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"Che succede?" Mi alzo dal divano e mi dirigo in camera. Sta piangendo.
"Lidia.. Ti.." Non riesce a dire più di due parole senza scoppiare di nuovo in lacrime.
"Federica, calmati e respira. Che è successo?"
"Ti ricordi alla festa? Quando sono sparita?"
"Si..."
"Ero con Giovanni.."
Aspetta alcuni secondi secondi prima di continuare. "Lidia sono incinta."
Non so cosa risponderle. Lei scoppia a piangere ininterrottamente e tra un singhiozzo e l'altro mi supplica di dire qualcosa ma io resto in silenzio non sapendo cosa dirle.
"Sto arrivando."

Scendo dalla macchina salutando Matteo che mi ha accompagnata a casa di Federica.
Vado verso la sua porta di casa sua, ma si apre ancora prima che io riesca a bussare. Esce Federica con le lacrime agli occhi e mi abbraccia singhiozzante. La abbraccio anche io accarezzandole la schiena.
"Grazie di essere venuta.."
"Non c'è problema. Sei a casa sola?"
"Si. Mamma e papà sono andati ad una festa di compleanno di un loro amico."
"Va bene, allora adesso entriamo e ti preparo qualcosa di caldo. Ti va un te?"
Lei annuisce mentre entriamo in casa.
"Vado in cucina, tu stai tranquilla e cerca di calmarti. Quando starai meglio, ne riparleremo."
Lei accenna un sorriso. "Sei la migliore, grazie."
Le sorrido a mia volta e mi dirigo in cucina a preparare il tè alla ciliegia perché so che è il suo preferito. Mentre metto lo zucchero nella tazza la sento piangere, e alternare le lacrime con sospiri profondi per calmarsi.
Appena pronto il te, torno da lei passandole la tazza.
"Attenta, scotta." La avviso.
Lei annuisce e prende in mano la tazza portandola alle labbra.
Mi siedo accanto a lei sul divano e la guardo aspettando che mi racconti.
"Mi aspettavo che tu entrassi e mi urlassi che sono una stupida." Confessa guardando la tazza.
"Si, ci penserò dopo a rimproverarti. Ora non è di questo di cui tu hai bisogno."
Lei sorride quasi forzatamente e appoggia la tazza sul tavolino davanti.
"Sono in un casino." Chiude gli occhi coprendosi il viso con le mani.
"Lo so. Cosa vuoi fare? Lo hai detto ai tuoi?" Chiedo.
"No, loro non lo sanno. Mi uccideranno. Vorrei tenerlo ma, Lidia, ho sedici anni."
"Ne hai quasi diciassette. Okay, sei giovane. Ma se non vuoi abortire nessuno ti costringerà a farlo. Conosco tua mamma ed è una persona comprensiva. Vedrai che andrà tutto bene. Okay?"
Lei mi guarda e mi abbraccia.
"Hai ragione. Appena tornano dovrò dirglielo. Ti va di esserci anche tu?"
I suoi occhi mi scongiurano di dire si e io annuisco.
"Grazie"
Appoggia la testa sulla mia spalla e le accarezzo i capelli.
"Lui lo sa?"
"Gli ho mandato un messaggio."
"Gli hai detto che sta diventando padre per messaggio?!" Chiedo allibita e staccandomi per guardarla negli occhi.
"No! Gli ho detto che dovevo parlargli di una cosa molto importante. Ma deve ancora rispondermi."
Faccio un respiro di sollievo e le sorrido.
"Sai.. Lo amo già."
"Sai già che è un maschietto?"
Lei ride. "Non lo so. Ma mi piacerebbe avere un maschio." Dice mentre si accarezza la pancia. Io sorrido a quella scena tenera.
"Lo terrò. Non posso pensare di abortire."
"Va bene"
"Crescerà con una madre pazza e pigra"
"Sono d'accordo. Ma sarai comunque la migliore mamma del mondo"
Lei sorride e scuote la testa. "La solita esagerata"
"La solita Lidia."
Lei scoppia a ridere e mi unisco a lei.
"Ci sarai?"
"Quando?"
"Sempre.. Adesso, dopo, domani.. Tra vent'anni e anche tra sessant'anni."
"Ci sarò. Lo prometto."
Lei mi sorride. Un sorriso vero che oggi non le avevo ancora visto fare.
"A qualunque costo?"
"Lo prometto."

La mia tempestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora