B

1.1K 70 11
                                    

Rimasi spiazzata, accecata dal bagliore dei suoi occhi meravigliosi. Fu come essere teletrasportata a sette mesi prima, negli studi elios, davanti alla tastiera della Sala 3, quando la sua stessa voce mi aveva proposto di duettare su quel brano, ed era stato durante l'esibzione che i miei sentimenti nei suoi confronti avevano iniziato a prendere forma. Un formicolio mi pizzicó la mano al ricordo delle mie dita sulla sua schiena. No, Emma. Basta. Guardai nuovamente Mattia, che ancora attendeva una risposta.
Cercai di temporeggiare.
-EH...sai com'é, Matti, sto lavorando al disco... è difficile...-
-Emmi, nun te preoccupà, lo trovamo er tempo...-
Disse poggiando una mano sulla mia spalla. Non mi ritrassi, era confortevole il suo tocco.
-Devo parlarne con la Franci... non lo so...-
-Daje, Emma! Sai che ce tengo na cifra.-ribadì sorridendo.
Eh, no! Come potevo resistere a quel sorriso?
-...E va bene! Incidiamo sta Schiena, va !-
Non appena pronunciai quelle parole, mi resi conto dell' enorme guaio nel quale mi stavo nuovamente cacciando, guaio che aveva, ormai da tempo, preso il nome di "gossip".
Non ebbi neanche modo di pensarci più di tanto, perché in quel momento le braccia di Mattia mi avvolsero ancora, alzandomi da terra e facendomi girare due volte. La mia testa era finita nell'incavo del suo collo, posto che conoscevo bene, e i miei polmoni inspiravano il suo profumo che tanto avevo bramato. Stavo perdendo l'autocontrollo, se non mi fossi staccata avrei potuto non rispondere delle mie azioni. Nonostante avessimo litigato, ci fossimo scannati e promessi di stare lontani, non mi era indifferente. Anzi, ero ancora totalmente e perdutamente innamorata. E forse anche lui di me, ma la nostra storia era e sarebbe stata sempre impossibile.
-grazie, sergé. Te... vojo bene.-sussurró con il respiro sul mio collo. A quel contatto sussultai. Un magone mi era salito in gola, e fu una fatica rispondergli senza che i miei occhi si riempissero di lacrime. Così, come se fosse un gesto del tutto naturale, gli lasciai un piccolo bacio sul collo. Ci staccammo, e, arrivata Francesca, iniziammo ad accordarci sull'incisione del nostro brano.

-Guardate, Matt è disponibile solo dal 4 al 6. I tempi sono un po' stretti, visto che dovremmo andare a Milano... ma se voi dite di si adesso ci risparmieremmo altri viaggi inutili.-
Aveva detto la Savini.
Per me non era un problema, mi scarrozzavano in lungo e in largo per tutta Italia in continuazione. Ma mattia? Come avrebbe reagito... Ludovica, la sua ragazza? E la casa discografica?
-Matti, se tu hai prob...-
Mi interruppe subito con un: -É perfetto.-
Gli sorrisi, riconoscente.

Tre novembre. Pioveva a dirotto, fuori dalla stazione, e saette luminose attraversavano il cielo grigio. Erano le undici e trenta del mattino, io e Francesca aspettavamo Mattia, ovviamente in ritardo, sul binario di partenza. Io alternavo sguardi impazienti all'orologio a piccoli morsi sulle povere unghie della mia mano sinistra. Okay, ero molto nervosa. Ma anche emozionata. Non lo vedevo dal giorno in cui era piombato a casa mia di primo mattino per chiedermi di incidere "Schiena". Successivamente, la mia affidabile e comprensiva manager si era occupata di comunicargli orari e mete. E, a proposito di quello, il treno sarebbe partito entro venti minuti, e di lui ancora nessuna traccia. Continuavo a mangiarmi le unghie, indecisa sul chiamarlo o no. Passati altri cinque minuti, mi spazientii e, preso il cellulare, attaccai a telefonare. Dopo tre squilli e altrettanti sbuffi, rispose. Finalmente!
-Mattia, dove cavolo sei?-
-Ma 'o sai che sei più bella quanno t'encazzi?- replicó, in tutta calma.
Nonostante il fastidio e la rabbia, mi scappò un "paraculo",seguito da un sorriso spontaneo.
-e smettila de magnatte le unghie, piuttosto girate!-
Obbedii al comando, e lo vidi là, a sorridermi come la prima volta.

Continuo?

«Siamo Due Storie Sbagliate, Diventate Perfette»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora