La nuova me

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Il giorno stesso Michael era stato portato all'ospedale e lì gli avevano messo molti punti per cucirgli la ferita. La vecchia zingara invece era tornata al suo angolino del quartiere più sporco di Los Angeles nonostante Michael le avesse offerto diversi milioni di dollari per l'aiuto che aveva offerto a lui e alla sua ragazza. Ma non c'era stato modo di convincerla: se ne era andata dicendo che non voleva che pensassero che lo avesse fatto per soldi e in più non era fatta per il lusso e preferiva vivere a contatto con il mondo, a riflettere sulla vita e sulle persone.

Michael stava guardando la televisione in sala mentre Lily faceva la doccia. Dopo una buona mezz'ora uscì dal bagno con solo un asciugamano bianco a coprirla. Andó felice verso di lui e si sedette sulle sue gambe.
"Guardami. Mi vedi diversa?"
Michael fece un'espressione buffa: "Ti vedo bella"
"Dai...io mi sento diversa"
"Sono così felice che tu possa finalmente respirare dopo tutto questo tempo, ora possiamo vivere"
Lily aveva un sorriso smagliante e gli occhi azzurri pieni di gioia. "Proprio di questo volevo parlarti. Da oggi non esiste più la Lily Parker insicura, timida, impacciata e ossessionata dal passato". Detto questo si alzò in piedi, fece una giravolta su se stessa e disse: "Eccola qui, ti presento la nuova me"
Michael scoppiò in una risata: "Benvenuta nuova piccola pazza Lily". Lily si buttò scherzosamente su di lui e improvvisamente lo baciò con una forza inaspettata. Era sempre più convinta che non esistesse sensazione migliore di quella che provava sentendo le labbra di Michael sulle sue. Il gusto della sua bocca era una droga per lei. Pensava a queste cose quando si sfilò l'asciugamano che cadde ai piedi del divano. Michael sorrise maliziosamente: "Guarda che potrei abituarmi alla nuova intraprendente Lily e non so quanto ti convenga sai?"
Lily sorrise compiaciuta: "Sentimi bene. Voglio vivere con te ogni secondo che mi é stato concesso e mi sembra che il tempo non sia sufficiente. Sfruttiamo ogni istante e dedicamiolo a noi"
In tutta risposta Michael la fece stendendere sul divano mentre lui rimase seduto ad accarezzare la sua pelle liscissima.
"Voglio andare a Parigi" disse a un tratto Lily.
"A Parigi?"
"Non ci sono mai stata e mi piacerebbe tanto poterci andare con te"
Michael si chinò a baciarle la pancia.
"Se vuoi andare a Parigi così sará. Ti porterò ovunque vorrai e in qualunque luogo ti renda felice. Prepara le valigie tesoro, si parte domani mattina col mio aereo"
Gli occhi di Lily sembrarono ridere di gioia. "Grazie..." gli sussurrò, attirandolo su di sé.

***
Il giorno dopo

"Mio dio...non posso credere che questo aereo sia davvero il tuo!" esclamò Lily, sedendosi in un comodo sedile foderato di pelle.
"C'é chi puó" disse Michael, mentre soffiava sulle unghie fingendo di fare il vanitoso. Lily alzò gli occhi divertita.
"Come faremo a passeggiare per Parigi senza che le persone ti riconoscano?" gli chiese.
"Non preoccuparti di questo. Basterá coprirsi bene e il gioco é fatto" la tranquillizzò.
L'aereo prese velocitá e pian piano si staccò dal suolo. Parlarono un po' e alla fine Lily poggiò la testa sulla spalla di Michael e si addormentò profondamente.

MICHAEL'S POV
La guardavo dormire sulla mia spalla. Stavo un po' scomodo in quella posizione ma non osavo muovermi per paura di interrompere il suo sonno. Era meraviglioso vederla riposare finalmente tranquilla. Quella ragazza mi scaldava il cuore. Da quando era entrata nella mia vita non temevo più i giudizi della gente, non mi importava più di nulla se non della mia piccola dolce Lily. Il mio sguardo si perse tra le nuvole che sorvolavamo e per un attimo pensai al Paradiso. Pensai a come doveva essere fatto. L'unica cosa che mi venne in mente fu che non doveva essere molto diverso da un aereo in viaggio per Parigi: in quel momento per me era come stare in beatitudine.

Arrivammo in albergo a notte fonda. Ne avevo prenotato uno che si affacciava sulla Tour Eiffel. Lily era così emozionata che saltellava da tutte le parti. Non la riconoscevo più: possibile che la presenza di quello spirito le avesse prosciugato tutta la voglia di vivere? Ora era cosí diversa, era felice. Non l'avevo mai vista sorridere così tanto. Mi ritornarono in mente le parole di mia madre: "Quando una persona porta con sé una grande preoccupazione si nasconde dietro una maschera sorridente. Le persone che sembrano troppo felici sono sempre le più affrante". Ma non volevo pensarci, non ora. Volevo godermela così come era

NARRATORE

Michael e Lily stavano trascorrendo una vacanza da sogno. Michael soddisfava ogni suo desiderio. Quella notte aveva prenotato un battello che faceva il giro della Senna. Dei camerieri elegantissimi avevano allestito una cenetta romantica a lume di candela.
"É tutto così magico" sospirò Lily.
"Non avrei mai pensato di trascorrere una settimana nella cittá dell'amore con l'unica donna che io abbia mai amato".
Lei sorrise ma poi si fece subito serissima.
"A cosa pensi?" le chiese Michael.
"Alla Tana".
Lui annuì pensieroso: "Dovremmo rivelare il loro nascondiglio alla polizia"
"Sei pazzo Mike? É troppo rischioso. Roger ha scagnozzi ovunque, se facessimo una cosa del genere ci ammazzerebbero il giorno stesso, so come funzionano le cose"
"Non posso vivere sapendo che avranno fatto altri ostaggi o tolto altre vite. Mi sento un egoista"
"Lo so, mi sento anche io così. Ma ho troppa paura che ti venga fatto del male. E poi...pensi che non siano giá sulle nostre tracce? Non oso immaginare che cosa hanno fatto a Viky il giorno in cui siamo scappati. Mi stupirei se Roger non l'avesse uccisa dato che le siamo sfuggiti".
Michael aggrottò la fronte e entrambi rimasero zitti per un po', persi nei loro pensieri.

Scesero dal battello e tornarono in albergo per mano. Michael era irriconoscibile perché indossava un cappello ben calato sul viso e un giaccone col collo alto che lo copriva tutto. Vedendolo così imbacuccato Lily scoppió in una risata ricambiata anche da lui. Erano sereni e le stelle sembravano guidarli.
Non potevano sapere che qualcun'altro, invece, non era per niente sereno.

***
Roger stava seduto sulla sedia del tavolo da pranzo e Viky era in piedi di fronte a lui. Tremava tutta.
"Che novitá mi porti?"
"Io...sto facendo tutto il possibile, davvero,credimi"
"Non stai facendo abbastanza"
Il tono di Roger era basso e pareva incredibilmente calmo, faceva paura.
Si alzò con un coltello da cucina in mano. Viky cadde sulle sue ginocchia.
"Ti prego Rog ti assicuro che li troverò e te li porterò, ti scongiuro..."
"Sará bene per te. Non ti daró molto altro tempo. Se entro un mese non ho Lily Parker in questa casa e il corpo di quel bastardo sotto terra sará un grande guaio per te. Ritieniti fortunata ad essere ancora viva"
Viky aveva iniziato a lacrimare.
"Non é stata colpa mia la notte in cui sono fuggiti. Non ho fatto in tempo a fermarli..."
"Hai commesso un errore e gli errori vanno pagati. Riportali qui"
Viky si alzò, sentiva le gambe pesanti dallo spavento.
Nella sua mente malvagia vorticavano pensieri cattivi nei confronti di Lily e Michael, li malediva tra se e sé e giurò a se stessa di dividerli per sempre. Aveva pensato a un piano e lo avrebbe portato a termine a qualunque costo.
Doveva farcela.

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