26.

31 2 0
                                    


Paul chiuse la porta dietro di se e mi invitò a sedermi in una delle due poltrone presenti nella sua stanza. 

Provai a regolarizzare il mio battito cardiaco ma sapevo che sarei riuscita a far ben poco. Avevo sognato un lavoro come questo da quando avevo iniziato il liceo, forse anche prima. E con una velocità disarmante ero riuscita a buttarlo via. L'occasione di una vita. 

Paul si sedette sospirando e guardandomi negli occhi. Non riuscivo ad aspettare altro tempo.

"Dai, dimmelo senza aver paura di ferirmi. L'ho capito, vado a fare le valigie..."

"Cosa?" il mio capo sembrava confuso.

"Come cosa?"

"Pensi che voglia licenziarti? Pensi che voglia dire qualcosa a Griffiths?" disse ridacchiando.

"Non lo farai?" stavo tremando.

Paul sospirò profondamente prima di parlare. "Daisy...Ho visto quello che sai fare, sei la migliore nel tuo campo e lo hai dimostrato parecchie volte. Ti ho vista andare a lavorare mentre il resto delle persone qui se ne andava a dormire e ti ho vista il giorno dopo affrontare un'altra giornata di lavoro come se non fosse niente... Va bene, un po' acciaccata e con qualche occhiaia, ma c'eri e con c'eri io intendo con la testa. So che questo lavoro ti piace, si vede perché dai il meglio di te. Secondo te io ora chiamo Griffiths e gli dico che sei appena andata a letto con Styles?!" 

Il suo nome mi fece quasi inorridire. Abbassai lo sguardo e il senso di nausea avuto nella sua stanza tornò a farmi visita.

"Stai bene Daisy?"

"Si, scusami, sto bene. Io non so come ringraziarti Paul, sono davvero senza parole."

"Quello che fai basta e avanza. Ci hai tolti dai problemi e ci semplifichi la vita ogni giorno e io non posso essere più fortunato ad avere una persona come te vicino. Solo che non voglio che questa nuova situazione comprometta quello che fai."

Risi amaramente guardandolo dritto negli occhi. "Sinceramente penso che la cosa sia finita dal momento in cui ho messo piede fuori dalla sua stanza, Paul"

"Ti ha fatto male non è vero?"

Istintivamente abbassai lo sguardo per tirare indietro le lacrime ma mi fu impossibile. 

"Già" provai a sorridere e sentii la sua mano stingere la mia.

"Bambina non hai motivo di piangere, fidati di me." Era un uomo così dolce.

"Lo so, probabilmente mi prenderai per pazza ma lui è così... Così..."

"Stronzo? Bestiale? Daisy questo è quello che vuole farti credere..."

Alzai di nuovo lo sguardo verso di lui. "Che significa? Voglio dire, per quale assurdo motivo deve comportarsi così? Mi tratta da schifo ogni istante in cui siamo insieme e poi viene fuori che è stato lui a chiedere a Griffiths di scegliere la casa per me ed è stato sempre lui a permettermi di restarci..."

"Ah lo hai saputo?"

"Si, me lo ha confessato Zayn, presumo per errore. Tu lo sapevi?"

"Certo, Harry me lo ha detto dopo che ti aveva incontrata il primo giorno alla Modest."

Oh. 

"Daisy adesso voglio che tu vada a farti una bella doccia calda, prenditi un'ora o due, noi ce la caviamo stamani. Prepara le valigie con calma visto che domani ce ne andiamo a San Diego e poi raggiungici. Ma quando ci raggiungi io voglio vederti impeccabile, come se non fosse successo niente ok? Non permettergli di ferirti."

                                                        < >

Avevo fatto quello che mi aveva detto: ero tornata in camera e mi ero buttata dentro un bagno caldo e rilassante, avevo raccolto le forze ed ero tornata nella mia stanza per preparare le valigie. 

I ragazzi nel pomeriggio sarebbero andati allo stadio per il sound check visto che la sera avrebbero affrontato l'ennesimo concerto, l'ultimo per l'esattezza. Così io gli avrei raggiunti lì, dopo aver pranzato con calma. 

Uscii dalla mia stanza ed il corridoio era finalmente silenzioso. Non volava una mosca visto che tutti quanti se n'erano andati. L'unico rumore proveniva dalla stanza di Harry: due addette alle pulizie stavano riordinando la sua camera. Mi sporsi guardando dentro e subito il suo odore mi avvolse. 

Cristo.

Chiusi gli occhi e decisi di andarmene per non perdere di nuovo quel poco di sanità mentale che avevo recuperato dopo il bagno caldo.

Il tragitto fino allo stadio fu molto tranquillo e piacevole. Di solito non è mai così. Generalmente mi spostavo quando si spostava tutto il gruppo e la cosa era abbastanza snervante visto che le auto dovevano cercare di muoversi fra fiumi di ragazze che aspettavano solo loro.

Quando scesi dall'auto, alcune urla mi colsero di sorpresa. Alcune ragazze mi avevano vista dal cancello e avevano urlato il mio nome. Mi conoscevano? Certo che mi conoscevano, loro sapevano tutto di quei quattro e quindi sapevano sicuramente vita, morte e miracoli anche di me. Sorrisi e le salutai con la mano prima di entrare nello stadio, tramite una piccola porta. 

Chiesi di Paul ad alcune guardie e mi accompagnarono fino alla platea, dove il mio capo stava parlando con altri due signori più o meno suoi coetanei. I ragazzi erano sul palco per il sound check quando scesi le scale del backstage. 

In realtà più che un sound  check era il loro solito casino. Louis e Liam si stavano prendendo a bottigliate in testa, mentre Harry rideva in braccio a Niall. 

Un attimo... Harry che rideva e scherzava? Per un attimo mi disorientò.

"Daisyyyyyyy!!!!!" Louis corse verso di me con una bottiglia d'acqua in mano, cercando di scendere dal palco. Iniziai a correre fra le sedie della platea per scappare da ciò che voleva farmi. Lo sentii ridere insieme a Liam e risi anch'io, guardandoli dalla quarta fila.

Poi guardai lui. Alle loro spalle Harry aveva smesso di ridere e si era irrigidito. 

Paul aveva smesso di parlare con i due uomini e quando mi avvicinai mi accolse con un grande sorriso e mi abbracciò.

"Ehi ehi cosa sono tutti questi abbracci? Paul sono geloso!" Disse Liam al microfono.

Ci mettemmo a ridere tutti e due guardandolo sbracciare dal palco.

"Ma non vedi quanto è bella questa ragazza?!" Gli urlò allora Paul.

"No no, calmi, forse non avete capito che non avete il mio permesso di parlare di lei!" si intromise Niall.

Scoppiammo a ridere di nuovo. 

"Mi ricordi un personaggio di un cartone animato Daisy!" disse allora Louis.

Mi accigliai guardandolo.

"Chi?" gli urlai

"Olivia! Olivia di Braccio di Ferro!"

In effetti avevo la sua stessa pettinatura e la gonna che avevo messo quel pomeriggio ricordava tanto una delle sue. 

Gli occhi di Harry non mi avevano mollato una secondo, anche se da dietro le spalle degli altri tre. Cosa dovevo pensare? Perché mi osservava con quel suo sguardo cupo? Non poteva semplicemente ignorarmi e fare altro? 

Lo guardai e lui distolse lo sguardo, prendendo una delle bottigliette presenti ai suoi piedi. La felpa grigia e i capelli raccolti lo facevano sembrare più giovane. 

Sospirai e tornai a guardare Paul. "Allora ci sono delle interviste da riguardare?"

"Si, andiamo nel backstage e ci lavoriamo insieme ok?"

Annuii felice e lui mi fece strada. Dopotutto ero lì per quello e, Dio, quanto amavo il mio lavoro.

Lanciai a Niall e Liam un bacio, feci una linguaccia a Louis e guardai Harry. Per un secondo solamente rimanemmo a guardarci e giuro, fu come fare un salto nel vuoto. I suoi occhi erano tutto quello che volevo su di me. 




Don't forget. [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora