~9° capitolo~

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Mi ritrovo distesa sul pavimento dell'ingresso di casa mia, davanti a me ho Matt e Eli, mi fissano, Mattia ha un viso preoccupato, si vede dalle sue sopracciglia corrugate, ha uno sguardo triste ed è fin troppo serio, mentre El vorrebbe piangere, si vede, guarda verso il basso fissando un punto indefinito, ogni tanto inghiottisce come se avesse un groppo alla gola ed ha la faccia di una persona che vorrebbe scappare o mimetizzarsi con il colore del muro. È successo qualcosa tra loro. Ma cosa? Eppure, prima Elisa era così felice di raccontarmi il loro pomeriggio...

"Am... Tutto a posto?" mi chiede preoccupato Mattia.
"Ssi...credo, almeno.." mi appoggio sulle braccia e mi siedo a terra appoggiandomi al muro, rispondo con un po' d'incertezza nella voce, d'altronde cosa vuole?! Se ne è andato senza avvisarmi, non si è fatto sentire per dieci anni, un giorno scopro che è tornato qui tramite un appuntamento che ha avuto con la mia amica, adesso mi spunta in casa senza preavviso e fa tutto il preoccupato? Ma mi prende per il culo?! Scaccio via gli istinti omicida che mi passano per un attimo per la testa e gli rispondo...
"Che vuoi? Perché sei a casa mia?"
"Ti ricordavo più gentile, eh!" mi risponde ironizzando. Mi sta proprio sul cazzo. Ma chi si crede di essere?.
" 'Ti ricordavi' ahahaha. Ma chi vuoi prendere in giro? Te ne sei andato, mi hai abbandonata, non mi hai detto nulla, hai fatto passare un decennio per poi tornare e fare il preoccupato? Inoltre ti permetti di usare il verbo 'ricordare'? Tu non sai niente di me. Tu. Non mi hai mai conosciuta, o meglio, te ne sarai dimenticato. Se mi conoscevi veramente me l'avresti detto che stavi partendo. Se ci tenevi veramente ti saresti fatto sentire. Sei scomparso da un giorno ad un altro. Te ne sei andato. E adesso? Adesso cosa vuoi da me? È per colpa tua se piango tutte le sere. È per colpa tua se non riesco a fidarmi delle persone. È colpa tua se non mi sono mai innamorata, colpa tua e dei tuoi occhi verdi, cazzo. È colpa tua, quel fottuto bambino. Quello con cui giocavo tutti i pomeriggi nel parco. Il mio piccolo eroe. Colui che mi ha insegnato a leggere perché mamma era troppo occupata con il lavoro, quello che mi rallegrava sempre, quello che mi ha insegnato ad amare e a perdonare tutti, quel bambino che mi abbracciava se stavo male, quello che mi ha asciugato le lacrime e mi ha guarita dalle ginocchia sbucciate, il bambino che quando mi è caduto il mio primo dentino era lì ad assicurarmi che sarebbe ricresciuto, il bambino che amava lo zucchero filato e le caramelle, quello che a sei anni mi ha insegnato ad andare in bicicletta, era sabato, ed eravamo nel parco dietro casa nostra, mi hai fatto salire sulla tua bici, mi hai detto di sedermi e stare tranquilla che tanto io ero brava ma che anche se fosse andata male, in ogni caso c'eri tu pronto a proteggermi e io mi sono fidata, io mi fidavo, e così ho pedalato, ho pedalato forte e tu mi hai lasciata andare, ho fatto il giro dell'aiuola e sono caduta, ma ero felice, perché c'ero arrivata da sola ma grazie a te, quel bambino che bambino non era, era un ometto. Il mio ometto. E purtroppo quel bambino eri tu. Ancora non mi spiego il perché e non lo voglio più sapere. Voglio solo che sparisci dalla mia vita. Perché per me, ormai sei un ricordo. Non ho nient'altro da dirti e da ascoltare,quindi ora, per favore, gira i tacchi e ritorna da dove sei venuto."
In mezzo minuto, gli sputo in faccia tutto ciò che avrei voluto urlargli da una vita, non penso, non ragiono, è il mio istinto a parlare, e comunque, mi sembra abbastanza sensato ciò che ho detto..
Ha una faccia letteralmente sconvolta, mi sta guardando stranito, ha la bocca quasi aperta, gli occhi sgranati verso di me e le sopracciglia corrugate, una lacrima gli sta rigando il viso, adesso due..tre.
"Addio...e scusami." tutto questo è ciò che riesce a dirmi, dopo di che mi guarda un ultima volta in faccia e se ne va. Adesso l'ho perso. Per sempre. E stavolta è stato tutto "merito" mio. Almeno so con certezza che non c'è e non ci sarà mai, in fondo sono sempre stata una ragazza 'del tutto o del niente'.
Eppure mi sento vuota, vuota non libera, ho sprigionato tutto ciò che tenevo dentro da anni, ma ora cosa ne è rimasto di me?

Vado per alzarmi quando mi accorgo di Eli, mi ero tolta dalla mente che lei fosse qui. Viene verso di me, mi aiuta ad alzarmi e mi abbraccia. È così bello stare stretta a lei, ogni problema scivola via come l'olio sulla plastica.

"Am, che diamine hai appena fatto?"
"Ho solo detto la verità."
"Ma lui..."
"Lui che?"
"No, niente niente."

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