Dark » Ziam

44.

Ero rimasto nel letto per due giorni, stretto nel calore delle mie coperte. Quando avevo raccolto il coraggio necessario per controllare i danni che il mio viso aveva subito, quella vista mi aveva spaventato. Il mio labbro era ancora dolorosamente spaccato, la mia mascella ricoperta da leggeri lividi. Le mie guance erano ormai costantemente umide a causa delle lacrime che continuavano a scendere dai miei occhi. Sentivo un dolore lancinante appena muovevo le braccia, ricoperte da macchie scure.

Sobbalzai, gettando via le coperte quando la vibrazione del mio cellulare scosse la superficie in legno accanto al mio letto. Afferrai a tentoni l'apparecchio, deglutendo nervosamente quando un nome s'illuminò sullo schermo. Presi un profondo respiro per prepararmi, dovevo mantenere la calma.

"Liam?"

"Hey, Zayn." Dissi a bassa voce.

"Non mi hai detto che non ti sentivi bene ieri." Andò dritto al punto. "Sono passato a prenderti oggi e Poppy mi ha detto che ti sei messo in malattia."

"Cavolo, scusa Zayn. Avrei dovuto mandarti un messaggio." Dissi onestamente, visto che quel pensiero mi era completamente sfuggito di mente.

"Come ti senti?" La sua voce suonò distante, non sfacciata come al solito.

"Sto bene, grazie."

"Passo da te più tardi." Suggerì bruscamente.

Le sue parole mi fecero andare in panico. L'ultima cosa che volevo era che Zayn venisse qui. Non quando ero ridotto così.

"No, no, mi sento molto meglio oggi, non ce n'è bisogno." Sbottai.

"Non me ne importa, verrò comunque." L'autorità nel suo tono di voce mi fece rabbrividire.

"V-vengo io da te." Dissi a bassa voce.

***

Avevo pensato che andare da Zayn sarebbe stato meglio: avrei avuto più tempo per prepararmi e sarei potuto andar via quando volevo. Tuttavia mentre guardavo il mio riflesso allo specchio l'idea di dover stare faccia a faccia con lui mi fece venire la nausea.

Non importava quando trucco mettessi, i grossi lividi erano comunque visibili. Non avevo la più pallida idea di come fare a nascondere la ferita in mostra sul mio labbro; non credo che il cosmetico che desideravo in quel momento fosse già stato inventato. I miei occhi erano leggermente gonfi a causa dei lunghi pianti in cui ero esploso quando avevo provato a dormire.
Ero un completo disastro.

Mi diedi un'altra dolorosa occhiata allo specchio prima di afferrare la giacca. Mia madre era rimasta inaspettatamente calma nonostante le ferite su tutto il mio corpo. Avevo come la sensazione che io fossi, in parte, il motivo per cui aveva deciso di diventare un'infermiera. Quando ero piccolo, non passavano più di un paio di giorni senza che mi sbucciassi le ginocchia o che mi provocassi qualche taglio. Andavo sempre a sbattere in qualunque tipo di oggetto, quindi quando mi chiese come mi ero fatto male la scusa di aver colpito una porta fu più che credibile.

I miei pensieri tornarono al presente quando uno dei passeggeri premette il pulsante per richiedere all'autista di accostare alla fermata. Mi sentii subito male quando riconobbi quella strada familiare. Mi alzai dal mio posto, cercando di non toccare con le braccia doloranti le altre persone costrette a rimanere in piedi nel mezzo affollato.

Ringraziai l'autista, inciampando fuori dal bus e ritrovandomi sul marciapiede. Per quanto volessi rimandare il più possibile il momento in cui mi sarei ritrovato faccia a faccia con Zayn, la notte incombeva e non avevo alcuna intenzione di stare da solo una volta calato il buio; l'immagine dell'uomo inferocito invase con forza la mia mente, incoraggiandomi a camminare più velocemente.

Sapevo che mi stava aspettando.
I miei piedi non volevano salire gli scalini che portavano all'appartamento di Zayn. Mi sorressi la mano mentre la sollevavo per bussare sul legno scuro della porta principale. Sentii i suoi passi qualche secondo dopo mentre camminava verso la grossa barriera tra di noi per aprirla. Rimase in silenzio, osservandomi prima di far cadere lo sguardo e spostarsi di lato, permettendomi di entrare. Mi diede la schiena mentre chiudeva la porta. Rimasi immobile, trattenendo il respiro quando sospirò profondamente, quasi come se si stesse preparando per guardarmi in faccia. Quando finalmente lo fece, non fu difficile notare la tristezza nei suoi occhi gelidi che si spostavano sul mio viso. Le sue labbra piene erano più pallide rispetto al solito colorito roseo che le abbelliva. Vidi la sua testa inclinarsi leggermente mentre mi osservava più attentamente. Il suo sguardo indagatore mostrò una tristezza anche maggiore, le punte delle sue dita lunghe piegarono delicatamente il mio mento verso l'alto.

Era così tranquillo. Eccessivamente tranquillo. Odiavo questa cosa.

"Cos'è successo al tuo viso?" Zayn quasi sussurrò. Quella era l'inevitabile domanda che avevo pregato non lasciasse mai le sue labbra. "Hai cercato di coprirlo." Il suo pollice sfiorò il segno scuro che avevo provato a nascondere.

Provai a voltarmi mentre trasalivo, ma la presa di Zayn non me lo permise. Il suo tocco sfiorò attentamente il mio labbro inferiore.

"Non devi preoccuparti. Sono caduto...è stato un incidente." Mi sforzai di dire.

Trovai difficile riuscire a sostenere il suo sguardo penetrante. I suoi occhi mi tenevano in trappola, il colore cominciò a diventare più intenso. Le sue sopracciglia si erano unite in un profondo cipiglio, la mascella si era tesa alle mie parole. Rabbia.

Sentii le mie mani iniziare a tremare quando il suo tocco scivolò via dal mio viso, il corpo di Zayn divenne più vicino. Il mio respiro era irregolare. Morbide labbra sfiorarono il mio collo prima di spostarsi sul mio orecchio, i nostri petti si toccavano.

"Non pensi davvero che io sia così ingenuo da credere a questa stronzata, giusto?" Sussurrò.

Le mie labbra si dischiusero, gli occhi si spalancarono.
Zayn sapeva.
La sua presenza imponente indietreggiò leggermente dal mio spazio. L'altezza di Zayn contribuiva a dargli un aspetto intimidatorio.

"Non so se mi fa arrabbiare di più il fatto che tu non me l'abbia detto...o da chi l'ho dovuto sapere." Zayn fece una smorfia.

Le sue parole martellavano nella mia mente, rendendomi difficile riuscire a ritrovare la voce. Non sapevo cosa rispondere, la mia bocca secca si aprì solo per richiudersi qualche secondo dopo.

"Liam, tu sei stato attaccato." La voce di Zayn fece eco. "Ti ha picchiato, cazzo!"

Il suo improvviso aumento del tono di voce mi fece sobbalzare, spingendo le lacrime a scendere lungo le mie guance mentre singhiozzavo. Eravamo ancora fermi nell'ingresso, uno spazio in cui più volte erano stati scambiati baci fugaci quando Zayn mi aveva salutato, trascinandomi poi all'interno del suo appartamento. Ma quelle immagini sembravano così distanti mentre guardavo il ragazzo che bloccava la porta.

"Sai chi me l'ha detto?"

Rimasi in silenzio mentre l'oscurità negli occhi di Zayn cominciava ad espandersi, consumando il bel marrone. Era spaventoso quanto velocemente riuscisse a trasformare carezze delicate in parole accusatorie.

"Quel figlio di puttana che lavora con te, Dan." Disse bruscamente.

A quell'informazione realizzai che Zayn non aveva mai parlato con Poppy, quindi doveva per forza essere stato Dan. Trasalii quando la sua grossa figura mi superò sfiorandomi. Lo seguii velocemente prima di bloccarmi sulla soglia che costituiva il confine con la cucina. Lui era accanto al lavandino, la testa china, i muscoli della sua schiena contratti al di sotto della sua maglietta mentre teneva stretto il bancone.

"Ho bisogno di un altro drink." Mormorò Zayn tra sé e sé.

Ebbi un tuffo al cuore quando si voltò verso la bottiglia di vodka al suo fianco. Lo vidi svuotare quel poco che era rimasto nel bicchiere, prima di riempirlo con altro liquido chiaro.
Il mio cuore stava battendo all'impazzata.
L'unica volta in cui avevo visto Zayn ubriaco ero stato costretto a prendermi cura di lui, pulendo le ferite che si era procurato da una lotta. Ma stavolta era diverso, era pieno di rabbia, e questo mi spaventava.

Quando poggiò bruscamente il bicchiere di lato feci qualche passo indietro. Si voltò velocemente, fissando i suoi occhi nei miei mentre mi veniva incontro. Non sapevo cos'altro fare... per questo corsi.

Le mie gambe mi trascinarono velocemente lungo il corridoio verso la sua camera da letto. Mi stava gridando contro. Chiusi bruscamente la porta, andando in panico al suono dei suoi passi pesanti. Delle lacrime scorrevano lungo le mie guance mentre mi precipitavo verso il bagno, chiudendo velocemente la barriera di legno tra me e la furiosa, ubriaca, figura angelica.

Passò qualche secondo prima che sentissi i colpi dei pugni di Zayn contro la porta chiusa a chiave. Sembrarono diventare sempre più insistenti mentre sfogava la sua rabbia contro il legno. Mi portai una mano sulla bocca per mascherare i singhiozzi.

"Liam, apri la porta."

Sapevo che la barriera non avrebbe retto ancora per molto, il mio corpo scivolò lentamente via dalla voce di Zayn. Ero pietrificato quando entrai nella vasca da bagno, rannicchiandomi con le ginocchia strette al petto. Strinsi tra le dita la tenda della doccia, tirandola delicatamente lungo la sbarra nel tentativo di bloccare tutta quella rabbia rivolta verso di me.
Non si sarebbe fermato.
Allungai la mano dietro di me, girando la manopola della doccia. L'acqua era fredda, schizzava sulla mia pelle e bagnava i miei vestiti, raggiungendo infine la temperatura calda che desideravo.
Volevo bloccare la sua voce.

"Liam?" Il tono di Zayn era interrogativo.

Mi concedette solo pochi momenti di pace.

"Liam, apri questa fottuta porta!" Zayn tuonò.

Quella fu l'ultima volta che parlò prima che aprisse la porta con tutta la forza concentrata nella sua spalla. La tenda fu tirata via, il mio corpo cercò di diventare quanto più piccolo possibile. Rischiai, alzando lo sguardo verso il mio ragazzo. Lui mi guardava, le labbra piene erano dischiuse. La maglietta di Zayn fu trascinata su, oltre la sua testa, finendo dimenticata sul pavimento. Sussultai quando delle grandi mani mi spostarono cautamente in avanti. Fui stretto tra le sue braccia forti, seduto tra le sue gambe separate, contro il suo petto nudo. Non riuscii a non sorprendermi quando la sua testa si poggiò sulla mia spalla.

"Sono ancora arrabbiato con te." Disse Zayn silenziosamente.

"Lo so." Dissi in un sospiro.

Rimanemmo seduti sotto l'acqua per quelle che sembrarono ore. Durante il nostro silenzio, c'era una domanda che si ripeteva ancora e ancora nella mia mente prima di scappare in un sussurro.

"Cosa farai?"

Lui meditò sulla risposta.

"Non lo so ancora." Ammise.

"T-ti prego non.."

Le mie parole si bloccarono bruscamente nel momento in cui Zayn strinse di più le braccia intorno a me, tenendomi fin troppo stretto più per la rabbia che non per affetto.

"Tu non decidi niente." Affermò duramente. "Non mi dici tu cosa fare."

Singhiozzai silenziosamente alle sue parole che non avevano nulla di confortante. Quando non risposi lui mi scosse.

"Hai capito?" Mi chiese Zayn con foga.

"S-si, si." Dichiarai.

L'acqua fu chiusa, Zayn mi fece alzare. Mi strinse la mano, aiutandomi ad uscire dalla vasca per ritrovarmi in piedi di fronte a lui. Lo guardai afferrare un asciugamano, scompigliandosi i capelli con quel soffice materiale per togliere l'acqua rimasta. Delle goccioline scesero lungo il suo torace, infilandosi tra i muscoli tesi. Mi porse l'asciugamano, che afferrai mentre lui rimase ad osservarmi per un secondo prima che delle lunghe dita armeggiassero con il bottone dei miei jeans bagnati. L'irritazione di Zayn venne espressa in un grugnito quando mi allontanai. Gridai quando mi strinse gli avambracci, premendo involontariamente le dita nella mia pelle ferita.

Spinse via la mia giacca bagnata dalle spalle. L'indumento aveva appena toccato il pavimento quando le dita di Zayn tirarono la mia maglia verso l'alto per sfilarla. Mi afferrò i polsi, alzandomi delicatamente le braccia. Zayn si prese il labbro inferiore tra i denti quando vide i lividi scuri. I suoi occhi si chiusero per il dolore mentre si chinava per slacciarmi le scarpe. Rimasi completamente immobile, a piedi nudi quando Zayn provò per la seconda volta a togliermi il jeans.

Non mi opposi mentre mi spogliava, lasciando il mio corpo freddo e bagnato. I brividi continuarono quando fece finire i miei boxer intorno alle caviglie. Mi ritrovai nudo prima di lui. Gli occhi di Zayn si spostarono freddi su e giù lungo il mio corpo mentre si sbottonava la cintura. Questa tintinnò, delle dita armeggiarono con il bottone e la cintura prima di spingere i jeans giù lungo le gambe. I suoi boxer li seguirono qualche secondo dopo. Si strinse un asciugamano intorno al bacino, poi semplicemente se ne andò. Mi lasciò nel bagno, con i brividi e le braccia strette intorno al mio corpo mentre piangevo.

Quando entrai nella camera di Zayn, lui si stava infilando i pantaloncini per coprire i boxer neri che aveva indossato. Lo vidi mettersi sul letto, i suoi occhi cercarono i miei mentre tenevo ben stretto l'asciugamano. Il suo sguardo era privo di emozioni, mi seguiva mentre camminavo verso il comò. Mi sentii vuoto vedendo Zayn chiudersi in sé stesso. Non c'era più nulla del ragazzo che invadeva i miei pensieri in ogni secondo della giornata.

Singhiozzai, lasciando andare l'asciugamano e infilando una delle sue maglie. Le mie dita afferrarono un paio di boxer, tirandoli su lungo le gambe. Mi voltai per vedere Zayn sollevato sui gomiti, facendo scivolare la mano sotto le coperte per tirarle indietro. Un briciolo di speranza nascosta si fece spazio dentro di me mentre camminavo esitante verso il letto. M'infilai sotto le coperte fredde, sobbalzando leggermente quando Zayn m'incoraggiò ad avvicinarmi.

"Tienimi al caldo."

Le sue parole furono una pugnalata al cuore. Erano fredde e prive di emozione. Piansi mentre lui mi riposizionava a seconda dei suoi bisogni, tirando il mio corpo al suo fianco mentre diventavo nulla di più che una fonte di calore per lui. Poggiai la testa sul suo petto, lasciando che le lacrime gocciolassero sulla sua pelle. Lui non fece nulla per consolarmi.

Non so per quanto tempo rimasi così, esausto per la mancanza di sonno che mi era stato negato nei giorni precedenti. La persona che avevo sperato potesse consolarmi mi aveva invece completamente ignorato. Mi aggiustai cautamente, guardando in alto verso il bellissimo ragazzo. Normalmente non lasciava la lampada accesa, preferendo addormentarsi nel buio totale, ma quella volta un angolo della stanza era ancora illuminato. Zayn sapeva che ero ancora spaventato da ciò che era successo quando lui non aveva avuto il controllo della situazione. Il nero scuro della stanza mi avrebbe fatto andare in panico. Magari aveva lasciato la luce accesa per me.

Gli occhi di Zayn erano chiusi, delle lunghe ciglia sfioravano le sue guance quando il mio tocco scivolò leggermente sul suo petto. Tracciai con le punte delle dita le sue clavicole prominenti. Sfiorai appena i suoi morbidi capelli prima che mi stringesse il polso con una grande mano, allontanando la mia.

"Ti prego, Zayn." Gemetti.

I nostri corpi erano a contatto ma non mi avrebbe permesso di toccarlo, non del tutto.

Tremai mentre aspettavo qualunque tipo di segnale da parte sua, qualunque cosa che mi facesse capire che non ero completamente solo.

"L'ho fatto per te." Sussurrai.

I miei occhi si chiusero quando mi arresi, poggiando la testa sul petto di Zayn e sperando di essere portato via dal mio stato di coscienza. Quando sprofondai in un sonno profondo, il delicato tocco di dita intrecciate era solo un sogno.




N/A:
Liam vuole proteggere Zayn e Zayn vuole proteggere Liam. 
Io prevedo soltanto guai.
(Scusatemi per eventuali errori, ma non ho avuto tempo per rileggere.)
E' così divertente leggere i vostri commenti! Alcuni sono tanto dolci e altri troppo divertenti, continuate così ;)
A presto xx