-A cosa pensi?-
-Oddio, Fra, mi hai fatto prendere un colpo! - esclamai, quasi ridacchiando.
Si appoggiò alla ringhiera di vetro che dava sulla strada, rimanendo in silenzio. Speravo tanto che non fosse arrabbiata. Era la persona alla quale tenevo maggiormente, dopo la mia famiglia, non potevo sopportare di perderla.
Trascorsero attimi muti, carichi dei miei respiri nervosi e dei suoi.
Improvvisamente, come se avesse soppesato a lungo le parole da utilizzare, si rivolse a me.
-Stai bene? -
Calò il panico. Mi presi qualche istante per capire il modo in cui avrei dovuto darle una risposta, poi replicai: -Sono un po'confusa...-
-Essere contesa da due uomini nello stesso giorno mica è una cosa comune, eh!- ribatté, accompagnando le parole con una sonora risata, raggiunta subito dalla mia.
Forse Francesca non era un'amica perfetta, ma sicuramente sapeva come risollevarmi il morale anche quando tutto andava male.
-A parte gli scherzi...- e subito ci facemmo serie... -Non voglio vederti così. Devi essere felice. E se pensi che con lui lo sarai, allora... è okay. Non fraintendermi, per me va bene Mattia, ma è fidanzato, lo sai, vero? E non potreste mai venire allo scoperto...-
Sospirai. Aveva tremendamente ragione.
-So che per lui nutri sentimenti più forti di quello che sembra. Ricordati che questo supera tutto.-
-Franci... io...-
La gola mi bruciava, cercai invano di trattenere le lacrime, ancora una volta.
La mia amica, sopprimendo ogni tentativo di proferire parola, mi abbracciò. Scoppiai in un pianto liberatorio. Volevo Mattia, volevo essere una persona normale, libera, volevo poter amare senza finire sui giornali... era tutto così estremamente complicato...
-Tesoro mio...ritrova la forza, sei o no la mia leonessa?- mi sussurrò, asciugandomi le lacrime. Ci districammo da quell'intreccio di braccia nel quale mi sentivo tanto protetta. Mi accarezzò la spalla, provocandomi un gran senso di calma.
Mi voltai verso il suo viso, fissandola negli occhi.
-E con Stefano che faccio?-
Sentivo di poter affrontare la questione con tranquillità e razionalità. Stefano non mi spaventava come Mattia: il primo poteva solo causare qualche problema ai danni della mia carriera, mi ripetevo, ormai non influenzava più di tanto la mia sfera emotiva, a parte provocarmi una sensazione che era un mix di rabbia e nostalgia. Briga, invece, mi era entrato dentro e c'era restato. Come un tatuaggio, avevo marchiato con un inchiostro indelebile il suo nome sul cuore. Non c'era nulla da fare, se lui mi era vicino, se mi abbracciava, o semplicemente volgeva lo sguardo su di me...i battiti aumentavano e ogni volta mi sembrava di aver mangiato farfalle scalpitanti a colazione. Mi faceva un effetto nuovo, diverso, tutto da scoprire e assaporare. Di lui, di quelle emozioni così forti, avevo paura. Terrore che mi fregassero ancora. E che poi....
-Secondo me dovresti ignorarlo e basta.-
-Eh?!- sussultai, per metà assorta nei miei pensieri.
-Non mi stavi ascoltando, eh? Come al solito...-disse, proruppendo in una risata sommessa. -Dicevo che, se lo ignoriamo, non potrà uscirsene con cose del tipo "io ti amo e non ho mai smesso di farlo". Ti immagini?! Non se lo cagherà nessuno! Farebbe solo una gran figura di merda...- si interruppe per unirsi al mio ridere sguaiato.
-Per il momento, evitiamo di trovarci agli stessi eventi e negli stessi posti.-
-Va bene.-Tornammo con i gomiti sul parapetto. Il cielo ormai si era tinto di azzurro scuro, i lampioni iniziarono ad accendersi, colorando l'atmosfera di giallo vivo ed allungando le ombre intorno a noi. Francesca estrasse dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni di tela nera, un pacchetto di Marlboro rosse, e ruppe il silenzio offrendomene una: -Sono di Mattia, mi ha detto che le adori. Vuoi?-
Sogghignai. Mi conosceva alla perfezione. Accendemmo la sigaretta e subito mi sentii più sollevata. L'ansia provocata da Stefano e da Briga mi stava divorando. Il fumo, in quel momento, fu come una dolce crema lenitiva sulla pelle arrossata: riuscì a cancellare, almeno parzialmente, la mia angoscia. E ne fui estremamente felice.La mia amica ed io consumammo quella sigaretta nella pace piú assoluta: gli argomenti più spinosi erano un tabù, perciò ci concentrammo su qualcosa di più leggerlo, parlando fitto fitto di famiglia, lavoro, case, persino di vestiti e locali... Ridemmo spensierate senza accorgerci del tempo che passava e del cielo ormai scuro...
-Fra, ma che ore sono?!-
-Oddio, le sette!- fece lei, ancora l'ultimo riso sulle labbra.
-Ma stasera abbiamo qualcosa in programma? Rincoglionita che sono, non mi ricordo niente!- ribattei io.
-No...ma.... Tina mi ha scritto prima, invitandomi all'inaugurazione di un nuovo discopub nelle vicinanze... Che dici, andiamo?-
La proposta, nonostante squallida, mi parve allettante. Volevo scordarmi di tutto, possibilmente divertendomi. Non mi premeva più preoccuparmi di ciò che mi stava accadendo. Stefano, Mattia, il gossip, per una sera, una soltanto, potevano essere archiviati in un angolo della mia mente e dimenticati.
-Si! Andiamo.-
Francesca rispose con un ghigno malefico.
-Perfetto.-
E ci avviammo nella nostra stanza, con le menti già prospette verso una serata che non sarebbe stata come ci aspettavamo...Continuo??
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«Siamo Due Storie Sbagliate, Diventate Perfette»
FanfictionL'eccezione che conferma la regola. La fantasia che racconta verità. • L'amore, la passione repressa, i baci rubati e i "ti amo" sussurrati. Due anime fuggitive, che si cercano, si scontrano, si innamorano in ogni attimo. Cosa è accaduto davvero t...