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Harry's pov.

Non sono mai stato una persona facile con la quale stare. 

In effetti da piccolo lo ero. Tutti volevano avermi accanto perché ero molto simpatico e perché, secondo mio padre, ci sapevo fare con le ragazze.

Poi, con il tempo, lui e mia madre avevano divorziato. Anzi, avevano litigato e poi litigato, litigato e litigato ancora. E poi avevano divorziato. 

Ed io ero cambiato. A cosa serviva credere che un giorno sarebbe arrivata la ragazza giusta, che valeva la pena? A niente, perché poi alla fine sarebbe finita male. Quindi tanto vale non aspettarla nemmeno.  

Avevo scopato una miriade di donne. Grandi, piccole, della mia età. Avevo scopato e riscopato senza che loro si attaccassero a me. Semplicemente le mandavo via quando loro cercavano la relazione con me. 

Mi sentivo invincibile perché sentivo che la mia teoria era quella giusta: non avevo mai perso la testa per nessuna. E con nessuna intendo nessuna. Nemmeno una delle tante modelle strafiche che mi ero fatto. NESSUNA. 

Il Management mi voleva far passare come quello innamorato dell'amore ma la verità era che ero innamorato solo di me stesso.

Ed ero invincibile, ero forte e nessuno poteva tirarmi giù. Ho sempre pensato a questo, ho sempre pensato che distruggere il cuore di Harry Styles era impossibile. 

E invece è bastata quella fottuta ragazza in metro. E invece è bastata Daisy Parson.

Ho iniziato a offenderla, a buttarla giù, sperando si allontanasse da me,anche se avrei voluto il contrario. Ma io ero invincibile, giusto? 

Dopo quella lite furiosa e quello schiaffo, me n'ero andato, avevo passato la serata a scopare altre due donne. Non ricordo nemmeno il loro volto, nel loro volto io vedevo quello di Daisy. 

Seppi che quella sera lei aveva dormito con Niall e per un momento avrei voluto correre da lei e sfasciare la camera del mio amico dalla gelosia. Poi la mia parte razionale mi aveva fatto capire che Niall non avrebbe mai fatto niente con lei e soprattutto che lei aveva bisogno di starmi lontana quella notte. Avrei sicuramente rimediato il giorno seguente in aereo. 

Mi ero svegliato, mi ero lavato, avevo preparato le valigie di fretta e furia ed ero uscito, chiedendo al mio autista di portarmi in aeroporto senza aspettare gli altri.

Solo quando arrivai sull'aereo, mi accorsi di essere l'ultimo. Gli occhi di tutti quanti erano puntati su di me ma nessuno diceva una parola. Decisi di evitare tutti quanti, sedendomi al mio posto e cercarla con la coda dell'occhio nel posto vicino a Paul, ma la sagoma al suo fianco era troppo grossa e maschile per essere lei. 

Mi voltai e osservai lo sconosciuto accanto a lui. 

"E lui chi è?" Perché Daisy non è ancora arrivata? Lei è sempre in orario. 

"Lui è il nostro nuovo addetto stampa Harry, Dave."

Cosa? Cos'era, uno scherzo? Paul voleva fottutamente scherzare oggi? 

"Daisy è la nostra addetta stampa." risposi con tono ovvio.

"Daisy è su un volo per Londra da 4 ore e mezzo Harry."

E fu in quel momento che mi resi conto di quello che avevo fatto. Me ne resi conto mentre mi sedevo sul mio sedile con accanto nessuno. 

Aveva ragione, ero solo. Lei se n'era andata. Guardai Lux giocare con sua madre nei sedili di fronte al mio.

"Lux dove hai messo la tua bambola?"

La piccola mi guardò dritto negli occhi ed il suo sguardo si fece serio.

"L'ho data a Daisy stamani, prima che se ne andasse. Così non sarà proprio sola a casa." 

E il fiato mi si mozzò in gola. Le gambe gelarono. Lei non c'era più. 





Don't forget. [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora