appoggiato alla sua porta. 

Era divino. Portava dei pantaloncini corti di tuta grigi, una maglietta a maniche corte nera come i suoi calzini, cosa che mi fece capire che era già tornato da un po'.

Non dissi niente mentre camminavo verso di lui. Lasciavo che mi squadrasse da capo a piedi con i suoi occhi. Sfilai la carta dalla mia borsa per aprire la porta ma prima che potessi allungare la mano per sbloccarla,lui afferrò il mio braccio e con una spinta decisa mi fece entrare nella sua stanza.

Non ero più entrata nella stanza da letto di Harry da quel giorno con Lux. Ricordai che era stato orribile, ma in quel momento era tutto diverso. Tutto sommato la stanza era in ordine, Anche le valigie per terra erano spostate in un angolo e c'erano alcune delle sue cose sulla scrivania ma non feci in tempo a capire di cosa si trattasse perché le sue mani mi afferrarono ai lati del collo prima di baciarmi.

Era il secondo bacio della giornata  e speravo con tutta me stessa che fosse meglio del primo. Era un bacio cattivo come lo era lui con me, pressava sulle mie labbra e mi faceva male. Ma, Cristo, era divino quanto lo era lui. 

Senza staccare le sue labbra e le sue mani dal mio collo, mi spinse contro la parete facendo aderire la mia schiena con il muro. Quando non ebbi più via d'uscita, lasciò il mio collo con una mano e la usò per risalire al di sotto del mio vestito, accarezzandomi la pelle con le sue mani calde e fermandosi giusto sull'orlo delle mie mutandine.

Staccai la mia bocca dalla sua per guardarlo dritto negli occhi. In effetti una parte di me non avrebbe voluto farlo, un po' per paura di rovinare tutto e un po' perché forse era uno dei gesti più intimi che avrei potuto fare con lui, anche più del sesso. 

Lui ricambiò lo sguardo ma fui io a parlare, ansi ad ansimare.

"Non farlo se fra dieci minuti te ne penti."

Continuai a guardarlo e lui continuò a guardarmi per almeno 5 secondi, poi, avvicinandosi alla mia bocca, leccò le mie labbra delicatamente e ci soffiò sopra prima di sussurrare: "Non me ne pento."

Rimasi stupefatta da quell'Harry. Per la prima volta mi aveva parlato senza arrabbiarsi o fare lo stronzo.

Rimanemmo per un'altra manciata di secondi ad ansimare uno nella bocca dell'altro, ma presto l'Harry incazzato si fece sentire di nuovo, facendomi voltare contro il muro e spingendo tutto il suo corpo contro il mio. Fu allora che sentii la sua forte erezione contro le mie natiche e il piacere invase il mio corpo.

"Perché non hai fatto quello che ti ho detto?" la sua voce profonda mi faceva toccare le stelle mentre le sue mani tiravano bruscamente su il mio vestito lasciando scoperto il mio di dietro. Sapevo che si riferiva al bacio con Matt.

"P-perchè sapevo che avresti perso la testa..."

Per un attimo lo sentii fermarsi e credo fosse dovuto al fatto che aveva visto il mio perizoma nero prima nascosto dal vestito. Un attimo dopo le sue mani stringevano le mie natiche. 

Stavo impazzendo e non potevo più aspettare. 

Diedi una forte spinta e riuscii a liberarmi, dirigendomi verso il letto. Lo notai osservarmi prima di seguirmi. Mi sedetti e sfilai gli stivali dai piedi. Stavo per sfilare anche il vestito ma Harry, che torreggiava in piedi di fronte a me, mi fece alzare e lentamente sfilò dalla mia testa il sottile tessuto nero. 

Non persi tempo e tolsi la sua maglietta, buttandola in terra ai miei piedi. Da quando l'avevo visto la prima volta desideravo farlo. Lo sentii stringermi la vita con un solo braccio e montarmi sul letto senza alcuno sforzo mentre con l'altro braccio si appoggiava al materasso. 

Aprii le mie gambe per farlo posizionare fra di esse e lui prese i mei seni fra le mani mordendoli prima di slacciare il reggiseno con abilità. Chissà quanti reggiseni aveva sganciato per essere cosi bravo. I miei sospiri si facevano sempre più pesanti mentre leccava i mie capezzoli e succhiava di tanto in tanto. 

Era fuoco in tutto quello che faceva. Era fuoco quando mi trattava male ed era fuoco quando faceva questo. 

Le sue mani scivolarono decise fino alle mie mutande, facendole scivolare via e rivelando il mio intimo tatuaggio a forma di cuore poco al di sopra del mio punto sensibile. 

I suoi occhi lo videro e fu come se avesse voluto mangiarselo. 

"Cos'è questo?" disse guardandomi.

"E' un tatuaggio!" 

"Questo lo so..."

"E allora perché fai queste domande?!"

"Perché voglio vedere la tua bocca muoversi..." 

E con questa frase si impadronì di quel poco di sanità mentale che mi era rimasta! Era Harry Styles ed io ero una ragazza normalissima, che fino a poco fa lui neanche sapeva esistere. 

Lo osservai abbassarsi fino alla mia apertura e quando capii, lui aveva già la sua lingua dentro di me.

Istintivamente inarcai la schiena e ansimai di piacere. 

"Harry... oddio..."

Era la tortura più bella mai provata in vita, ma era una tortura. Sempre e comunque una tortura.

I miei fianchi continuarono a spingere verso la sua bocca mentre le mie mani si aggrapparono ai suoi lunghi capelli per non farlo smettere. 

"Vieni Daisy, sulla mia lingua, adesso..." e fu la ciliegia su quella fottuta torta Styles.Lo feci e vidi i suoi occhi soddisfatti mentre leccava il mio piacere. 

Lo volevo da morire, era tutto quello a cui riuscivo a pensare. Lo osservai alzarsi e montare sopra il letto in ginocchio, in mezzo alle mie gambe tremanti. Con un leggero movimento sfilò i suoi pantaloncini lasciandomi osservare tutto quanto. Lo volevo e non potevo aspettare che prendesse il profilattico da qualche parte all'interno di una delle sue valigie. Era un tipo da Profilattico Harry?

No. Non lo era.

Si distese su di me e mi riempì.

Lo fece come da manuale, così bene che qualcuno forse sarebbe uscito dall'armadio per fargli un applauso o un coro. Era perfetto. Era perfetto quando iniziò a spingere dentro di me e io arrivai all'apice pensando che quella che sentivo era la sua pelle. 







Don't forget. [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora