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Non aveva detto niente. Non una frase né una parola. Aveva solo sussurrato il mio nome prima di venire ma la sua voce era così bassa che forse me l'ero solo immaginato, non lo so. 

Poi si era alzato e si era chiuso nel bagno. 

Cosa avrei dovuto fare? Avevo poco tempo per decidere se fosse stato giusto rimanere nella sua stanza o scappare nella mia. Valutai rapidamente i pro e i contro: se fossi rimasta lì probabilmente mi avrebbe mandata via lui e sarebbe stato mortificante, oppure avremmo iniziato a litigare e io avrei sbattuto la porta della sua stanza dopo essere uscita, ma se ne me ne fossi andata lui sarebbe tornato a bussare prepotentemente alla mia porta e avremmo litigato ugualmente. 

Misi velocemente mutande e reggiseno e decisi di buttarmi nel letto, fingendo di essermi addormentata.Così forse avrei avuto modo di stargli vicina senza sentirmi urlare in faccia visto che secondo lui stavo dormendo. Avrebbe avuto pietà per una ragazza che dormiva?

Mi voltai con le spalle alla porta del suo bagno, così avrei potuto guardare il suo riflesso dal vetro della sua finestra, e aspettai che lui uscisse. Non ci mise molto e quando sentii la porta aprirsi, chiusi istintivamente gli occhi. I rumori dei suoi passi erano quasi inesistenti se non fosse stato per il sottile suono che faceva la sua pelle a contatto con il marmo bianco. 

Aprii leggermente gli occhi e dal riflesso lo notai osservarmi. Mi ricordai allora del suo riflesso all'aeroporto.Di nuovo era silenzioso e mi stava guardando, fermo,e rimase così per almeno un minuto. Un minuto che a me sembrò infinito.

Ma dopo quella che sembrava una vita, lo vidi muoversi e venire da me, dall'altra parte del letto. Cercai di sembrare più rilassata possibile nonostante mi preparassi al peggio e cioè ad essere svegliata.

E invece Harry Styles mi sorprese. Muovendosi lentamente, mi prese in braccio, attento a non svegliarmi, e mi infilò sotto le coperte. Voglio dire, le sue coperte, le coperte del suo letto, il letto della sua camera. 

Per un istante avrei voluto aprire gli occhi, guardarlo e chiedergli se era in bagno che teneva in ostaggio il vero Harry, ma non lo  feci chiaramente. Mi mossi come si muovono le persone che dormono e cioè lievemente, senza fare troppo rumore. 

Mi aspettavo che facesse il giro del letto e si mettesse a dormire accanto a me, ma non lo fece. Avevo richiuso gli occhi quando lui mi aveva coperta e non li avevo più riaperti visto che mi aspettavo di sentire il materasso abbassarsi sotto il suo peso, ma dopo una manciata di secondi, quelli utili per arrivare dall'altro lato del letto, mi iniziai a chiedere dove fosse finito. 

Lo vidi seduto alla scrivania, intento nello scrivere qualcosa non so dove. Scorsi la sua schiena nuda e notai che si era legato i riccioli in una cipolla disordinata. I muscoli del suo braccio si contraevano di tanto in tanto mentre annotava senza sosta parole sulla carta. La sua schiena si piegava verso il tavolo a volte, come se volesse sussurrarle quelle parole. Era il ragazzo più strano che io avessi mai conosciuto. Uno stronzo patentato ma che sicuramente nascondeva qualcosa in quella brillante testa. 

La luce soffusa ed Harry di fronte a me erano un'accoppiata micidiale. Era bello guardarlo senza dover litigare. C'era silenzio e riuscivo perfino a sentire il suo respiro qualche volta. 

Rimase a scrivere per trenta minuti credo, e quando lentamente si alzò dalla sedia, riuscii a vedere su cosa realmente avesse scritto: era una specie di agenda color marrone chiaro. Sembrava di pelle ma non riuscii a riconoscerlo visto che i miei occhi erano praticamente chiusi. 

Fu quando spense tutte le luci rimaste nella stanza che il mio cuore iniziò a galoppare. Pensai perfino che lo avrebbe sentito anche lui.

Finalmente lo sentii entrare nel letto. Avrei voluto girarmi ma non trovavo la forza. E proprio quando decidevo quale fosse la scelta migliore, la sua mano calda sfiorò il mio fianco con una delicatezza disarmante. Scelsi il momento per voltarmi lentamente, ancora avvolta nel mio finto sonno. 

Non ricordo per quanto rimasi sveglia.

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Il sole che entrava dalla finestra pungeva come uno spillo sopra il mio occhio sinistro. Lo sentivo ma non avevo la forza necessaria per tirare la tenda e quando alzarmi dal mio letto. 

Un attimo, io non ero nel mio letto. Mi tirai su velocemente aprendo gli occhi per cercare Harry accanto a me, ma lui non c'era. 

Mi alzai dal letto, cercando le mie cose. Forse era in bagno...

Infilai velocemente il vestito e gli stivali anche se la strada che avrei dovuto fare era molto breve visto che la mia stanza era accanto alla sua. Mi avvicinai lentamente al bagno cercando di intuire se ci fosse movimento ma niente. Bussai leggermente ma nessuno mi rispose, così aprii la porta. Lui non era nella sua stanza.

Mi avvicinai allo specchio e notai dalla sveglia vicino al lavandino che erano le 7:17

Dov'era finito? Aveva dormito con me o se n'era andato durante la notte? Tornai nella stanza e di colpo mi tornò in mente l'agenda sulla quale stava scrivendo la notte precedente. Guardai subito sulla scrivania ma non la trovai. Aprii il suo armadio ma quello che trovai erano solo i suoi vestiti pronti per gli spettacoli televisivi ai quali avrebbe fatto parte.

Quando stavo chiudendo l'anta dell'armadio quando la vidi dentro la sua valigia semi aperta. Mi chinai ma prima che potessi afferrarla la porta si aprì e i suoi occhi finirono nei miei.

"Cosa stai facendo?" la sua voce era tornata come prima. Eccolo L'Harry che conoscevo, l'avevano liberato. 

"Scusa,cercavo la mia borsa."

Lo osservai dirigersi verso il bagno.

"Quando l'hai trovata vattene." e sbatté la porta.

In quel momento La voce della piccola Lux tornò nella mia mente. Ricordai quando mi disse che Harry non era una persona cattiva, che era una persona che sapeva voler bene agli altri e che non dovevo odiarlo. Ricordai quello che mi aveva rivelato il suo autista definendolo un orsacchiotto. Infine pensai alle bellissime parole che Louise aveva sprecato per lui, spiegandomi quanto l'avesse aiutata con Lux che ormai lo vedeva come suo fratello maggiore. 

Mi guardai intorno e subito un senso di nausea assalì il mio stomaco. Ero china a terra, in quella stanza che da una manciata di secondi aveva iniziato a disgustarmi. Mi aveva trattata come una delle sue ragazze che si porta a letto ogni giorno, anzi peggio. Sono sicura che loro non fossero mai state offese così da lui. 

Mi alzai lentamente, le mie gambe tremavano. Afferrai la giacca e la borsa e semplicemente me ne andai. Chiusi la sua porta alle mie spalle e sospirai profondamente. Solo che non calcolai la presenza di Paul nel corridoio in quel momento. In realtà proprio l'idea di essere vista non era nemmeno passata per la mia testa, tanta era la delusione appena ricevuta. 

Lui mi guardò dritta negli occhi e io capii che lui aveva capito. Voglio dire, non era difficile da immaginare visto che ero esattamente uscita dalla stanza di Harry Crudeltà Styles esattamente vestita come la sera prima. 

Lo vidi accennare un sorriso e guardarmi come si guarda un piccolo cerbiatto che si è appena rotto una zampa.

"Daisy, ti dispiace seguirmi nella mia stanza per favore?"

Eccolo, il momento in cui una stronzata rovina mesi e mesi di duro lavoro.

Lo guardai e annuii con la testa, in attesa di essere rispedita in Inghilterra con il primo volo disponibile. 



Don't forget. [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora