Ti Amo....È necessario

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Era già giorno quando avevamo saziato quella pazza di voglia di ricominciare, di non fermarci e di amarci per un tempo senza tempo.
L'orologio sembrava fermarsi e non contare più i secondi quando ci univamo per diventare una cosa sola.
Quando trovavamo quell'incastro naturale capace di sottrarti al mondo per poi vivere più forte ancora.
Quante volte si poteva fare l'amore in una sola e fredda notte?
Senza contarle erano state tante e meravigliose volte.
Ci eravamo stretti, abbracciati lasciati per riprendere fiato e toccati più vicini ancora.
Ci eravamo assaggiati, scoperti, sfiorati e disegnati per imparare a memoria ogni singolo tratto, ogni singolo segno ed ogni singolo neo sul corpo lucido.
Ci eravamo sorpresi a vedere il sole crescere ed il cielo dipingirsi di un arancio tenue, come se a crearlo fosse stato il pennello più delicato del pittore.
Ci eravamo ritrovati sognatori col sorriso sulle labbra gonfie e rosse della nostra passione più tenera.
Ci eravamo persi per poi ritrovarci in un vento caldo, e sembrava essere arrivato quel sole cocente d'agosto.
Quel mare caldo d'estate che impregna la sabbia e la inonda come lui bagnava me con le sue onde indomite.
Le cavalcavo io.
Le cercavo avida su di lui.
Le domavo e poi come i nodi di un vento travolgente le agitavo.
Le abbattevo e come su di uno scoglio l'impatto era innocuo, ma capace di penetrare in fondo e lasciare il segno a furia di infrangere ancora.
Avevamo ripreso quel gusto dal sapore ineffabile che solo l'amore sa dare.
Eravamo scivolati lenti e complici in un unico suono limpido e pulito.
Avevamo ascoltato il silenzio che si riempiva di un lamento e di un vulcano che esplodeva nel petto.
Avevamo toccato lo stesso punto d'arrivo mentre il battito era scoppiato nel cuore all'unisono con una musica idilliaca.
Le emozioni gentili ma al contempo impetuose, erano affiorate sulla pelle in autunnali piogge di brividi.
Scariche d'elettricità intorno e noi ad alta tensione, percorrevamo quei cavi bui accendendo mille scintille.

"Luisana?" il petto gonfio di chi si sente appagato e la voce più calda e affannata che lascia trapelare l'emozione.
"Si. Dimmi!"
"Non è solo per la valigia che ho fatto tardi ieri" aveva detto nascondendo quegli occhi scuri e brillanti che sapevano parlarmi.
"E perché?" mi ero messa seduta tirando su le lenzuola e un'ansia sottile aveva attraversato i miei movimenti spontanei.
"Senti..." proprio in quel momento il mio telefono aveva squillato interrompendolo.
"Chi è a quest'ora?"
"Non lo so" e preoccupata lo avevo preso per rispondere.
"Pronto......pronto" silenzio.
"Chi è? Pronto!" ancora silenzio.
"Chi era?"
"Non lo so! È un numero non memorizzato e non risponde"
Mi aveva guardato perplesso ed anch'io lo ero visto l'orario.
Avrei potuto richiamare ma non mi importava in quel momento.
"Allora! Cosa mi dovevi dire?" e di nuovo il telefono aveva trillato fastidioso fra le coperte intrecciate.
"Posso rispondere io?"
"Cosa? Perché?"
"C'è qualcosa che non vuoi dirmi?"
"No! Però non mi piace se fai così. È come se tu non ti fidassi di me e poi non ne hai alcun diritto!"
"Ok. Rispondi allora!" e sembrava offeso mentre agitava le mani e recuperava veloce i vestiti nel disordine.
"Pronto! Pronto! PRONTO!!" ma nessuna risposta oltre il suono sordo del silenzio.
"Lasciamo perdere il telefono e parla una volta per tutte" avevo detto scocciata e anche un po delusa dal suo atteggiamento.
Ma che assurdità inventava con quella testa?
"Fra dieci giorni io e i ragazzi dobbiamo fare dei concerti in America e starò via due mesi"
In un attimo quelle parole mi avevano di nuovo ricatapultata alla realtà.
La verità era che noi non avremmo mai potuto avere una storia normale.
Non si poteva nemmeno tentare perché ogni momento bello, poi, veniva spezzato da una imminente partenza, un imminente svincolo, un'imminente rotta.
Prima o poi lui andava ed io dovevo stare lì ad aspettare un ritorno.
Era stressante ed inoltre non ci permetteva di costruire momenti nostri.
"E che collegamento esiste col fatto che hai ritardato oggi?" cercavo di mantenere la calma e di contenere la frustrazione della distanza, mentre mi sforzavo di capire a cosa stesse alludendo.
"Mi sono preso un po di tempo per riflettere. Mi sono messo a suonare al pianoforte e ho fatto a pugni con me stesso. Ho pensato che sarà sempre così per me, e volevo provare a starti lontano, ma ho fallito e ho capito che non ce la posso fare.
Mi sto innamorando veramente!"
Ero stata in silenzio un momento a cercare un equilibrio fra l'essere lusingata e la voglia di prenderlo a schiaffi per il suo comportamento.
Avrei preferito che se lo fosse tenuto per sé il dubbio.
Avrei voluto che lui non avesse riservato l'incertezza per me.
Avrei preferito non saperlo e avrei voluto dirgli di esserci rimasta male, ma forse perché ero innamorata anche io, forse per quel maledetto telefono che continuava a squillare fastidioso sotto il piumone, o forse perché volevo godermi quei pochi giorni insieme a lui senza pensare, io gli avevo detto: "Ignazio ti amo"

Se Ritorno Da Te....(#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora