Erano trascorsi quasi due mesi da quel breve e sconsolato soggiorno a Chicago, forse l'iniziativa più stupida e sbagliata presa in vita mia.
Ignazio non lo avevo più cercato e né sentito ovviamente, anche se le circostanze del mio lavoro si impegnavano molto a tenermelo ben presente in mente.
La settimana dopo il concerto nel maestoso Chicago Theatre, erano uscite delle foto del tutto inaspettate su una nota rivista settimanale.
Qualche paparazzo italiano dalla fortuna a cinque stelle si era trovato proprio lì, o probabilmente aveva seguito i miei spostamenti, e mi aveva beccata in prima fila nella platea, inconfondibile con il mio biondo dorato e i lineamenti morbidi del corpo.
Aveva pensato bene di mostrare le foto nella prima parte del concerto, quella in cui io applaudivo e mi brillavano gli occhi di una speranza accesa mentre lui cantava quella canzone.
Persino il bacio aveva immortalato in uno scatto più che preciso.
"Luisana Viviani segue l'amore oltreoceano" leggeva il titolo a caratteri cubitali, manco come se a leggerlo dovesse essere stata una talpa cieca.
"Sarà dedicato alla bella Viviani il bacio affidato al vento da Ignazio Boschetto?" scrivevano nei sottotitoli.
"È vero amore o fallirà come la precedente e nota love story della sexy conduttrice italiana?" azzardava l'articolo poco delicato nei miei confronti.
Era fallito. Avevano ragione.Ma come si poteva archiviare completamente qualcuno se ogni passo che facevo mi schiaffavano in faccia il suo viso ed il suo nome?
Come si poteva metabolizzare un piatto pesante se neanche il tempo di digerire e già arrivava un altro boccone amaro.
Freddo e distaccato, lui nelle interviste, smentiva ogni pettegolezzo che mi riguardava, ed io facevo lo stesso.
Avevo chiuso e gettato nella pattumiera ogni copertina che mi era capitata fra le mani.
Avevo girato lo sguardo ogni qualvolta passavo di fronte ad un edicola, e avevo evitato telefonate da parte di giornalisti in cerca di esclusive.
Avevo bloccato ogni mia lacrima che lui non meritava.
Avevo soffocato ogni singhiozzo indegno di lui.
Avevo sbuffato stanca degli uomini sulla spalla di Margherita, che mi stava sempre vicina quando ero giù di morale e mi portava anche una pizza quando magari non avevo voglia di mangiare.Ammetto che spesso mi era capitato di pensarlo, di avere nostalgia, di sognarlo, di sospirarlo, di soffrirlo e di bestemmiarlo se mi tagliavo il dito cucinando perché lo incrociavo come un ostacolo sulla strada dei ricordi.
Mi era capitato di spiarlo su google e di farmi contorcere lo stomaco a furia di ficcanasare su sospettose frasi romantiche postate su instagram.
Mi era capitato di vederlo in un'allucinazione, di disprezzarlo invano, di fingere di scordarlo quando mi infilavo nel letto freddo, di nominarlo sbagliando nome quando parlavo con qualcuno, di odiarlo amandolo stringendo forte un cuscino sul petto.
Mi era capitato di aspettare ingenuamente in attesa di un messaggio di scuse o di pentimento nelle lunghe notti insonnie.
Mi era capitato di confonderlo sui visi altrui e di guardare le nostre foto sul telefono nelle pause pubblicitarie della diretta del programma: il bacio sulla fronte allo stadio, il bacio sul mio naso di fronte alla fontana di Nettuno, quello dolce sulla bocca davanti alla vetrina con esposto il vischio, quello appassionato sulla panchina e quello senza fiato vicino alla finestrella sul Reno.
Tanti baci ma io ero andata avanti per la mia strada.
Non avevo messo il tasto pausa, ma gli avevo dedicato solo la giusta dose di pensieri nel passo verso la guarigione di una delusione.
Avevo fatto un piccolo lavoro su me stessa per convincermi che era lui ad averci perso qualcosa.
Era lui ad essersi negato i miei sentimenti perché io quando amavo, amavo con tutta me stessa. Amavo all'infinito e irreparabilmente.
Amavo follemente, pazzamente, incondizionatamente, spudoratamente, e inconsciamente donavo ogni parte di me.
Ecco perché mi era difficile ogni distacco ed ogni interruzione.
Se ne andava involontariamente un pezzo di me, ma lo ricostruivo.
Anche se solo per metà trovavo il modo di non piangermi addosso.
Anche a costo di una parvenza io ridevo e lavoravo per non pensare.
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Se Ritorno Da Te....(#Wattys2016)
RandomIl per sempre è un attimo breve che non finisce mai. Il per sempre è solo quel momento senza tempo che si interrompe prima o poi. Una storia d'amore fuori dagli schemi e un inizio sbagliato. Una storia di passioni incontrollabili, di stili di vita c...