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Arrivammo al disco-pub che erano le dieci e trenta. Mi guardai intorno e dovetti ammettere a me stessa che, per quanto Tina fosse una pazza, aveva davvero buon gusto nel design. Lo stile era pazzesco, e anche la disposizione della sala: davanti all'ingresso, si apriva un'enorme pista da ballo dai pavimenti candidi, e, più in fondo, un palchetto con la console, in modo che la mia amica potesse dare sfogo alla sua creatività da dj. Dal soffitto alto pendevano drappi di stoffa leggera bianca e nera, che formavano archi artistici sulla folla in pista. Spostando lo sguardo a destra, le luci si attenuavano, dando spazio a comodissimi pouf e poltroncine, che accerchiavano tavolini bassi in legno scuro, stile giapponese. A sinistra, invece, il bancone bar si estendeva a perdita d'occhio, quasi, e numerosi bar-men si affrettavano con maestria a preparare i cocktail per i clienti. Il posto era una favola. Ci si poteva divertire e rilassare, senza doversi spostare fin troppo. Un'equilibrio perfetto di opzioni per una serata con gli amici.
Subito ci addentrammo nel clou della serata. La Savini si era allontanata per salutare alcune persone che conosceva, mentre io e Mattia, ancora attaccati, da quando eravamo usciti dalla camera dell'hotel, camminammo verso il bar.

C'era abbastanza folla, ma non eccessiva da non respirare. L'odore di fumo e alcool era presente, ma veniva sovrastato dal profumo di nuovo della location.
Il bar era illuminato ovunque da piccole lucine a led incastonate nel muro, nel pavimento e nel bancone.
Mattia ordinò un Martini ed io un Mojito.
-Andiamo leggeri, a prima serata, eh, Mì?-, mi sfotte Mattia.
-Sai com'è, quando vuoi dimenticare una giornata di merda ci vai giù pesan... -
No. Non poteva essere lui. Non di nuovo. Cosa ci faceva qui? Sapeva che sarei venuta?
La figura si voltò e...
Stefano.
-Mattia, andiamo da un'altra parte. -
Lo presi per il polso, lasciando che afferrasse i cocktail e lo trascinai più in fondo, verso i bagni.
Mi sedetti su uno sgabello di fronte al bancone, guardandomi intorno e sperando che non mi avesse vista.
Quando ne fui certa, rilassai le spalle.
-Ma che t'è venuto? Oh, Emma! -

-Niente, ho visto uno che mi sta sul cazzo. - risposi, forzando un sorrisino di scuse.
-Mh. - replico, poco convinto.

-Un doppio vodka lemon- feci al barista.

Lo finii in un momento.
Avevo voglia di muovermi un po', con tutto quel bere, iniziai ad aver caldo.
Feci per alzarmi dallo sgabello, ma la vista mi si appannò per un attimo, lasciandomi stordita.
Poi, tutto tornò alla perfezione.
Afferrai la mano di Mattia.
-Balli con me?-
Sorrise, scuotendo la testa.
-Ma come se fa co'te? -

Bevve in un sorso il suo ultimo shot e mi raggiunse in pista. Il volume della musica era abbastanza alto, la canzone mixata aveva un tono fin troppo house. Tantissime persone affollavano lo spazio circostante, perciò, io e Mattia fummo costretti a muoverci con i bacini praticamente incollati.
Volevo divertirmi. Mi sentivo normale, una semplice ragazza in discoteca insieme al ragazzo che le piaceva. Avrei voluto buttare e archiviare in un cestino nel più remoto angolo della mia mente, Stefano, le sue proposte assurde, e quella giornata totalmente irreale.
Ballai, come se i movimenti di gambe e braccia al ritmo di musica potessero portarmi via i problemi.
Ero... Felice. Solo se non pensavo, però.
Guardai Mattia, anche lui danzava, più o meno. Gli sorrisi, comunicando quel desiderio di renderlo parte della mia contentezza. Le mie mani si incrociarono presto dietro il suo collo, portandomi ancora più vicina. Potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra, che mi solleticava la pelle.
-Mimma, nun fa' 'a pericolosa, che qua annamo a finì male...-
Ribatté al mio gesto, riferendosi alla sua eccitazione, percepita benissimo anche da me.
-E chi te l'ha detto che voglio un lieto fine? - risposi, senza poter filtrare le mie parole. Ma, d'altronde, "in vino veritas", no?
Sorrise, e in quel momento avrei voluto soltanto prenderlo a pizze, per quanto mi irritava e faceva impazzire allo stesso tempo.
-Ti ucciderei adesso...ma sono sbronza, sarà per un'altra volta!- sussurrai al suo orecchio.
-Mamma mia, se fai così 'n te resisto, però!-
Ci stringemmo, così ubriachi da non capire nemmeno ciò che facevamo. Io, ubriaca di una sbornia tra acool e amore per lui. Leggera, spensierata, e felice di potermi scordare di tutto, di potermi permettere una serata con un ragazzo che il cervello me l'aveva mandato a puttane.
Ci perdemmo, occhi negli occhi, con le sue dita che accarezzavano e possedevano il mio corpo con una gelosia che solo da lui avrei preteso. Le sue labbra sfioravano le mie, ogni volta, era una scarica di brividi che finiva nel basso ventre, già eccitato a causa della vicinanza con Mattia.
Eravamo accaldati, ma continuavamo a muoverci a ritmo della nostra passione. Persi il senso del tempo. Mi veniva così facile amare lui, divertirmi con lui, essere me stessa, sentirmi amata. Ero tremendamente sbronza, non capivo nulla di tutto il contorno, ma di quella notte, mi ricordai solo le sue labbra, fameliche, sulle mie. Perché, quella notte, scoprimmo una danza nuova.

ANSIA??
CONTINUO?

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