Capitolo 4

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Ore 07:00, 26 Settembre

Pov's Santana
Mi alzo e vado di corsa a vestirmi. Oggi a prima ora ho il test di arte. Starete pensando:' Chi fa dei test di arte?' beh, anche io penso siano ridicoli ma per mia sfortuna devo farlo. Esco e corro verso la scuola dove trovo Brendaline e Marley indaffarate con gli esercizi di matematica. Cavolo, me ne sono proprio dimenticata! "Ragazze, qui c'è il mio quaderno, copiateli anche a me." e corro verso l'aula. Arrivo e mi siedo di corsa ad un banco a caso e vedo che gli altri hanno già iniziato. Che guaio! Il prof mi da quei 7 fogli e inizio a fare quello stupido compito. Alla fine dell'ora consegno e mi dirigo verso l'aula di matematica ma sbatto e tutti i libri mi cadono dalle mani facendo uscire tutti i fogliettini.

Pov's Jack
Nel corridoio non c'era più nessuno, mi fermo per leggere un foglio sulla bacheca. Borsa di studio! Mi interessa... Stavo per leggere quando qualcuno mi viene a sbattere e vedo mille fogli volare in aria.

Pov's Santana
Alzo lo sguardo e vedo Jack sorridere. "Hey, stronzetta... Dove vai?" Quello lì mi dovrebbe dire grazie in ginocchio! "Non credo che ti riguardi!" dico acida. "Daiii... Non fare la scontrosa. Con me non funziona." si china e inizia a raccogliere i fogli insieme a me. Lo guardo negli occhi, e in viso ha un sorrisino quasi da ebete. Prendo i fogli e correndo dico: " La professoressa di matematica non sarà felice quando sarai in ritardo. "

Pov's Jack
Cavolo! Aveva ragione. Anche io ho matematica. Inizio a correre e la raggiungo. Apre la porta e poi lei dice: " Professoressa scusi il ritardo ma ho avuto un imprevisto. " "Ma certo, un imprevisto. Scommetto che anche tu hai avuto un imprevisto." dice rivolgendosi a me ma non rispondo. "Andatevi a sedere!" dice severa. Mi siedo ed i ragazzi iniziano a dirmi: " Wee, com'è stato l'imprevisto? " che scemi. Neanche rispondo e mi limito ad ascoltare cosa dice la prof.

Pov's Santana
Mi annoio durante matematica così decido di fare un disegno. Una ragazza distesa su un prato. Forse non è una ragazza qualunque. Quella ragazza ha il viso sereno, è senza alcun problema, senza nessuno che la critica o che la sgrida. Le ore finiscono e vado a mensa. Sto per aprire la porta quando qualcuno mi afferra il polso e inizia a correre verso la palestra e poi negli spogliatoi. Osservo attentamente e vedo Jack. Dio mio, ma che vuole questo? Entriamo negli spogliatoi e lui si chiude la porta alle spalle mentre io sono abbastanza nevrotica. "Che vuoi?" gli dico. Lui si avvicina a me, sempre di più. Sono con le spalle al muro. "Ti ho fatto una domanda! Non si risponde?" dico per evitare di ritrovarmelo più vicino. Mi accarezza la spalla e mi dice: " È te che voglio. " e si avvicina. Quel contatto mi ha suscitato un certo effetto, un brivido. Mi abbasso e corro verso la porta. Cazzo! L'ha chiusa a chiave. Lui ride: " Credi che l'avrei lasciata aperta? " si siede su una panchina. "Cosa vuoi?" gli ripeto sperando che ci abbia pensato prima di sparare cavolate a raffica. "Io voglio te." mi dice... Ancora? Ma questo è di coccio! "Punto primo: io non sono un oggetto che mi vuoi. E poi non mi avrai mai." "Ne sei sicura?" si alza. Deglutisco e dico: " Sì! " sorride. Che ha da sorridere?! "Che hai?" gli chiedo un po' irritata. "È buffo. Tu non mi conosci nemmeno e già mi odi!" "Senti, smettiamola di dire cavolate. Noi ci odiamo dal primo giorno del primo anno." "E se io ti dicessi che io voglio te, che sei così... Così non so come che ogni volta mi fai impazzire... Mi odieresti lo stesso?" "Beh, adesso sei più patetico di prima..." ride. Si avvicina a me. È vicinissimo, non mi muovo. Non voglio muovermi. È a pochi centimetri, sento il suo respiro profondo e la sua fronte sulla mia. Si avvicina alle mie labbra e poi mi dice:" Va, Santana. Vai via, sono solo un buono a nulla!" si allontana, mi da la chiave e si sdraia sulla panchina. Sto per metterla nella serratura quando lui mi dice: " Comunque credo di dovermi riprendere la coperta. " rimango pietrificata, mi giro lentamente e sconvolta. È stato davvero lui? Faccio un respiro profondo e dico: " Come sapevi che ero lì? " "Passavo di lì." "Con una coperta in mano?" non risponde e guarda fisso il tetto. "Comunque il tuo cellulare non fa ancora le chiamate da solo e soprattutto quando sei ubriaco."

Pov's Jack
Cosa?! È stata lei a chiamare Carter? Non posso crederci. Mi alzo mettendomi seduto e la guardo. Suona la campana. "Vai, Brenda e Marley ti staranno aspettando." dico abbassando lo sguardo. "E se io non volessi andarmene?" si siede vicino a me. Una ragazza così strana, scontrosa e acida che ha intenzione di restare.

Pov's Santana
Forse non è così odioso, forse è diverso. È vero, non ci conosciamo ma ci odiamo. Voglio capire quel ragazzo fino in fondo. "Io credo che tu debba andare... È suonata la campana." sorrido e poi gli dico: " Hai ragione. " mi alzo, apro la porta e guardandolo negli occhi gli dico: " Ci si vede in giro Jack. " mi sorride ed io corro nel corridoio dove vedo Marley e Brendaline. "Hey, ma dove sei stata?" mi chiedono in coro. "Nulla, la professoressa di matematica doveva parlarmi." andiamo verso l'aula di storia.

Pov's Jack
Entrano i ragazzi: " Hey Jack, ma dov'eri?" mi chiede Shawn. "In giro e poi sono venuto qui presto." "Ma oggi che imprevisto era successo con Santana?" ma è possibile che pensano solo a quello? "Ragazzi, non è successo niente!" Arriva il coach e ci fa fare tre giri di campo. Dopo corse e vari esercizi vado a casa dove finalmente Darren non c'è. Starò un giorno a non fare niente.

Pov's Santana
Arrivo a casa e c'è solo mio padre. "Ciao Santana!" da quando in quando mi rivolge la parola?! "Ciao" dico fredda. "Tutto bene a scuola?" "Sì." dico e salgo in camera. Mi butto sul letto e sulla sedia vedo la sua coperta, la prendo e sorrido come una scema rimettendomi sul letto.

Too Much Alike || Jack Gilinsky {#Wattys2016}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora