Capitolo 10°

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Correvo, correvo più forte che potevo. Non volevo più fermarmi per non pensare a quello che avevo appena fatto, ero scappata via dalla persona che amavo di più, la prima persona che mi aveva amato fin dal primo momento. E che dichiarazione poi!! Mi stava dichiarando il suo amore con tanto di anello, che, pensandoci bene, non avevo nemmeno visto per via delle lacrime che riempivano i miei occhi. Stupida, stupida, stupida!!

Dal tanto correre e dal mio mal senso dell'orientamento mi persi per il castello, arrivando in un' ala a me del tutto sconosciuta e mi sembrava comprensibile dal momento che era la prima che ci mettevo piede. Riprendendomi un pò dal mio stato di torpore, mi accorsi che lungo il corridoio c'erano fiaccole accese ad illuminare la via, così con un pò di lucidezza iniziai a rallentare, quasi fino a fermarmi. Quel posto mi incuteva una certa paura, come se il pericolo fosse dietro l'angolo.

Dovevo essere talmente frastornata, da non essermi accorta che qualcuno dietro di me mi stava seguendo, fino al momento in cui qualcosa o meglio qualcuno non mi afferrò per il braccio.

-Aaaaaaaaaaaah!! Aiuto, aiuto!! Lasciami stare, non farmi del male!! - gridai con quanto fiato avevo in gola.

-Isabel calmati sono io!! Sono Ryan, non voglio farti del male.

Sentendo il suono della sua voce smisi di gridare e mi voltai per guardarlo. Era proprio Ryan, era venuto al salvarmi dal quel posto strano e dalle mie paure.

- Oh Ryan sei proprio tu?! Mi hai fatto prendere un accidenti, non mi arrivare più così alle spalle!!
- Beh, veramente è un pò che ti corro dietro e ti chiamo. Non mi hai sentito?
- Da-davvero?
- Si, quando hai reagito in quel modo e sei scappata via, mi sono preoccupato e ti sono corso dietro sapendo che non conosci il castello e che potevi perderti e ho fatto bene vedo.
- Grazie!

"Grazie" fu l'unica parola che uscì dalla mia bocca, prima che mi buttassi tra le sue braccia e ricominciassi a piangere.

-Mi dispiace. Mi dispiace tanto.
- Shhh, ne riparliamo dopo, adesso calmati ci sono io qui con te, non ti accadrà nulla. Andiamo, ti riaccompagno nella tua camera.
- Io... devo dirti una cosa importante.
- Adesso non nulla ha importanza, hai bisogno di riposare, ne parliamo domani quando ti sarai calmata.

Senza dire altro, mi mise il braccio intorno alle spalle, come fosse un'ala protettrice, e mi riaccompagnò nella mia stanza. Durante il tragitto fui veramente grata per il silenzio calato così su di noi. Era un pò imbarazzante stare accanto a lui dopo quello che era successo, e se avessi solo pensato di aprire bocca proprio in quel momento, avrei ricominciato a piangere, dopo essere riuscita, anche se a fatica, a farle smettere di scendere.

Per passare il tempo e per non dar troppo peso a quel silenzio, iniziai a guardarmi intorno e pensai che dovevo aver corso davvero tanto, perché il ritorno sembrava fosse più lungo rispetto all'andata. Passando davanti una porta notai che su di essa vi era una scritta, diceva "Bibliotecas", doveva essere la biblioteca dello zio, prima non mi accorsi che ci fosse. Ero curiosa di sapere come fosse fatta, se ci fossero tanti libri e se fossero antichi quasi quanto il castello, o se magari Ryan l'aveva aggiornata ai giorni nostri, con romanzi degli ultimi autori più famosi di tutto il mondo, ma in realtà l'unica cosa che volevo era pensare a tutto tranne che a quello che contava davvero.

Sentivo che non avrei mai trovato le parole giuste per dirgli quel che dovevo, in cuor mio non esistevano nemmeno quelle parole, facevano male, troppo.

A Secret Inside Me (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora