Io, Noemi e il viaggio nei ricordi

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Dal giorno del mio 43simo compleanno, in cui Noemi mi apparve per la prima volta nelle sembianze di uomo, la mia vita è cambiata.
Ma accettare Noemi non è stato semplice!
E così riaffiorano nei miei pensieri altre esperienze, esperienze che sino a quel momento non avevo considerato o che non avevo voluto considerare quando quella voce mi giunse dal Cosmo... ma adesso che Noemi mi è apparso capisco che forse anche quella voce del passato non era pura immaginazione.
Sento quella voce mentre mi occupo della mia casa, mentre passo la lucidatrice o uso un qualunque elettrodomestico, mentre tocco l'acqua, mi parla del creato e delle creature...Scopro solo nel tempo che l'acqua e la corrente sono canali di energia che aiutano ad aprire un canale di comunicazione.
Io, donna semplice, povera di cultura, ho studiato quel poco che si poteva in tempo di guerra, non sapevo quasi né leggere né scrivere. Io che non sapevo neanche che Castellaneta, il mio paese nativo, fosse in Puglia; io che l'unico viaggio che avevo fatto era stato per spostarmi a Milano per seguire il lavoro di mio marito. Io sentivo questa voce che mi parlava di posti lontani, di Pianeti, di Galassie, Stelle, Satelliti e Meteoriti.
Tutte queste informazioni mi creano uno stato di confusione.
Vado dunque dal mio medico curante che mi prescrive un elettroencefalogramma. E mentre la dottoressa mi posiziona gli elettrodi sulla testa mi chiede il motivo per cui il medico ha richiesto questo esame; io rispondo sinceramente: "sento una voce che mi chiama da molto lontano", ma la mia sincerità provoca un sorriso ironico sul suo volto, mi sento derisa. Ai tempi le malattie mentali erano considerate qualcosa da tenere nascosto, un fatto di cui vergognarsi, e io volevo proteggere la mia famiglia non volevo si vergognassero di me, il solo pensiero mi angosciava.
Inizia dunque un lungo periodo di terapia, ogni settimana il neurologo mi riceve nel suo studio e solo dopo molte sedute mi comunica che sono sana ed equilibrata. Mi dice che non ho i sintomi di chi soffre di allucinazioni e che sono dotata di qualcosa in più, che percepisco delle parole a livello telepatico. Mi congeda dicendomi di chiedere a questa voce chi è. Quando penso a quel giorno mi vengono ancora i brividi, il timore di ciò che devo affrontare, la paura di che cosa possono pensare i miei figli, ho paura!
Al ritorno dal medico decido di fermarmi da un'amica, sento il bisogno di confidarmi con qualcuno, le racconto tutto e lei, perplessa, mi consiglia di andare da un prete. Quel fardello è per me troppo grosso ho bisogno di aiuto.
La mia amica racconta le mie esperienze a suo figlio che le condivide a sua volta con mio figlio, suo amico, mio figlio non bada a questo racconto poiché pensava che non stessi bene.

E ricordo con grande emozione altri episodi ormai lontani in cui quella presenza misteriosa mi era accanto e che ho compreso meglio solo dopo aver accettato Noemi.
E' tempo di guerra ed io sono una bimba.
Sono per strada che passeggio e gioco con le amiche e a un tratto una voce: " Elena corri a casa, al riparo, sta per arrivare Pippo*".
(*Pippo era il nome con cui era popolarmente chiamato l'aereo di perlustrazione che anticipava gli aerei da caccia che colpivano da alta quota sganciando bombe o mitragliando).
Io più per gioco che per convinzione corro verso casa, ed ecco che giungo nel cortile: la radio del mio vicino accesa e tutti intorno ad ascoltare. Alla radio annunciano un nuovo bombardamento appena avvenuto proprio nel luogo da cui Noemi, solo ora so che era già Lui, mi aveva fatto allontanare.

Continuo il mio viaggio nei ricordi, mi sembra così strano tornare indietro nel tempo con i pensieri, alcuni periodi di 80 anni di vita rivissuti con la mente in così poche ore...
Mia madre ha un negozio di vari generi, ai tempi le licenze permettevano di vendere un po' di tutto.
E' il giorno dell'Epifania, e trovo appesi al camino un vestitino e un paio di scarpe come regalo. Solitamente io ero contenta di questo dono perché quando mi riunivo in gruppo con le mie amichette avevo anch'io qualcosa da mostrare.
Negli ultimi tempi, però, le mie compagne mi deridevano perché non avevo una bambola.
E' un periodo difficile dal punto di vista economico, mio padre ormai molto anziano non lavora più, e poi c'è la guerra, tutto ciò non ci consente di continuare una vita abbiente e in tempi difficili i giochi sono la prima cosa a mancare...
Mi prendono sempre in giro per questo motivo. Io mi sento umiliata e derisa a tal punto da mentire loro quando mi chiedono quali regali mi ha portato la Befana: "Una bambola" rispondo. E alla loro richiesta di mostrargliela mi si gela il sangue, ma ormai non posso più tornare indietro, le porto in casa mia e apro un cassetto. So' che non troverò nulla, lo apro a occhi chiusi pronta a sentirmi nuovamente schernire, ma al loro grido di stupore apro gli occhi e vedo la bambola. Stupita ed emozionata non capisco come sia possibile. Rimasta sola riapro il cassetto e la bambola non c'è più.

Una voce mi giunse dal cosmoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora