Gli ultimi cinque minuti

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Non poteva essere vero.
Doveva essere tutta una macabra illusione della sua mente. Per un anno Lily gli aveva nascosto il fatto di sapere il giorno e l'ora esatti della sua morte? No non era possibile, nessun essere umano potrebbe tenere tutto per sé un segreto così terribile. Non gli aveva detto nulla per non farlo soffrire. Eppure in quel preciso istante desiderò che giungesse la morte solo per lui.
Erano le undici e mezza. Sarebbe riuscito ad arrivare prima di mezzogiorno solo guidando come un folle. Si mise in macchina.
Non piangeva. Piangere non era abbastanza. Nessun sentimento, nessuna reazione sarebbero stati adeguati. Michael si sentiva come inanimato, intontito. Le nocche delle mani diventarono bianche, tanto stringeva forte il volante dell'auto. Teneva i denti stretti, la testa sembrava esplodergli. Non faceva che guardare l'orologio.
11.40...11.45...11.50... troppo tardi.
Scese dalla macchina e si mise a correre verso quel maledetto albero dalle foglie rosse che lui stesso le aveva fatto scoprire. Ricordò l'espressione sgomenta di Lily nel vedere quel miracolo della natura e ricollegò tutto. Diede una spiegazione a ogni sua frase così apparentemente misteriosa. Ogni scena della loro vita insieme gli scorreva davanti agli occhi in un orizzonte più chiaro. Era stato troppo stupido. Se solo avesse saputo prima dell'esistenza di quel diario...
Vide l'albero in lontananza.
11.54
"LILY!!! LILY!!!!!!" urlava a pieni polmoni come un leone.
Vide una figurina esile appollaiata ai piedi del tronco. Le si buttò quasi addosso.
"Lily...Lily...."
Erano le 11.55.
Gli ultimi cinque minuti.
Michael ora piangeva di rabbia e disperazione addosso a lei, che giaceva in fin di vita sulle spighe rosse come il sangue che sgorgava dal cuore ferito del ragazzo.
"Non puoi avermi fatto questo...non puoi avermi fatto questo..." ripeteva, scuotendo la testa, con la fonte poggata alla sua. Tremava letteralmente dalla testa ai piedi. La sua pelle candida era coperta di chiazze rosse, tanto era grande l' angoscia e la tensione.
Lily parlava lentamente, con un filo di voce: "Sei qui"
"Sono qui...sono qui con te amore mio. Ti porterò in ospedale, lì ti cureranno. Non morirai, non devi morire". Ogni singola parola gli usciva dalla gola come un grido straziante.
Lei sorrise asciugandogli le lacrime dal viso con la mano gelida.
"No. Ho poco tempo per parlarti ancora un'ultima volta"
"Che stai dicendo...non dire così...mi fai del male"
"Io...sono malata gravemente Michael. Soffro di consunzione. Questa é la veritá"
Consunzione. Michael ne aveva sentito parlare. Era una malattia da cui difficilmente ci si salvava, arrivava a consumare letteralmente l'organismo con febbri altissime e perdita di peso evidente. Letale.
"Che cosa hai fatto.....oh mio dio che cosa hai fatto!!!" urlò. Anche il cuore più duro si sarebbe sgretolato di fronte allo strazio di quella scena. Michael la teneva tra le sue braccia, inginocchiato a terra.
Lily aveva gli occhi lucidi e lo guardava teneramente.
"Ho pregato che tu non arrivassi. Volevo morire senza doverti dire addio guardandoti negli occhi. Perdonami. Amore mio perdonami!"
Piangevano entrambi ora.
"L'ho fatto per te. Ho preferito vivere un anno meraviglioso al tuo fianco, ho preferito vederti felice e non angosciato dallo scorrere del tempo. Per amore, e solo per amore ti ho mentito" continuò.
"Tu mi stai uccidendo. Io morirò"
Lei scosse la testa stringendo gli occhi.
"No. Tu vivrai perché io devo continuare a vivere in te. Sono tanti i desideri che ho realizzato. Vedere il mare...il nostro viaggio a Parigi...la casa sull'albero...ho fatto tutto quello che volevo fare e muoio senza rimpianti"
Morire. Michael sussultava ogni volta che quel verbo usciva dalle sue morbide labbra.
"Dobbiamo fare mille altre cose...noi...noi dobbiamo sposarci, dobbiamo avere dei bambini, io devo invecchiare con te. Non lasciarmi solo...non lasciarmi Lily..."
La ragazza dovette stringerlo per contenere i suoi fremiti.
"Io non ti lascerò mai solo. Ora capisci perché non potevo sposarti? Avresti fatto i preparativi, sarei dovuta andare a comprare un vestito che non avrei potuto mettere. Sarebbe stata un'illusione amara e quanto avresti sofferto al pensiero che avremmo potuto coronare il nostro sogno?"
Distolse lo sguardo.
"Il demone se ne é andato per sempre. É venuto ancora una volta a tormentarmi, ma é stato scacciato come tutti i demoni del mio passato. Ora vivo solo nella luce" disse.
"Dimmi che mi ami Lily. Ti prego dimmelo, dimmelo ancora una volta"
"Ti amo come nessuno ti amerá mai. Promettimi una cosa"
"Tutto"
"Quando non ci sarò più...tu dedicherai tutta la tua vita al prossimo. Nel tuo cuore non ci sará spazio per nient'altro che non sia amore, perdono e generositá. Io sarò dentro ogni tua buona azione. Dove c'é l'amore io sarò lì"
Michael la strinse così forte che per un attimo ebbe paura di averla soffocata.
"Non ce la faccio...non ce la faccio. Senza di te non sono nulla...nulla"
"Sei più di quanto credi. Quando penserai a me, ricordati che io sono stata felice e che sei stato tu a salvarmi. Hai letto il mio diario, é così che mi hai trovata. Devo aver scordato la chiave sul comodino. Leggilo tutto. Io non ho tempo di spiegarti"
Non la ascoltava più. Sentiva solo i passi della morte avvicinarsi per strappargli ciò che di più caro possedeva al mondo.
"Hai paura?" le chiese.
"Si. Ho paura" disse semplicemente.
"Quando mi avrai chiuso gli occhi, dammi un bacio, io lo sentirò comunque e forse avrò meno timore"
Quella richiesta così semplice ruppe ogni controllo del suo animo.
"Se lo avessi saputo...ti avrei dato mille baci in più, mille carezze. Se avessi saputo che ieri sarebbe stata la nostra ultima notte non avrei dormito nemmeno un attimo. Ti avrei stretto più forte in ogni abbraccio... se solo lo avessi saputo". I singhiozzi non gli permisero di andare avanti.
"Non ne avresti avuto la forza, saresti stato schiacciato dalla stessa ansia che ha consumato me per un anno e non era quello che volevo. Sorridi per me adesso. Sorridi, sará l'ultima immagine che avrò di questo mondo"
"Non posso"
"Fallo per me, regalami un raggio di sole"
La accontentò, raccogliendo tutta la forza di cui era capace. Sorrise anche lei.
"Ecco. Ora devo andare" sospirò.
Il sole era alto nel cielo.
"No....no....non ancora". Si torturava.
I loro sguardi si incrociarono ancora una volta.
"Muoio felice perché muoio tra le tue braccia"
Lo disse quasi sussurrando in un ultimo dolce sorriso.
Poi rivolse lo sguardo al cielo. Azzurro contro azzurro. Rimirò l'inifinitá che i suoi occhi non potevano più vedere. Gettò il capo all'indietro e spirò.
L'urlo di dolore di Michael rimbombò per tutta la campagna.
Era morta con gli occhi aperti, aveva visto la luce abbandonarli. Toccava a lui chiuderli per sempre. Le passó una mano sulle palpebre e le lasciò un bacio dolcissimo sulle labbra, come lei gli aveva chiesto.
"Ti amo. Ti amo tanto e tu sei così bella" sussurrò al suo corpo senza vita.
Rimase così col corpo di Lily avvinghiato al suo per non so quanto tempo. La cullava. Cantò per lei tra le lacrime. Cantò la canzone che avevano scritto insieme: I just can't stop loving you. Non posso smettere di amarti, diceva.
Non avrebbe mai smesso di amare quella ragazza, mai, per tutta la sua esistenza. La sollevò e con tutta la disperazione del mondo la portò in ospedale, dove non poterono fare altro che confermare il decesso. I medici stessi rimasero colpiti dalla bellezza e dalla grazia di quella giovane donna che, seppur fosse morta giá da due ore, ancora sembrava fresca come una bocciolo di rosa al mattino.
Fu allestita subito la camera mortuaria. Amici e parenti di Michael che l'avevano conosciuta la omaggiarono con enormi mazzi di fiori freschi che le furono poggiati accanto. Didì e Nancy, che le erano state vicino in vita, le stavano vicino anche ora nella morte, consolandosi a vicenda. Tutti ricordavano la freschezza e la voglia di vivere di Lily Parker.
Michael non voleva ricevere nessuno. Non voleva condoglianze, né parole di conforto perché a niente sarebbero servite. Desiderava come compagna la sola solitudine. Era rimasto per tutto il tempo in un angolo, in disparte, allontanando chiunque gli si avvicinasse, scansando abbracci o carezze. Non poteva fare altro che rivolgere lo sguardo a lei, a lei che sembrava solo addormentata in un letto di fiori.
Il funerale si sarebbe svolto l'indomani.
***
2 giorni dopo

La mattina precedente Lily era scomparsa sotto la terra nera. Michael aveva trascorso tutto il suo tempo vicino alla tomba che le era stata destinata. Aveva posizionato sulla lapide una foto di Lily che lui stesso le aveva scattato un giorno in cui erano distesi sul prato. Lei era investita dai raggi aranciati del sole e teneva tra le dita una piccola margherita bianca dalla corolla giallissima. Indossava un piccolo dolce sorriso che la illuminava tutta. Delicata e aggrazziata come quel fiorellino, quella foto la ritraeva perfettamente. Lui l'avrebbe ricordata per sempre così.
Era inginocchiato sulla terra affianco a lei, con la testa bassa, i pugni conficcati al suolo e le spalle scosse dai singhiozzi. Non era riuscito a trovare pace nemmeno per un istante. Sciupato, stanco e annichilito...non era altro che questo.
Sentì dei passi.
"Michael...sapevo di trovarti qui".
Non si voltò nemmeno, sapeva che quella voce apparteneva a Quincy.
"Lasciami solo. Non ho voglia di parlare con nessuno"
Ma lui rimase lì, imperterrito. Non avrebbe abbandonato il suo figlio prediletto in quel momento.
"Sono qui per parlarti di Lily"
"Sei venuto per dirmi anche tu quanto era bella, gentile, solare e piena di vita? Perché lo so giá e sono stanco di sentir parlare di lei quando la mia mente non fa che pensarci". Sembrò quasi aggredirlo. Ma come un padre paziente nei confronti del figlio arrabbiato col mondo, Quincy non si arrese.
"Mi ha dato una lettera quando mi ha chiesto di parlare da sola con me"
Michael era ancora più sconvolto.
"Mi aveva detto che era per farti sentire una canzone. L'ennesima bugia per non farmi soffrire eh? Ottima idea Lily, come se ora non stessi soffrendo come un animale" disse sprezzante.
Quincy sospirò e ignorandolo aprì una bustina bianca.

"Mio carissimo Q" cominciò:
"quando leggerai questa lettera io sarò giá morta. Mi viene un po' da ridere immaginando la tua espressione dopo aver letto questa frase. Ebbene si, vi ho giocato un altro dei miei soliti scherzi, questa volta un poco più amaro. Non chiedermi come ho fatto a sapere in anticipo il giorno della mia morte, non ci crederesti e io non te lo direi. Ti scrivo solo per dirti quanto immensamente io sia grata di aver conosciuto una persona splendida come te. Michael ti considera come un padre e io ora mi appello al tuo sentimento paterno nei suoi confronti. Sará scoraggiato senza di me, lo sai. Forse si sentirá tradito, confuso, arrabbiato con me. Il fatto é che io non ci sarò questa volta a tenerlo per mano. Quando lo vedrai silenzioso, un po' scontroso, quando assisterai ai suoi sbalzi d'umore improvvisi, quando sfascerá tutto perché penserá di non farcela, allora toccherá a te ricordargli quanto io abbia creduto in lui e che mai, mai mi dimenticherò di vegliare sulle sue giornate. Sará difficile guardarlo dall'alto e non poterlo aiutare, questo si, ma lo farai tu per me, ne sono certa. Chissá se mi perdonerá mai per avergli mentito. Sono stata pazza a non condividere tutto questo con lui. Conoscendolo, ci metterá un po' a capire che a volte per amore si fanno cose pazze. Un giorno si renderá conto che tutto quello che volevo era che avesse un bel ricordo di questa storia, della nostra storia. Non volevo che ogni volta che avesse rivolto il suo pensiero a me si ricordasse di quanto era stato penoso attendere ogni giorno la morte. Digli che ogni suo gesto, nonostante tutto mi ha allungato la vita di un giorno.
Ho provato a scrivere anche lui una lettera, ma l'ho strappata con gli occhi pieni di lacrime. Dirgli addio....sarebbe stata un'altra inutile bugia perché io sarò con lui per sempre.
Ti auguro il meglio, amico mio, ti affido la mia ragione di vita.
Tua Lily"

Quincy aveva letto lentamente queste parole, a tratti interrotte da un pianto sincero.
Michael non si era ancora voltato per guardarlo in faccia. Non aveva fatto altro che piangere per tutta la lettura della lettera, con una mano tremante sugli occhi quasi a voler cancellare la realtá che gli si parava di fronte. Poi si alzò barcollando e si rifugiò tra le braccia di Quincy.
"Non faccio che pensare al momento in cui l'ho vista morire tra le mie braccia. Dovevi vedermi, ero così impotente...non potevo fare nulla per tenerla con me. Avrei preferito che se ne andassero tutti...tutti...tutti ma non lei"
"Ora nessuno potrá portartela via, ragazzo mio. Ora é davvero tua per sempre"
"Io credevo...credevo...."
Non riusciva a parlare, tanto erano prepotenti le lacrime che sgorgavano ininterrotte.
"Credevo che si potesse amare una persona così tanto da non farla morire" terminò.
Quincy restò a consolarlo per molto tempo.
Per Michael iniziava una vita più dolorosa che fino a qualche giorno prima gli pareva la più bella del mondo.
Sono le persone che amiamo che rendono speciale il nostro soggiorno sulla Terra. E l'amore non muore mai, l'amore vive per sempre.

*Angolo autrice*
Ok, so che ci siete rimasti male per la morte di Lily, ma doveva essere così fin dall'inizio. Mancherá un pochino anche a me a dire il vero. Volevo avvisarvi che probabilmente il prossimo capitolo sará l'ultimo (non potevo lasciarvi così!)...e niente, se avete amato un pochino Lily lasciate un commentino😘 Un bacione.
I love you all
-Terry

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