Freddo nelle vene

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4 mesi dopo

Anche quella mattina Lily dovette alzarsi presto, il suo bagno freddo la aspettava. Erano stati così strani quei quattro mesi. Aveva fatto il massimo per non far pesare a Michael la sua situazione, si mostrava sempre felice e positiva e non appena si sentiva meglio non perdeva un secondo per uscire con lui e trascorrere dei bei momenti insieme. Il fatto é che aveva tanta paura e il suo stato di malattia non le permetteva di vivere serenamente.
Si alzò dal letto cercando di non farlo scricchiolare per non svegliare Michael che dormiva beato accanto a lei. Aveva il viso schiacciato sul cuscino e la sua espressione era buffissima. Era la sua roccia, il suo punto fermo. A volte solo a guardarlo dormire come un angelo al suo fianco si commuoveva.
Lily proseguì verso il bagno in punta di piedi.
Sentiva i battiti del cuore accelerati e un bruciore che la infiammava tutta. Doveva abbassare la temperatura e così si spogliò velocemente dopo aver aperto l'acqua del rubinetto che dopo non molto riempì l'intera vasca. Prima di immergersi si guardò riflessa nel grande specchio.

LILY'S POV
Ero davvero io quel riflesso? Non poteva essere. Quella ragazza così magra, dagli occhi stravolti e dalla pelle spenta non potevo essere io. Mi stavo lentamente consumando. Quella....maledetta malattia mi stava deteriorando lentamente e crudelmente. Chissà come stava Michael. Non dava a vedere le sue emozioni, sembrava quello di sempre. A volte però, durante le notti passate in preda alla febbre e alla debolezza, fingevo di dormire e lo sentivo piangere vicino a me e implorare Dio di farmi stare meglio. Sentivo le sue preghiere e mi maledivo per avergli rovinato la vita. Senza di me avrebbe senz'altro trovato una ragazza normale, carina e dolce di cui non avrebbe dovuto preoccuparsi continuamente. Non lo avrebbe amato come me, però. Nessuno sulla Terra avrebbe potuto adorarlo più di quanto facevo io. Il mio amore dai riccioli neri e dal sorriso bianchissimo... avrei dato qualunque cosa pur di tenerlo sempre con me. E ora? Il dubbio di essere diventata un peso mi annientava. Mi immersi nell'acqua. Dio, com'era fredda. Sentivo il freddo percorrermi tutto il corpo, penetrare nelle ossa e nelle singole vene. Battevo i denti. Liberai i capelli e immersi anche la testa. Guardai il soffitto per un po' di tempo, tristemente. Era bianco. Vuoto, insulso, esattamente come la mia vita.
Non vi capita mai di pensare di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato? Di chiedervi il perché siete qui sulla terra e quale sia il vostro compito? Io non sapevo rispondere a nessuna di queste domande. L'unica cosa che sapevo era che il destino mi aveva messo davanti l'opportunitá di salvarmi. E la mia opportunitá era Michael. Avevo strappato il fax che il dottore aveva inviato a casa. Gli avevo detto che lo avevo perso. Non meritava una ragazza bugiarda al suo fianco. Eppure era l'unico modo per... non farlo soffrire. E io? Accidenti, io stavo soffrendo in un modo che non avrei augurato a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico.
Sentii la porta aprirsi, ma non mi mossi di un millimetro, troppo stordita dai miei pensieri.
"Amore...". Era Michael. La sua voce assonnata mi risvegliò dal mio torpore.
"Hey. Ti ho svegliato?"
Michael scosse la testa distrattamente e immerse una mano nell'acqua. "Cazzo é gelida"
"É l'unico modo, lo sai"
Sospirò.
"Coraggio, tra due mesi sarai guarita".
Due mesi. Mancava poco...pochissimo.
Passò la mano bagnata sulle mie guance arrossate.
"Che hai? Sei così triste" mi disse.
"Mi vedo orrenda"
Lui alzò un sopracciglio.
"In che senso?"
"Nell'unico senso possibile. Sono dimagrita spaventosamente. Sono sciupata e disordinata. Io non mi riconosco più".
Vaffanculo alle lacrime che mi stringevano la gola. Vaffanculo a tutte quelle strane sensazioni.
Michael continuava a guardarmi come se fossi un fantasma. Poi si alzò dal bordo della vasca e si spogliò anche lui.
"Si può sapere cosa diavolo stai facen..?"
"Devo chiederti il permesso per farmi un bagno?"
L'acqua ghiacciata gli distorse il volto in una smorfia. Era una delle persone più freddolose che io conoscessi eppure non aveva indugiato un attimo ad entrare in quell'acqua per me.
"Mike esci subito. Starai male, io ho la febbre e l'acqua fredda non mi fa nulla" protestai.
"Poi sono io quello che parla troppo..."
Si era messo dietro di me, con la schiena poggiata sulla vasca e con la mia sulla pancia. Poggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai coccolare un po'.
"Cos'é che stavi dicendo?" mi disse:
"Ah si, ricordo... una marea di cavolate" continuò.
Sorrisi. Sentii le sue labbra carnose sul collo, niente di piú bello.
"Sei uno splendore Lily...come devo fare per fartelo capire?"
"Certo come no, proprio uno splendore"
Mi portò una mano sulla bocca, intimandomi di tacere. La fece scorrere poi sul mio corpo, lentamente. I brividi che provavo non erano piú quelli dovuti al freddo. Adoravo le sue mani. Erano affusolate, ruvide ed eleganti. Avrei passato ore a guardare le sue dita lunghe e candide. Sentirle su di me mi provocavano delle sensazioni incredibili. Probabilmente si accorse della mia reazione perché sorrise soddisfatto.
"Ti stai rilassando?" mi sussurrò. Percepii il suo sorriso malizioso contro il mio orecchio. Avevo solo la forza di annuire. Mi sentivo coccolata ed era tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento. Sentivo la sua eccitazione crescere. Spostò le mani sull'inguine e continuò a massaggiarmi la pelle che pian piano si stava raffreddando. Mi sfuggí un gemito roco dalle labbra.
"Brava. Non pensare a nient'altro"
Continuò ancora la sua lenta tortura accarezzando col pollice il mio punto più sensibile. Non fece altro se non toccarmi eppure bastò un unico gesto per mandarmi in estasi.
Era quello l'effetto che mi faceva quell'uomo. Mi nutrivo di qualunque cosa facesse o dicesse. Era il mio nettare, come una sorgente d'acqua limpida e pura nel bel mezzo di un deserto.
Girai il volto per guardarlo negli occhi. Nessuno mi aveva mai osservato con così tanta dolcezza, come se fossi la cosa più delicata del mondo.
"Oggi mi sento meglio. Voglio venire in studio con te"
Arricciò le labbra contrariato. "Non é una buona idea. Potresti affaticarti"
"Voglio venire con te" ripetei con tono deciso.
Mi baciò le labbra intensamente senza alcun preavviso.
"Quindi vuoi proprio rovinarti la sorpresa delle canzoni del Bad Tour?" Sospirò: "Tanto é inutile discutere con te signorinella. Vestiti e andiamo".

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