Compleanno alla Grace; Luke

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-Beeeep- il citofono di casa mi sveglia di sabato mattina alle 8 meno un quarto. Imprecai in tutte le lingue che conoscevo, chi cazzo mi sveglia a quest'ora di sabato mattina. Mentre mi mettevo una maglietta e un paio di pantaloncini, sopra il mio pigiama (boxer), e scendevo per andare ad aprire pensai a tutti i modi per uccidere la persona che aveva citofonato.
Appena apro la porta per poco non rischio di prendermi un infarto. Talia mi attende fuori dalla porta, guarda fuori il giardino le statuette di mia madre in giardino(quelle che rappresentano i miti greci come il medusa, il minotauro,...). Ero abbastanza confuso, non viene mai a casa mia, anzi lei non c'è mai venuta,perchè è venuta? Vuole calmare le acque con me? Se è così dovrei utilizzare un approccio gentile,ma non troppo. Devo iniziare il discorso non tirando fuori la litigata o cose di questo genere. Ormai la conosco e se inizio così mi uccide.
-Le statuette di mia madre, inquitanti vero- le dissi facendola sussultare, non si era ancora accorta di me. "Ottimo inizio, continua così"mi complimentai dandomi una pacca da solo
-Originali-rispose lei scoccandomi uno sguardo di ghiaccio. "Sta peggiorando riprenditi e mantieni la calma" Rimanemmo per un paio di minuti in silenzio a studiarci a vicenda. Aveva le guance arrossate per il freddo, la bocca era coperta dalla sua sciarpa nera, aveva il cappelletto della Obey che le copriva la fronte e i capelli, tranne che per una ciocca blu che le ricadeva sula fronte. Portava i suoi soliti jeans a vita alta strappati sulle ginocchia, gli stivaletti neri che le arrivavano al polpaccio e il suo giacchetto di pelle nero chiuso.
Lei,invece, mi stava studiando come se dovesse mettermi KO da un momento ad un altro. Mi studiò il viso partendo dalla punta dei capelli fino ad arrivare ai piedi scalzi. Restammo ben 5 minuti a fissarci e aspettando la prima mossa di uno dei due. Ma la domanda che ci assillava chi avrebbe fatto la prima mossa? Per fare la prima mossa bisogna essere preparati
-Vieni entra- dissi
-Grazie- rispose passandomi affianco e facendomi inalare il suo profumo di pino
-Perché sei qui??- chiesi facendola accomodare in cucina
-C'è odore di biscotti bruciati e panini al burro di arachidi- disse lei arricciando il naso
-Lascia stare, comunque perché sei qui?- le richiesi
-Non ti ricordi, la Dodds vuole che mi aiuti in matematica- in un primo momento non capii poi però mi illuminai
-Ahhh. Le ripetizioni-
-L'aiuto- precisò lei guardando dentro la dispensa
-Non serve che ti dico di fare come se fossi a casa tua- fece finta di non ascoltarmi e continuó a girare per la cucina. Io sbuffai e iniziai a fare colazione
-Hai finito o devo stare qui altre 5 ore-
-Devi stare qui altre 5 ore finché non finisco di mangiare-
-Non ti è permesso mangiare-
-Perché??-
-Come perché?!? Sei tu che mi hai detto di venire qui a quest'ora, mi hai fatto alzare presto e soprattutto ti sei dimenticato dell'incontro-
-Come ti pare-
-Bene-
-Tanto ho finito- dissi con un ghigno
"Che stai facendo, devi fare pace con lei, non devi fare così idiota" mi avvertì il mio subconscio
- Stronzo- disse lei, per poi voltasi e uscire per andare a prendere il suo zaino con dentro matematica -Sempre più gentile la ragazza- borbottai mentre mettevo la tazza nel lavandino.Appena tornò aveva sotto il braccio il libro di matematica e l'astuccio nero. Si era tolta il giacchetto di pelle e ora aveva solo la canottiera nera....LA CANOTTIERA NERAAAA!!!! Strabuzzai gli occhi e lei parve accorgersene perché ironizzò
-Dai non mi dire che non hai mai visto una ragazza in canottiera, credevo che ti eri portato a letto mezza scuola-
-Allora, per prima cosa io ho visto abbastanza ragazze in canottiera, ma in E.S.T.A.T.E non in pieno inverno....- cominciai, beccandomi subito la risposta tagliente di lei
-Giusto, in inverno vedi solo quelle senza niente, scusa erro le vedi sempre quelle nude-
-....e per seconda cosa io non mi sono fatto mezza scuola, mi sono fatto mezza parte femminile della scuola, solo le più belle- le dissi con un ghigno sempre più grande in viso e osservando la sua espressione mi arrivò fin sopra le orecchie. Restai con il sorriso sul viso fino alla sua stupida risposta
-Giusto puoi dire così, ma sappiamo entrambi che la verità è quella che il resto delle ragazze non te l'hanno voluta dare perché sei uno che va solo con le puttane- si sedette a capotavola e continuò
-E sappiamo pure che non è vero che ti sei portato a letto la metà delle ragazze della scuola, malapena sei stato con 50 ragazze-
-59 ragazze- mi sfuggì e lei rise
-Giusto e 59 ragazze non sono assolutamente la metà delle ragazze-
-La vuoi mettere, comunque non sono io che vado con tutti-
-Stai insinuando che sono una troia come le tue amichette, io non sono una che va con tutti anzi non vado a letto con qualcuno da..-
-...da quanto 2 giorni, oppure 3- sputai fuori come se fosse veleno, mi dava veramente fastidio che una ragazza come lei andasse con tutti
-Dall'inizio dell'anno scolastico se lo vuoi tanto sapere, ma a te che ti importa tanto pensi soltanto a quello che vuoi tu- rimasi basito per un istante e aprii la bocca, ma lei mi precedette continuando a parlare con un tono di voce leggermente alto
-E adesso non mi venire a dire 'Ti giuro su mia madre che non volevo dire queste cose qui' oppure 'Ti giuro che mi dispiace, perdonami'. Bhe, io non ci casco più, nella mia vita ho vissuto così tante esperienze di merda che una in più non mi distruggerà, mi renderà solo più stanca- concluse per poi aprire il libro a pagina 394 e iniziare a segnare sul quaderno l'espressione. Passammo la mattinata a studiare, per le 11 lei dovette andarsene e mi disse come saluto
-La prossima volta mi faccio aiutare da Annabeth, non sai minimamente spiegare e non capisco perché la Dodds ti abbia scelto come tutor-
-Grazie anche per me è stato un piacere-
-Comunque Jason mi ha detto di dirti che devi stare per le 19 e mezza a casa nostra e che ti devi portare un vestito elegante per domani, sai tutta la faccenda della festa e queste cose così-
-Va bene, puoi dire a Jason...- mi interruppe alzando una mano
-Non sono il tuo gufo o messaggero, non ho le ali ne dietro la schiena ne alle scarpe. Chiamalo-
-Però con Jason lo hai fatto!!-
-Jason è mio fratello e poi abbiamo trovato un accordo- mi disse per poi girare sui tacchi e uscire dal cancello di casa
-E io che volevo solo calmare le acque- borbottai tra me e me per poi entrare in casa.

L'inizio della fine||Percy Jackson [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora