Capitolo 15°

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Sono in un campo di rose. Ce ne sono di ogni genere e colore ed è come se fossi in paradiso. Il canto degli uccellini sembra una dolce melodia e il vento lieve e caldo gioca con i miei capelli, mentre un inebriante profumo mi invade le narici e mi sento come in estasi. Sono le rose. E' il profumo delle rose a farmi questo effetto quasi ipnotico. Guardo oltre il campo, ma non riesco a vedere nulla, così decido di incamminarmi e guardare di persona cosa c'è oltre. Mentre cammino tra le rose, sento una voce, no sono tante voci, mi abbasso e come per magia appaiono tanti piccoli esserini con le ali, sono fate, le fate delle rose, non sembrano spaventarsi anzi sembrano conoscermi.

- Benvenuta Principessa, è un onore per noi averla qui.

- Principessa? Dite a me?

- Si, proprio a lei. A chi sennò? - e si mettono tutti a ridere all'unisono come se avessi detto la cosa più buffa del mondo.

- Ma io non sono una Principessa, forse vi sbagliate. Non so nemmeno cosa ci faccio io qui.

- Non lo sappiamo nemmeno noi, ma siete davvero una principessa ed era da tanto che non venivate a farci visita e ci fa tanto piacere avervi qui. Se volete possiamo cantare per voi.

- Cantare per me? Beh allora ne approfitto, vi ho sentito cantare e avete una voce davvero splendida.

- Canti insieme a noi.

- Ma non so le parole, e poi non so cantare.

- E' nel mondo dei sogni, qui tutto è possibile, se lo ricordi sempre. Cerchi nel suo cuore e troverà le parole.

E poi come d'incanto una dolce melodia di flauti, o quel che erano, inizia a suonare e dentro sento esplodere le parole di quella canzone.

- "Il suo cuore dentro piange silenziosamente, scelgo di non vedere questa parte di me.

Quali vite devo prendere per la salvezza della lealtà? Quanto sangue deve macchiare
la lama del guerriero?

La guerra lascia il suo segno nella luce pallida della luna, le sue ombre fluttuano nei fiumi, nei fiumi,
quindi messa la mia maschera, andrò dove mi chiedono, così forse vedrò un'altra volta le rose di maggio.

Macchiando la mia anima e pungendo i miei occhi, il rosso sulle mie mani non si lava via, lava via.
Non c'è posto per scappare da quello che ho fatto non sono più, non sono più una rosa di maggio.

Il destino sorregge la lama prima di te, specchiata negli occhi della dama. Volo lontano da me
nel pericoloso cielo e loro dicono: segui la lama prima di te, prima della caduta della paura e del sorgere del coraggio, lascia dietro tutte le tue lacrime, lontano da dove giace l'innocenza. La gabbia dei re non ha bisogno d'ali, quindi trasformale in pietra da rose ad ossa.

Quando mi guardi cosa vedi? Il costume che indosso mi sfigura.

Nuvole temporalesche si avvicinano velocemente, il pericolo è nei paraggi, perchè non sto proteggendo tutto quello che mi era caro? E tu dicevi: liberati da tutto quello che ti trattiene, la mano del re e la lacrima della dama scorrono adesso nelle mie mani, insieme conquisteremo le nostre paure.

Guidata dal destino, senza paura, qui adesso poso le mie rose di maggio.

La canzone è finita, ma la melodia continua a suonare ed io sono ancora meravigliata dalla facilità con cui l'ho cantata. Non l'ho mai sentita prima, ma è come se quelle parole mi appartenessero, come se le sapessi da sempre. Però come erano strane, parlavano di destino, guerra, di paura e coraggio. Di morte.

A Secret Inside Me (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora