Capitolo 9° REVISIONATO

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Da quando Maria se ne andò, la stanza si fece più vuota e fredda. Mentre aspettavo che Ryan venisse a prendermi, cominciai a guardarmi intorno è proprio sopra il camino, vi era il ritratto di una bellissima donna dai lunghi capelli biondi e ricci, che in un primo momento non avevo notato. Mentre ammiravo l'elegante e misteriosa signora domandandomi chi potesse essere, alle mie spalle, Ryan diede voce ai miei pensieri.

- Questa è Lady Rosemary. Era una donna inglese di alto rango ed è stata una delle migliori amiche di mio zio.
-Come mai é qui?
-Veviva spesso a trovarlo così alla fine lo zio gli ha fatto preparare una stanza tutta per lei. Purtroppo anche lei è morta molto tempo fa.
-Era davvero bella.
-Si, ma mai quanto te! Sei un incanto. - si avvicinò e mi diede un lieve bacio sulla guancia.

-Grazie, ma è tutto merito di Maria. Lei mi ha aiutato col vestito, coi capelli e col trucco. Io fino a cinque minuti prima che entrasse, non sapevo nemmeno da dove cominciare.
-Può essere che lei ti abbia aiutata a vestirti, pettinarti e truccarti, ma se sei così bella e fantastica è solo merito tuo e della tua personalità carismatica.
- Beh forse esageri un pò, ma comunque ti ringrazio.

Mi prese la mano con delicatezza e la intrecciò alla sua, avvicinandola alle sue labbra per poterla baciare. Le sue labbra erano morbide, la sua mano grande e calda, molto più calda della mia che invece era un pezzo di ghiaccio, come se fosse pronta a rompersi. Ma lui comunque sembrò non accorgersene e se lo fece non lo disse.

- Vogliamo andare?
- Si certo.
- Ok, però prima girati devo metterti questa benda sugli occhi.
-Indovino? É una sopresa?
- Te l'avevo già detto?

Scoppiamo a ridere entrambi e dopo avermi messo la benda sugli occhi, mi condusse per quello che mi parve essere un lungo corridoio. Non riuscì a proferire per tutto il tempo del tragitto. L'unica cosa che sentivo era il suono dei nostri respiri. Il suo caldo e calmo, il mio sembrava un pò più freddo e irregolare. Non nego di essere stata per tutto il tempo agitata. Non sapevo cosa aspettarmi.

Il percorso fu abbastanza lungo e sembrava non terminare mai. Scendemmo delle scale e per passare il tempo, iniziai a contarle, ma persi il conto dopo un po', non saprei dire bene quanti gradini ci fossero, ma sicuramente tanti. E poi all'improvviso i gradini finirono e non sentì altro che il vento serale caldo e umido sulle mie spalle nude. Eravamo fuori.

- Ti tolgo la benda, ma tu tieni gli occhi chiusi ancora per poco. Aprili quando te lo dico io.
- Uhm, ho aspettato così tanto che non credo di poter resistire ancora qualche secondo.
- Dai dai su fallo per me.

E dopo una breve pausa mi disse finalmente: "Adesso puoi aprire gli occhi."

Rimasi a bocca aperta, non trovavo le parole per descrivere lo splendore che avevo davanti. Mi aveva condotta in una parte di giardino che aveva accuratamente evitato di mostrarmi. Centinaia di candele formavano il tragitto che conduceva al centro del giardino dove vi era un gazebo con un tavolo accuratamente apparecchiato , con due candele accese e al centro un vaso accuratamente composto da rose rosse bianche e blu. Le mie preferite. Ancora stordita mi condusse verso il tavolo.

Ero ancora meravigliata da tutto quello che stava succedendo, per come si erano messe le cose. Ryan aveva proprio qualcosa di importante da dirmi, e iniziavo ad aver paura di quello che poteva essere.

- Non ti piace?
- Certo che mi piace! È bellissimo! Non mi aspettavo proprio una cosa del genere. - Non potè fare a meno di saltargli al collo e ringraziarlo con un bacio. Nonostante tutto ero realmente entusiasta. - Grazie amore mio, grazie di tutto. È stupendo.
- Dai siediti non è mica finita qui. Ci aspetta la cena e dopo ho un'altra sorpresa per te e per noi.

- Un'altra? Non hai fatto già abbastanza per me?
- Per me non è mai abbastanza se si tratta di te. Voglio renderti felice Isabel e voglio darti tutto ciò che desideri.
- Sono pensieri nobili da parte tua, ma forse è meglio se facciamo un passo alla volta. Che ne dici di inizare dalla cena? Con tutte queste emozioni mi è presa fame.
-Hai ragione, ora che me lo fai notare anche io ho fame. Per la cena ti assicuro le migliori specialità della cucina.
-Se mi dici così non ho dubbi che sarà tutto ottimo.

Con un cenno della mano, che Ryan fece ai suoi servitori, iniziarono ad arrivarci gli antipasti, poi i primi, i secondi e così via. Io passai tutto il tempo a giocare con il cibo invece di mangiare, non toccai praticamente nulla. Mi vorticavano ancora in testa tutte le cose successe fino a quel momento, e quello che sarebbe successo da lì a pochi giorni. Io me ne sarei andata e tutto questo sarebbe rimasto solo un dolce e amaro ricordo. Dentro di me volevo che quella serata continuasse, ma allo stesso tempo volevo che finisse lì. Avevo un brutto presentimento. Qualcuno si sarebbe fatto male, forse entrambi, forse invece ci avremmo riso su, anche se questo era improbabile.

- Isa stai bene? È tutto il giorno che sei silenziosa, quasi assente. Qualcosa non va? Non ti piace il cibo? Posso far portare qualsiasi cosa tu voglia, basta chiederlo. - fu Ryan a interrompere i miei pensieri, lui che era sempre attento e si accorgeva subito se qualcosa non andava. Mentì.
- Scusami hai ragione, ma non è il cibo a non andare bene, sono io. Mi sento strana, ma forse è solo stanchezza.
- Ne sei sicura? Hai qualcosa che non vuoi dirmi? Qualcosa ti preoccupa?
- Ma no tranquillo, non preoccuparti non è nulla.
-Beh non sono molto convinto di quello che dici, però spero che quello che sta per succedere ti faccia stare meglio.

Non sapevo ancora cosa sarebbe successo e poi come d'incanto, in lontananza, una musica iniziò a suonare. Sembrava un pianoforte. Sì, era proprio un pianoforte. Qualcuno stava suonando la mia opera preferita in assoluto, "Notturno" di Chopin. Da dove proveniva? Chi stava suonando? L'unica cosa certa è che Ryan aveva ragione, mi sentivo già meglio! Era strano come quella musica mi entrasse dentro e mi purificasse il cuore in cosi poco tempo come per magia.

In un attimo mi porse la sua mano destra e, come un cavaliere di altri tempi, mi invitò a ballare o per meglio dire a dondolarci abbracciati senza dire una parola sotto il chiaro di luna, con la testa sulla sua spalla finché la musica non fu terminata.

Ero visibilmente imbarazzata per quell'improvviso contatto così intimo ed innocente. Dentro di me scoppiavo di gioia, nessuno aveva mai fatto qualcosa di così speciale per me e per questo gliene fui davvero grata.

Aveva proprio pensato le cose in grande, aveva reso una giornata come un'altra, misteriosa ma perfetta in tutto. L'uscita in barca, il lago al tramonto, il castello, il vestito, la cena e adesso questo. Mi venne da pensare che mancasse solo una cosa, ma non poteva essere stavo sorvolando troppo con la fantasia e invece fece una cosa del tutto inaspettata. Come avevo immaginato dalla tasca della giacca tolse una scatolina. Mi sembrò di sognare e di sprofondare al tempo stesso.

- Non è quello che penso vero? - il mio cuore perse un battito.
- Beh non so dipende da cosa pensi. - mi sorrise.
- Io... non vorrei dire qualcosa di stupido.

Mi guardò negli occhi, ma non parlò come se cercasse le parole giuste da dire e poi eccolo fare un altro gesto inaspettato. Si mise in ginocchio davanti a me. Sembrava un film.

-In una serata speciale come questa, solo la luna mi fa da testimone. Questa scatolina racchiude una piccola parte del mio amore, un gesto importante che ti faccia ricordare tutti i giorni quanto tu sia unica e speciale per me. Ho pensato spesso di donartelo, ma non trovavo mai il momento giusto, così sta sera ne ho approfittato - aprì la scatolina - Vorrei metterti questo anello al dito, affinché il mio ricordo ti accompagni sempre, ad ogni tuo passo, ad ogni tuo respiro, e vorrei immaginassi un pezzettino del mio cuore sempre legato a te. Lo sai che con le parole non sibo mai stato bravo e forse non te l'ho mai detto, ma TI AMO Isabel!!!

Aveva buttato tutto fuori, così, come un fiume in piena senza fare nemmeno una pausa. In un momento mi passarono, davanti agli occhi, immagini della nostra storia, le risate, le confidenze, gli scherzi e adesso questo... non ce la feci più, con gli occhi pieni di lacrime mi girai e corsi verso l'interno, verso la mia camera. Lo lasciai lì, stupito dal mio comportamento e preoccupato che avesse fatto qualcosa di sbagliato.
E lo aveva fatto.
Aveva detto di amarmi. Che stupido.!

A Secret Inside Me (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora