45.

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ZAYN'S POV

Sentivo un leggera sensazione di freddo sulla pelle, non percepivo più il calore di un secondo corpo sdraiato a letto accanto al mio. Ancora assonnato, tastai le coperte intorno a me, aspettandomi di trovare Liam. Quando l'unica cosa che trovai fu il vuoto, il ricordo degli eventi della sera precedente mi travolse.
L'alcool, le grida, la paura e i lividi sul viso del mio ragazzo.
Mi tirai su, strizzando gli occhi per la luce che si infiltrava nella stanza dalla fessura tra le tende. Il cuore mi batteva forte, il mio sguardo guizzò per la stanza nel tentativo di scovarlo. Tirai via il piumino, mi alzai dal letto incespicando e mi precipitai verso la porta del bagno.

Mi pentii di avergli urlato contro, mi pentii di averlo spaventato.

Le mie nocche entrarono in contatto con il legno; lasciai passare solo qualche secondo prima di spalancare la porta, disperato.
Dove diavolo era? Non sarebbe mai andato via così.

Il giorno prima ero arrabbiato e ubriaco, in più non riuscivo a comprendere le motivazioni che avevano spinto Liam a non informarmi della "visita" che aveva ricevuto al lavoro.
Come avrei fatto a tenerlo al sicuro se non mi diceva niente?
Nel momento esatto in cui l'avevo guardato in viso la sera prima, avevo capito che ciò che mi aveva detto Dan era la verità. Quel bastardo arrogante quasi provò piacere nel riferirmi che era stato lui ad accorrere in aiuto di Liam. Non avevo alcuna voglia di soffermarmi sul pensiero di cosa sarebbe potuto succedere se non l'avesse fatto.

Mi scostai i capelli dalla fronte, procedendo a passo deciso lungo il corridoio diretto verso la cucina, sperando di trovare Liam.
Ma niente. Mi spostai fino alla porta aperta del soggiorno. Mi ci appoggiai, dando un'occhiata all'interno. Stava seduto sul davanzale della finestra, con le ginocchia raggomitolate al petto, mentre osservava attraverso il vetro il mondo che andava per la sua strada. Stringeva tra le mani una tazza che si portò alle labbra, sorseggiando la bevanda all'interno.

Liam si accorse di me; girò la testa di scatto, angosciato. Il suo viso sembrava ancora dolorante: il taglio sul labbro, i lividi sulla mascella.
Il mio bellissimo ragazzo era a pezzi.

"Ti ho fatto un...un tè." Balbettò, scuotendo la testa.

Mi concentrai sul suo aspetto, riconoscendo la camicia a quadri che indossava: era mia.

"Però probabilmente adesso è freddo." Continuò Liam. "I-io non volevo svegliarti."

Quando rimasi in silenzio prese a giocherellare ansiosamente con il polsino della camicia. Tutto quello che volevo fare era coccolarlo, ma per qualche motivo non riuscivo ad impormi di muovermi verso di lui. La sera precedente l'avevo sentito piangere per una quantità di tempo insostenibile, le sue lacrime mi bagnavano il petto mentre singhiozzava. Ma non c'era nulla che potessi fare.
Il comportamento di Liam era sempre imprevedibile, non mi sarei mai aspettato ciò che aveva fatto.
Perché non me lo aveva detto?

"Grazie." Dissi con calma.

***

LIAM'S POV

La situazione stava diventando ridicola.
Erano passati due giorni dal nostro ultimo incontro. Pensai che Zayn volesse prendersi una pausa, dato che i suoi rapporti con me si erano ridotti al minimo indispensabile. Quindi dire che rimasi sorpreso quando il giorno successivo vidi la sua auto che mi aspettava fuori dal negozio dove lavoravo sarebbe un eufemismo. Tornammo a casa sua in silenzio; sapevo che voleva ancora vigilare su di me.

Dan non era venuto a lavoro, confermando i miei sospetti; era troppo codardo per affrontarmi. Mi aveva pugnalato alle spalle raccontando a Zayn tutto quello che era successo, contro la mia volontà. Non volevo più averci niente a che fare, avevo già abbastanza problemi con il mio ragazzo che trovava difficile persino guardarmi negli occhi.
Ero stanco del comportamento immaturo di Zayn.
Sì, gli avevo nascosto qualcosa, ma tutto questo era stupido. Mi teneva al sicuro rinchiuso nel suo appartamento, ma non riusciva a trovare il coraggio per parlarmi da persona civile. Così decisi di prendere in mano la situazione, non mi avrebbe ignorato ancora per molto. E non mi interessava se tutto sarebbe sfociato in un inevitabile litigio; avrei fatto qualunque cosa pur di non passare un altro giorno a girare intorno all'argomento senza affrontarlo direttamente.

Indugiai davanti alla porta della cucina, con la schiena appoggiata al muro del corridoio. Quando Zayn mi si presentò davanti, mi spostai rapidamente dalla mia posizione e mi misi in piedi con fare risoluto davanti alla sua figura incombente. Feci i suoi stessi movimenti mentre si spostava da un lato cercando di passarmi oltre, sbarrandogli la strada ancora una volta. La mascella era tesa, le sopracciglia aggrottate; il suo viso si rabbuiò.
Era arrabbiato.
La sua sagoma imponente faceva ombra su di me; mi fissò con occhi penetranti. Sapevo che Zayn stava cercando di intimidirmi, ma scacciai dalla mente simili pensieri.

"Parlami."

Vidi il suo sguardo vacillare per un secondo; chiaramente non si aspettava un ordine così perentorio da parte mia. Zayn si ricompose in fretta, ritirandosi nuovamente nella sua corazza.

"Spostati...o ti sposto io." Minacciò la.

Perché era così freddo?

"Non così." Mi accigliai.

Capii quello che stava cercando di fare quando mi afferrò in vita. Ma non ebbe successo, mi lasciò quasi subito mentre mi dibattevo nella sua stretta. Incespicai leggermente all'indietro prima di coprire la distanza che ci separava; mi aggrappai alle sue spalle e spinsi via Zayn con tutte le mie forze.

"Basta!" Piansi. "Smettila, non sono un bambino che puoi trattare come ti pare e poi ignorare quando te ne stanchi."

Il mio petto si alzava e abbassava con un ritmo irregolare. Ma Zayn non ci fece caso; strizzai gli occhi quando mi passò accanto sfiorandomi, dandomi un lieve colpetto sulla spalla. Sentivo crescere la sua irritazione mentre lo seguivo in salotto. Zayn si sedette sul divano. Lo guardai incredulo prendere il telecomando dal tavolino accendere la TV. Cambiò il canale più volte, prima di sintonizzarsi su una partita di calcio.
Mi stava prendendo in giro?

"Zayn."

Aggrottò ancora di più le sopracciglia, fissando impassibile lo schermo. Mi misi in piedi di fronte al dispositivo che catturava il suo sguardo.
  
"Spostati subito." Zayn mi guardò furiosamente.

"Non mi interessa." Replicai duramente.
  
Il rumore della TV mi stava facendo perdere la pazienza; aspettai che Zayn reagisse in qualche modo.

Il suo sguardo gelido mi fece venire i brividi; alla fine mi girai e spensi la televisione, mettendo fine alla fastidiosa distrazione.

"Parlami."

"Perché non mi hai detto niente?!" Sbottò Zayn con tono severo.

Sentii il mio cuore sobbalzare per l'urlo improvviso, non ero preparato a quella domanda inaspettata.

"Perché volevo proteggerti! Volevo tenerti io al sicuro, per una volta. Ha detto che ti avrebbe ucciso se l'avessi riferito a qualcuno!"

Il mio corpo mi tradiva, le lacrime cominciarono a scorrere; ma le asciugai frettolosamente. Quando Zayn si alzò, feci un passo indietro, spaventato, sbattendo contro il mobile della TV. Non riuscivo a capire come potesse diventare così terrorizzante quando voleva.

"So badare a me stesso, questo dovrebbe bastarti!" Gridò con voce tagliente.

Piansi ancora, la situazione stava peggiorando.
Come poteva farmi una cosa simile? Sapevo cavarmela perfettamente da solo prima che arrivasse lui. Zayn poteva essere così testardo, a volte.

"Non te l'ho detto perché non avrei potuto sopportare che ti succedesse qualcosa!" Urlai.
"Per l'amor del cielo, Zayn, è perché TI AMO!"

Le parole mi sfuggirono di bocca prima che avessi la possibilità di pensare alle conseguenze. Gli occhi di Zayn erano spalancati, dischiuse le labbra mentre mi fissava dall'altra parte della stanza.
Il silenzio era assordante, il mio labbro inferiore tremava.
Avevo un groppo in gola, deglutii e sfrecciai verso la porta in preda al panico. Percorsi il corridoio in fretta. Zayn mi raggiunse vicino alla porta, cercando di articolare una frase di senso compiuto.
Lo battei sul tempo.

"V-vado a casa." Balbettai a voce bassa.

Mi avviai goffamente lungo il corridoio; fu solo allora che Zayn riuscì a parlare.

"Liam."

Maledissi il modo in cui la sua voce roca risuonò dietro di me. Strattonai disperatamente la porta, che si aprì solo in parte. Fissai angosciato la catenella argentata che mi ostacolava. Mentre le lacrime scorrevano sulle mie guance, chiusi violentemente la porta e armeggiai con la catenella, spostandola da un lato per permettermi di uscire.

Chiusi bruscamente la porta dietro di me, mettendo una barriera tra me e Zayn. Riuscii a scendere solo il primo gradino prima di cominciare a singhiozzare in modo incontrollabile, fui costretto a sedermi.
Che diavolo era appena successo?
Avevo confessato il mio amore per Zayn e poi ero fuggito.
Non riuscivo a mettere ordine tra i miei pensieri, la mia mente era troppo confusa, non mi permetteva di pensare con chiarezza.
L'unica domanda che mi torturava era: perché non aveva risposto che anche lui mi amava?
Il rumore del chiavistello mi riportò bruscamente al presente, asciugai con le dita i segni evidenti del mio turbamento. Volsi lo sguardo all'indietro e vidi Zayn che mi fissava in preda alla disperazione. Mi rimisi in piedi mentre veniva verso di me. Costrinsi le mie gambe a collaborare, allontanandomi dall'appartamento.

"Liam!" Urlò Zayn. "Liam, aspetta!"

E per la seconda volta nel giro di pochi giorni, corsi via da lui.

Dark » ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora