Era il primo di novembre. Festa di tutti i santi. Si prospettava essere un giorno come tutti gli altri. Casa, odore di cucina, qualche amica, una bella dose di risate. Il mio cellulare, intasato di messaggi e foto dalle mie bestie, segnava le nove e trentacinque del mattino. Per il momento, nulla di interessante. Così, presa dalla noia, accostati le lenzuola dal letto e mi costrinsi ad alzarmi. In cucina trovai Francesca, intenta a smanettare con la macchina del caffè. Le lasciai un bacio sulla guancia, prima di arrampicarmi ai mobili per scovare il latte e i cereali.
Mi sedetti e iniziai la mia colazione con calma, nel frattempo scorrevo i messaggi su WhatsApp. I vari "buongiorno" da amici e parenti, comunicazioni inutili della Universal, poi... "Briga".
Quasi mi strozzai col latte. Francesca dovette assestarmi una bella manata sulla schiena per far sì che mi riprendessi.
-Grazie...-, feci ancora tossicchiando.
Mi guardò con aria interrogativa, e subito aggiunsi: -Savini, meglio di no. Ti racconto più tardi.-
Comprensiva, lasciò la stanza.
Con le mani che tremavano ed il cuore impazzito, aprii il messaggio. Era stato inviato due minuti fa."Aprimi il portone. Urgente."
Rimasi impalata per un secondo, gli occhi rivolti alla parete di fronte. La stupida idea di inviargli un altro messaggio per chiedergli cosa volesse ancora da me fu bocciata immediatamente. Come un automa, mi alzai dalla sedia e, a passo svelto, raggiunsi l'uscio. Presi un respiro profondo, senza pensare al mio aspetto di prima mattina, e, tentennando, aprii la porta.
Eccolo, dopo mesi. Il cuore mi danzava nel petto, impazzito.
-Mattia...-. Avevo la bocca secca, le parole morte in gola nel momento in cui i suoi occhi incrociarono i miei.
-Emma!-
Le sue labbra si aprirono in un sorriso meraviglioso, e un attimo dopo si slanciò verso di me a braccia aperte. Mi feci avvolgere dal suo calore, che paradossalmente mi trasmetteva brividi, sulla schiena, dove le sue mani accarezzavano la spina dorsale, sulle mie braccia, al contatto con la sua pelle. Mi stringeva forte, ed io mi lasciai cullare, appagata.
-Mi sei mancata, Emma.-
Sussurrò con le labbra che sfioravano il mio collo.
Ci stampò un bacio, e si scostò leggermente.
Io mi allontanai ancora, sentendo le guance arrossire, e sorrisi, abbassando lo sguardo sul pavimento. Era inutile negarlo, mi imbarazzava ancora il modo in cui mi scrutava. Il fatto era che, ogni santa volta che i suoi occhi si posavano sul mio corpo, nella mente si affollavano i ricordi, il sapore dei baci dati di nascosto, tutta la passione repressa, nascosta, archiviata in un angolo remoto.Mi ripresi quasi immediatamente, e subito gli chiesi: -Come mai qui?-
Distolse lo sguardo, si fece serio.
-vorrei incidere Schiena, con te.-
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«Siamo Due Storie Sbagliate, Diventate Perfette»
FanfictionL'eccezione che conferma la regola. La fantasia che racconta verità. • L'amore, la passione repressa, i baci rubati e i "ti amo" sussurrati. Due anime fuggitive, che si cercano, si scontrano, si innamorano in ogni attimo. Cosa è accaduto davvero t...