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Non capii più nulla, mi sentivo così bene che quasi mi parve di sognare. Ci staccammo, di pochi millimetri, il tempo di sorridere e respirarci, poi continuammo. Mi stava curando, a poco a poco... le sue labbra si muovevano decise sulle mie, come a voler farmi scordare tutto ciò che c'era stato precedentemente con altre persone. La sua lingua mi invase la bocca, sfiorando appena la mia. E si rincorrevano, così come gli animi, in una danza di brividi e sospiri. Il mio cuore, ormai, era impazzito totalmente, così come il mio cervello.
Non registravo altro che le sue mani su di me. Ma, dopo pochi secondi, un rumore brusco risveglió me e Mattia, riportandoci alla realtà. La porta era aperta, e Francesca si stagliava decisa sull'uscio.

-Ragazzi, volevo dirvi che...- ,si interruppe, notandoci stesi per terra e praticamente appiccicati.
-Oddio, scusatemi... ehm....-

Mi alzai dal pavimento, e Mattia mi seguì a ruota. Non riuscii a guardarlo negli occhi... cosa diavolo avevamo fatto?
Riuscii a sussurrare solo un: "Scusami, Fra... vado a fumare..." con un livello scarsissimo di credibilità, e mi allontanai più rapidamente possibile dalla camera.
Presi un'ascensore e arrivai sul terrazzo dell'hotel. C'era una vista splendida di Milano, da lassù. Lo notai immediatamente. Feci scorrere la mano sulle tasche dei pantaloni, in cerca di una sigaretta, ma rammendai di averle lasciate di sotto. Troppo tardi per tornare a prenderle. Eppure, mi dissi, ne avevo un disperato bisogno per riuscire a capire qualcosa di ciò che era appena accaduto. C'erano troppe domande alle quali mi era impossibile concepire una risposta concreta. Ad esempio... Ludovica aveva telefonato a Mattia...Perché? Non sapeva che fosse qui a Milano? E poi, perché mi aveva messa in ballo? Cosa c'entravo io? Pensava che avessi intenzione di portarglielo via? Forse si, e probabilmente ciò che era successo lo dimostrava appieno. Ma io non avrei mai voluto il mio bene a discapito di qualcun'altro. Provavo una forte attrazione nei confronti di Mattia, ma il pensiero di poter ferire la sua fidanzata ufficiale non mi aveva neanche sfiorata, perché non credevo lei lo amasse davvero.
E c'era stato il bacio... così bello ma tremendamente sbagliato. Ero perfettamente consapevole di quello che stavo facendo...ma la sua vicinanza mi aveva resa impulsiva. Avevo lasciato spazio al cuore, e non sarebbe dovuto accadere. Da Quando ero diventata una persona famosa, una cantante, avevo imparato col tempo, ad utilizzare la razionalità in tutto ciò che facevo, a parte la musica. Ma con Mattia non potevo. Mi avvicinavo a lui con tutto l'intento di non perdere il senno, eppure la mente andava a farsi fottere, lasciando spazio al mio cuore da manicomio. Ma perché accadeva?
Stressata, mi sfregai le tempie con le dita. Sentivo di essere sull'orlo delle lacrime...
Mi sforzai di non piangere, ancora. Irrequieta, iniziai a percorrere a grandi passi il terrazzo dell'albergo. Passai tra una piscina e alcuni lettini, andai oltre e mi affacciai alla ringhiera. Posai gli occhi sul tramonto milanese. Da lì poteva vedersi il cielo molto più che in strada. La volta celeste si era colorata di rosa, arancio e giallo, offrendomi un meraviglioso spettacolo. Ripensai ai numerosi crepuscoli che avevo guardato l'estate precedente sulle spiagge statunitensi, insieme a Francesca e a Luisa. Francesca... ero la sua delusione più grande, probabilmente. Non voleva che soffrissi, lei conosceva tutta la storia con Mattia. Ed era per quello che, di sicuro, si sarebbe infuriata con me per il bacio da poco interrotto.
Lei cercava di dare e procurare il meglio per me, quindi il fatto che la mancanza di Mattia mi apportasse dolore, era un gran fastidio.

Spostai lo sguardo sulla strada sottostante al palazzo... Personcine minuscole si muovevano frenetiche nel gigantesco tabellone di Monopoli che erano le strade milanesi. Chissà se quelle persone ci pensavano, all'amore...
-A cosa pensi...?-
Saltai in aria dallo spavento. Era...

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