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Louise quasi si era messa a piangere mentre ancora incredula mi guardava. Niall continuava a dire di no con la testa, Liam mi aveva presa in braccio stringendomi a se come era solito fare e Louis mi aveva soffocato di baci. Era un gruppo fantastico e li adoravo, erano la mia famiglia.

"La lasciate respirare! Per favore!" Paul si era fatto strada fra la folla fino ad arrivare a me.

"Paul!" sorrisi al mio capo, cioè al mio nuovo collega di lavoro.

"Daisy, Dio, non sai quanto siamo contenti di averti qui." subito venni stretta anche fra le sue braccia e ricambiai con piacere. Quell'uomo mi faceva sentire davvero a casa e fra le sue braccia mi sentivo protetta. Mentre ancora lo stavo abbracciando, pensai ad Harry. Dov'era? Non mi aveva salutata e a stento credevo fosse rimasto nella stanza. Con molte probabilità se n'era andato, ma la grande affluenza non mi permetteva di vedere bene. 

"Ok, ora che Daisy è con noi comunico ufficialmente, per la felicità di Louis soprattutto, che la sveglia è spostata alle 7. Seduti e iniziamo subito a lavorare ragazzi." 

Sorrisi scompigliando i capelli a Louis che non smetteva un attimo di sorridermi e raggiunsi Paul dietro il grande tavolo di vetro. 

"Paul, un attimo, Harry non c'è." Disse Niall con sguardo confuso. 

"Dove se n'è andato? Daisy aspetta un attimo, lo faccio chiamare e poi cominciamo ok?"

Cazzo, adesso anch'io ero il suo capo, aspettavo questo momento da sempre e finalmente era arrivato. Non me lo sarei fatto scappare per nessuna ragione.

"No, lascia fare a me Paul, vado io se per te va bene."

Subito notai il sorriso di Liam allargarsi sul volto.

"Beh, certamente. Ah aspetta, prendi questo, ora è tuo!" Paul tirò fuori dal suo taschino una piccola tessera, simile ad una MasterCard. Quando la presi fra le mani capii immediatamente. Strinsi il mio nuovo lavoro fra le mani e gli sorrisi sicura di me.

A dir la verità ero estremamente nervosa. Mentre mi dirigevo verso la porta, gli sguardi dei presenti mi facevano sentire come di cristallo. Lo ero? Sarei riuscita ad affrontarlo?

Chiusi la porta dietro di me e per un attimo mi fermai a pensare. 

Avrebbe potuto urlarmi contro, avrebbe potuto dirmi che sarei dovuta tornare a casa. Peggio ancora avrebbe potuto tirare fuori di nuovo la nostra notte insieme e farmi sentire come una delle sue puttanelle. Ma io già lo sapevo, andavo verso di lui con questo grande fardello di consapevolezza sulle spalle. Io adesso sapevo tutto quanto, non mi avrebbe più potuta distruggere. 

Cercai nel suo camerino ma non lo trovai. Cercai dietro le quinte ma non lo trovai. Cercai in palestra ma non lo trovai. Proprio mentre me ne stavo tornando indietro, però, sentii un rumore provenire dalle cucine e decisi silenziosamente di entrare. E così lo vidi, se ne stava seduto dandomi le spalle mentre fissava il vuoto.

Daisy, ora tocca a te.

"Alzati Styles, iniziamo a lavorare." dissi io duramente. 

Harry si voltò di scatto guardandomi in cagnesco. "Da quando tu dai ordini a me?"

Eccolo, era finalmente arrivato il momento che aspettavo da una vita. Sorrisi, mi avvicinai affiancandolo e sbattendo sul tavolo di fronte a lui il mio tesserino.

"Da adesso e se non alzi quel culo e non corri a lavorare stasera scordati pure, feste, festine e anche di dormire perché quanto è vero Dio io Harry ti faccio lavorare tutta la notte senza il tempo di pisciare."

I suoi occhi erano increduli. "Come scusa?"

"Sei diventato sordo? Hai 1 minuto e 30secondi per alzarti e andare nella stanza di Paul, da oggi in poi decido io qui."

Lo osservai alzarsi e dirigersi verso la porta senza spiaccicare nemmeno una sillaba. Niente, né un ma o un però. 

Avevo vinto, finalmente. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 28, 2016 ⏰

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