Rapimento e riscatto

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"Jackson, dacci il numero di telefono di un tuo parente" ordinò Roger, in piedi davanti a Michael.
"Li spaventerai a morte..." rispose
"Si spaventeranno di piú quando vedranno il tuo cadavere se non mi dai un fottuto numero".
Lily, che aveva sentito tutto, ebbe un colpo al cuore.
Michael tremava. "É il numero di mia sorella. 2131265959...." disse lentamente.
Roger gli batté un colpetto sulla testa riccioluta. "Bravo, vedo che non sei uno stupido. Parlaci tu e vedi di mostrarti tranquillo".
Il telefono squillava. Quegli istanti furono eterni.
"Pronto??"
"Janet....."
"MICHAEL?!?!"
"Sono io"
"Tu....stronzo!! Hai idea di cosa stiamo passando da ieri notte? Hai lasciato quel bigliettino di merda e sei sparito! Dove diavolo sei? La mamma é in pensiero"
A Michael si riempirono gli occhi di lacrime nel sentire il suono della voce di sua sorella, ma doveva rimanere calmo per non spaventarla.
"Ascoltami ti prego... Mi hanno sequestrato"
"...cosa?"
"Mi hanno rapito ieri notte in un quartiere di Los Angeles. Vogliono un riscatto"
Janet non riuscì a trattenere un piccolo urlo soffocato dalla sua stessa mano.
"Oh ti prego J..."
"Dove sei?? DIMMI DOVE SEI"
A questo punto Roger gli strappò il telefono di mano.
"Signorina suo fratello é con me e ci resterà fino a quando non avremo 100 milioni di dollari. Terremo i contatti e quando avrete la somma mi telefonerà per accordarci. Fissiamo la data il 6 febbraio. Le consiglio di sbrigarsi a trovare i soldi perché a ogni ritardo vi arriverà una sorpresa poco piacevole. Buona giornata mia cara..."
"100 milioni di dollari?? Michael... MICHAEL!!"
Ma Roger aveva chiuso la telefonata.
"Ecco fatto. Spero davvero che trovi quei soldi"
Michael era rosso in viso dalla rabbia: "Tu... verme schifoso... non troverà mai tutti quei soldi entro il 6, lo sai bene. Vuoi renderle la vita un inferno?"
Roger si voltò lentamente e di scatto afferrò il collo di Michael con una mano enorme.
"Si. Esattamente. Ti consiglio di non diventare troppo arrogante figliolo o la tua sorellina non avrà motivo di trovare quei soldi a meno che non voglia recuperare il tuo cadavere. Sono capacissimo di ucciderti"
Lily non riuscì a resistere. Poggiò la sua mano su quella di Roger: "Ti prego Rog, lascialo stare!!".
Fece rientrare Michael dentro la cella e poi spostò lo sguardo su Lily: "Guarda guarda... la piccola Lily ha trovato un amichetto". Le assestò un forte schiaffo sulla guancia, lasciandole l'impronta della mano. "Quante volte devo dirti che non devi avere alcuna pietà per i nostri ostaggi? Mh? Sei una delusione come sempre. E ora fila di sopra". A testa bassa, Lily andò via.
Roger si rivolse a Michael, che aveva assistito alla scena pietrificato: "Amico, non ho niente contro di te. Ti dirò che mi stai quasi simpatico. Immagino che questa sia stata una brutta esperienza... Mi sento generoso, stasera avrai qualcosa per svagarti" disse sorridendo. Spense le luci e lo lasciò là, solo con la sua angoscia.

***
Al piano di sopra Lily, Viky, Vanda e Roger stavano consumando il loro pasto in silenzio. Roger, ingordo come sempre, mangiava con foga e rumorosamente mandò giú un bicchierone di vino rosso.
"Viky... vai giú da quel Jackson. Tienigli compagnia"
Lei fece per alzarsi ma Lily li interruppe.
" Posso andare io se volete"
Vanda strinse la sua boccuccia rossa corrugando la fronte rugosa: "Lily resta al tuo posto. Non devi dare tu gli ordini"
"Sshh... Lasciala stare." disse Roger, con un gesto della mano. Poi sibilò: "E sentiamo Lily, come mai preferisci scendere li giù anziché stare qui al caldo?"
Lily si accorse di aver sbagliato. "Oh io... lo dicevo solo per fare una gentilezza a Viky"
"Ah già... tu sei la solita ragazza gentile. Purtroppo devo dirti di no. Jackson ha bisogno di avere una donna che lo faccia distrarre stasera"
Viky era già scesa.
Lily continuò a mangiare il suo pasto, ma non riuscì a nascondere una punta di rabbia che non sfuggì a Vanda: "Non mi dire che vorresti essere tu la sua distrazione..."
"Ma cosa dici?!". Era imbarazzatissima.
"Spero che tu sappia che nessuno potrebbe essere attratto da una venticinquenne che non sa nemmeno come si bacia un uomo sulla bocca" disse quell'arpia, deridendola.
Aveva ragione. Di certo Michael avrebbe preferito una come Viky, lei si che ci sapeva fare con gli uomini.
Ma perché infastidirsi? Non le importava nulla di lui.
"Ah Vanda, non impirtunare la mia bambina..." disse Roger con una finta e cattiva dolcezza. "Pensa che non é piú vergine" e scoppiarono entrambi in una sonora risata. Lily trattenne le lacrime con orgoglio, si alzò e corse nella sua camera. Lì si lasciò andare e scoppiò in un pianto dirotto.

"Ciao Michael"
Michael sollevò lo sguardo. Era Viky. Sperava fosse Lily....
Ma no, che andava a pensare.
"Ciao."
"Devo ammanettarti"
Michael sporse i polsi dalle sbarre e lasciò che le manette glieli stringessero. Poi Viky aprì la cella ed entrò.
"Ma che fai...?"
Lei non rispose, ma lo guardò intensamente mentre si slacciava i primi due bottoni della camicetta.
La risata di Michael era una risata di scherno: "ah certo. Tu saresti il mio divertimento secondo Roger?"
"Già. Siediti" disse, posizionando una sedia di legno al centro della cella.
Michael si sedette: "Non voglio"
Viky gli sorrise: "Hai la faccia di uno che non é mai andato a puttane"
"E vorrei continuare a non farlo"
Viky era davvero provocante. Le forme del suo corpo avrebbero fatto impazzire chiunque e lei sembrava saperlo bene. Gli si sedette sulle gambe, viso contro viso.
"Non é poi così male" disse lei passandogli una mano tra i capelli e sulla guancia. "Sei molto bello" gli sussurrò, stampandogli un bacio sul collo.
"Viky davvero, ti ringrazio ma non..."
Lo interruppe con un lungo bacio sulle labbra. Michael non poté fare a meno di ricambiarlo, stava cedendo al suo fascino. Era un bacio freddo, passionale si, ma privo di ogni sentimento. Mentre continuava a baciarlo gli infilò una mano sotto la felpa, accarezzandogli gli addominali, per poi sbottonargli anche i jeans.
"Aspetta Viky..." si lamentò.
"Stai ancora parlando? Goditi questo momento e basta"
Detto questo gli infilò una mano nei boxer facendolo gemere.
Lei sorrise soddisfatta: "Ti faccio tutto quello che vuoi stanotte".
Chissà perché quella frase svegliò Michael dal suo torpore. Si accorse di quale enorme sbaglio stava commettendo. Gli apparsero gli occhi blu di Lily, la immaginò sola nella sua cameretta, con la guancia ancora arrossata dallo schiaffo. Si alzò da quella maledetta sedia con rabbia.
"Ma che...?"
"Quando dico no é no. Torna da Roger e digli che so divertirmi in altro modo"
Viky era incredula: era il primo uomo in tutta la sua vita ad averla rifiutata. Si sentiva ferita e umiliata.
Si riabbottonò la camicia e aiutò Michael a sollevarsi i pantaloni.
Dopo qualche istante silenzioso Michael parlò: "Viky... sono stato troppo duro, ti chiedo scusa"
"Cosa?" Viky non poteva crederci. Non ricordava che qualcuno le avesse mai chiesto scusa per qualcosa.
"Scusa. Ma non mi va proprio"
"Non preoccuparti". Il cuore di lei si riempì di tenerezza. Incredibile come una parola gentile possa cambiare tutto.
"Deve essere terribile per te dover fare questo con tutte le persone che capitano qui" disse Michael.
"Ci sono abituata. Ero una prostituta"
"Lo so, Lily me ne ha parlato"
L'espressione di Viky cambiò completamente.
"Ah. Sei qui da due giorni e hai già legato con lei a quanto pare"
"É strano visto che in parte é colpa sua se mi trovo qui. Ma... si"
Viky sentiva il sangue ribollire nelle vene e non sapeva spiegare il motivo.
"Forse avresti preferito che venisse lei al mio posto"
"Non l'avrei sfiorata con un dito"
Era maledettamente gelosa di lei.
"Beh, tanto non la mandano a fare questo genere di cose... non sarebbe capace di eccitare nulla"
Michael la guardò in cagnesco: "Perché parli così? Lily é perfetta e ti considera come una sorella"
Vicky socchiuse le labbra, mortificata.
"Buonanotte Jackson" e se ne andò.

Viky risalì le scale.
"Beh? Che ci fai qui?" chiese Roger.
"Non mi ha voluta" rispose, con lo sguardo fisso sul pavimento.
"Cosa diavolo significa?"
"Significa che non va a puttane. Vado a dormire Rog" disse, sbattendo la porta. Lily aveva origliato la conversazione e un sorriso immotivato le comparve sul volto.
Non l'aveva voluta.
Dio quanto era felice.

Aspettò che Roger si addormentasse in sala con un boccale di birra in mano. Viky era chiusa nella sua camera e Vanda guardava la televisione. Delicatamente scese le scale che portavano alla cella.
Michael non dormiva, stava rannicchiato in un angolini come un gatto.
"Hey...."
"Lily!!"
"Sshh... fai piano. Sono venuta di nascosto"
"Fa così freddo qui" disse, scosso dai brividi.
"Oh...non posso aiutarti Mike." Disse lei. Si sentiva troppo in colpa.
"Non importa piccola"
Lily trattenne il respiro. Quel nomignolo aveva sciolto ogni sua barriera, ma finse di ignorarlo.
"Ho sentito che hai mandato via Viky. Era furiosa"
"Deve imparare a fare meno la presuntuosa. É piena di sé quella ragazza"
"Voleva solo essere provocante"
"Beh con me non attaccano questi giochetti"
Lily sorrise involontariamente.
Michael si alzò, guardandola alla luce della luna. Le portò una mano alla guancia: "Ti fa ancora male? Grazie per avermi difeso"
"Oh...era il minimo che potessi fare"
Michael aveva iniziato ad accarezzarla, ma lei allontanò la sua mano.
"Che ti prende?"
"Non innamorarti di me"

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