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Eccoci NeverGiveUp1994!

***

Ci sono giorni in cui vorresti sparire, evaporare dalla faccia della terra. Semplicemente alzarti e andartene senza che nessuno ti guardi o ti dica qualcosa. 

Ma per me era impossibile. Quel giorno per me era impossibile.

Aprii lentamente gli occhi,già consapevole di quello che mi aspettava. Bene, se Paul non mi aveva licenziata il giorno prima, lo avrebbe fatto sicuramente quel giorno.

Niall se ne stava seduto al mio fianco, sorridente mentre scriveva qualcosa al telefono.

"Niall." dissi io stropicciandomi gli occhi.

"Ehi Daze! Buongiorno!"

"Sei così felice per il giorno del mio licenziamento?" provai ad alzami seduta.

"Il giorno del tuo licenziamento?!" rise di gusto. "Paul mi ha detto di dirti che avete molto lavoro da fare stamani che quindi andrete in aeroporto prima di noi. In realtà non hai tempo per fare colazione perché sei tremendamente in ritardo ma mi dispiaceva svegliarti perché dormivi così bene! Sembravi un angioletto fra la neve, un orsacchiotto infreddolito, un pulc.."

"OK! ok, ho capito Niall! grazie! Cazzo.." saltai giù dal letto e corsi nel suo bagno sbattendo la porta. Accesi l'acqua della doccia e mi ci tirai sotto.

"Tecnicamente non stiamo insieme quindi, sempre tecnicamente, non dovresti fare la doccia nella mia stanza...Questo lo sai vero?" lo sentii urlare da fuori e risi.

"Prendo il tuo silenzio come un si?.... Daze?.... Ooook..."

Avvolsi un asciugamano attorno al mio corpo e aprii la porta, affacciandomi solo con la testa. Niall stava preparando la sua valigia.

"Ehi, passami quella maglietta!" indicai una sua T-shirt bianca che Niall stava piegando per mettere in valigia.

"Cosa?! Adesso rubi anche i miei vestiti?!" rise tirandomela

"Questo è il prezzo da pagare per avermi aiutata!" feci l'occhiolino e richiusi la porta.

Indossai la sua maglia, le mie mutande e velocemente uscii fuori. 

"Vuoi scherzare? Sei nuda Daisy! Non che non mi piaccia, sia chiaro ma poi Harry mi ammazza!" 

Risi di nuovo raccogliendo tutte le mie cose. Mi affacciai nel corridoio per vedere se ci fosse qualcuno ma era deserto. 

"Ci vediamo in aereo, ti voglio bene!" gli sorrisi per poi scappare nella mia stanza.

Quando chiusi la mia porta alle spalle tirai un sospiro di sollievo, non mi aveva vista nessuno. Corsi verso la mia valigia, tirai fuori i miei nuovi skinny jeans e infilai dentro i vestiti del giorno precedente. Controllai bene di non aver scordato niente, infilai giacchetta di pelle e Stan Smith e corsi fuori. Cazzo ero in ritardo solo di mezzo minuto. 

Quando le porte dell'ascensore si aprirono, mi riversai nella lobby. La maggior parte degli assistenti e del resto della troupe era lì ma fortunatamente non ero l'ultima. 

"Daisy!" Paul mi sorrideva dal banco della reception ed io corsi da lui.

"Siamo sportive stamani?!"

"Già, senti volevo scusarmi per il comportamento di ieri, io non c..."

"No, Harry mi ha spiegato tutto quanto, mi ha detto che è stata colpa sua e che tu non c'entri niente. Stai tranquilla! Adesso andiamo così potremo iniziare a lavorare in aereo ok?"


"Daisy, Daisy svegliati!" Aprii subito gli occhi, per un attimo disorientata. 

Era un sogno.

Niall mi guardava sorridendomi, in piedi davanti a me con ancora il viso assonnato. 

"S-sono in ritardo?" dissi alzandomi a sedere e stropicciandomi gli occhi. 

"No, non lo sei, sono le 6:30 e Paul mi ha chiamato per dirmi che ha bisogno di parlare con te."

Mi alzai velocemente, mi rivestii e prima di uscire dalla sua stanza lo abbracciai, forte. Lui fece altrettanto, stringendomi a lui.

"Daisy, comunque vada, sei la migliore e saprai dimostrarlo di nuovo." 

Annuii cercando di non piangere.

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La stanza di Paul era infondo al corridoio. Era l'ultima porta. Camminare verso di essa era come per un criminale camminare verso il patibolo. In quel momento avrei voluto chiedere scusa per tutto quanto, ma sapevo di non potere. 

Bussai delicatamente e in pochi secondi la porta si aprì, rivelando il mio capo con un leggero sorriso sulle labbra.

"Entra bambina."

Presi un grosso respiro ed entrai. Mi sedetti sulla stessa poltrona del giorno prima e lo guardai senza dire una parola.

"Io non so da dove iniziare Daisy... Sono così dispiaciuto di tutto quanto..." fece scorrere una mano fra i suoi capelli.

"Me ne torno a Londra vero?"

i suoi occhi erano davvero dispiaciuti. Era un si. 

"Io non l'avrei mai detto a nessuno e avrei convinto Harry a non farlo ma quando abbiamo aperto la porta, anche tutti i miei assistenti erano lì. Tutti hanno visto tutto e sono stato costretto a chiamare Griffiths e dirlo. Mi avrebbero licenziato se non lo avessi fatto. Daisy io sono desolato, mi dispiace tantissimo."

Le sue parole diventarono come piccoli pezzi di ghiaccio lungo la mia schiena. 

Mi alzai e lo abbracciai. Sapevo che non l'avrebbe mai fatto di proposito, era una delle persone più dolci e in gamba che avessi mai conosciuto qui.

"Paul non fa niente, lo capisco, hai fatto il tuo dovere." sorrisi.

"Daisy io gli ho spiegato che non è colpa tua ma lui ti vuole in ufficio d'ora in poi. Prenderai il posto di Ferguson, L'uomo che aveva svolto il concorso con te, e lui verrà al tuo posto."

Le mie lacrime rigarono il mio viso mentre annuivo alle sue parole ed il mio capo mi strinse di nuovo a se. 

"Paul mi dispiace di aver fatto un casino, io non volevo, te lo giuro, ma le cose mi sono sfuggite di mano..."

"No, tu non hai fatto niente Daisy, tu sei la persona più vera con la quale io abbia avuto il piacere di lavorare."

"Lo stesso vale per me" sorrisi asciugandomi le lacrime.

"Quando parte il mio volo?" chiesi poi.

"Griffiths mi ha chiesto di mandarti subito per non aggravare la situazione. Ferguson è gia in viaggio, un autista ti sta aspettando giù per portarti in aeroporto. Fatti una doccia, prenditi il tuo tempo per salutare tutti."

annuii di nuovo,alzandomi. 

Era arrivato il momento di salutare tutti quanti. 

"Daisy, Non ho mai incontrato una persona come te. Una ragazza così giovane e così determinata in quello che fa, una persona vera, sincera, dolce, piacevole. Sei diventata quasi una figlia in così poco tempo e non sai quanto io sia triste per tutto quanto. Ma tu sei una ragazza così intelligente e se sei arrivata qui allora saprai arrivare ancora più in alto, io lo so."

Lo strinsi di nuovo a me.

"Lo spero Paul, grazie per essere stato il miglior capo che una persona possa mai desiderare."

"Ci vediamo fra 10 mesi a casa ok?Giurami che ti vedrò entrando alla Modest?"

"Lo giuro." Aprii la porta e prima di uscire sorrisi per l'ultima volta all'uomo che, prendendomi sotto braccio, aveva insegnato ad una bambina come diventare grande.






Don't forget. [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora