8° CAPITOLO

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Stavolta siamo in una sala con le pareti bianche.

Un bianco troppo acceso...abbagliante.

"È solo una mia impressione o sta diventando grigio?" nota Daisy

"Guardate là" grida Rey indicando un punto del muro sull'angolo destro.

Grigio chiaro, poi grigio scuro, poi nero.

Diventava tutto nero, fino ad arrivare al centro del soffitto dove c'era solo un buco bianco abbagliante.

Un grido.

É Félicité.

Si dimena, urla, e mi sembra di vedere un vento leggero che vortica intorno a lei.

Non è chiara come figura, ma mi sembra di vederlo.

Urla anche Rey.

Un vento le scompiglia i capelli, riesco a intravederlo.

Urlo, tante urla tutte insieme e vedo solo mare.

Non riesco a stare a galla.

L'acqua sale, dalle mie caviglie sempre più su fino a sommergermi.

Non vedo dove finisce il mare, non sento nulla, solo il rumore lieve e leggero delle onde.

Mi sento mancare l'aria, mi sento male.

Vado in cerca di dove possano essere le altre, ma per la paura non riesco a muovermi.

Mi brucia il petto, gli occhi e finalmente nuoto.

Ma sono troppo stanca, ho poco ossigeno.

Provo a risalire in su, ma non ci riesco, vengo spinta verso il basso.

Mi chiedo cosa stessero facendo le altre. Se erano riuscite ad uscire.

Guardavo sempre in alto.

Ma avevo troppo paura, troppa ansia, ma riuscivo sempre a vedere quello spiraglio di luce bianca.

Mi ritornarono in mente le parole di quell'uomo.

Dimostrate di essere calmi e quindi riuscite qualche volta a non pensare alla paura e tutto è come se ritornasse normale, ma ricordare che c'è un sacco di gente oltre a voi che prova la stessa cosa, ma non lo dimostra, non siete soli.

Guardo in su e continuo a vedere la luce bianca.

Sento di non riuscire più a stare la giù, mi sento tutta bruciare e senza ossigeno.

Forse se mi calmo, non penso alla paura, ripensando a ciò che ha detto quell'uomo.

Ci provo, ma non basta...istintivamente guardo in su per vedere se sto risalendo e quindi uscendo da quell'incubo.

Mi sento spingere sempre più su e mi ritrovo su una parte bianca di quella stanza con Rey.

Uscirono poi Daisy, Félicité e Violet.

"Sono distrutta" dice Daisy

"Lo stesso, non capisco a cosa serve tutto ciò, ci sta solo distruggendo"

"Assolutamente no" dice la voce cavernosa dell'uomo, questa volta con fare più autoritario

"tutto questo ci servirà per affrontare tutte le situazioni che vi capiteranno dopo la preparazione.
Siete molto perplesse"

Farei stare lui, sott'acqua o a superare queste prove, non sapendo quasi nulla e vediamo se anche lui non fosse stato perplesso...

"Vi spiego. D'istinto si urla quando si ha paura. Ma perché la maggior parte di voi non lo fa nella vita reale? Perché se avete paura che qualcosa vada storto non lo esprimete?
Siete là da soli, a combattere con la vostra paura, senza aiuto e andate sempre più giù. Provate a non pensarci, per uscire da tutto ciò che state provando, ma non ci riuscite.
Sperate sempre di più, di non provare più quelle sensazioni, magari dicendo che poi passerà. Ma solo finché lo volte veramente e guardate in alto, con la consapevolezza di voler uscire da quel periodo buio, ci state per riuscire. Non è tutto così semplice, infatti man mano siete risalite. Ma ala fine ce l'avete fatta. Dovete solo ricordare questo: non si è soli"

"Comunque" continua quella voce cavernosa "siete sulla buona strada, se questo può tranquillizzarvi".



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