Capitolo 9.

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9. 
   Mi svegliò quel lento piacere che sentivo accarezzarmi tra le gambe. Inizialmente non ci feci troppo caso, pensai di essere stordita dalla dormita che mi ero concessa nel pomeriggio anche se a guardare casa  dovevo aver dormito più di quei trenta minuti che mi ero programmata. Con gli occhi semi aperti e ancora mezza intontita provai a risistemarmi sul letto,ma mi fu impedito...  «Dove pensi di andare bambolina?»  Alzai le lenzuola e lo vidi cinto alla mia gamba destra e con la testa tra le gambe. Notò lo scostamento del tessuto,alzò il capo « Sei proprio deliziosa!»  Non ce la feci a rispondere, il suo "smanettare" li giù era così piacevole che non ebbi la forza di contrastarlo. Mi ristesi sul letto, ovviamente sentì un ghigno soddisfazione dall'altra parte. Non provai rammarico per quel capriccio che gli stavo concedendo, infondo ero in terapia. Mi godevo il mio benessere, ma allo stesso modo cercai di inquadrare la situazione.  Si era cinto alla gamba destra con il braccio sinistro e con la stessa mano mi teneva aperta l'intimità, mentre la punta della lingua piano mi assaporava per tutta la "lunghezza" soffermandosi più tempo all'apice per la stimolazione del clitoride. Devo ammettere però che nel vedere il suo capo salir e scendere capì infondo gli uomini quale gusto ci provassero nel veder la donna far lo stesso servizietto. Li imitai.    Misi una mano tra le lenzuola, presi il suo ciuffo ribelle e iniziai a spingerlo su e giù, facendo una leggere pressione sul suo capo quando riusciva a stimolare non so quale terminazione nervosa che riusciva a farmi impazzire. I giochi non erano finiti lì.    « Vedo che ti piace...»    E così infilò un dito o forse due, non ebbi il tempo di analizzare più di tanto che iniziò a spingere.  Continuò così per un tempo che sembrava infinito: dove mentre la lingua si degustava la mia perla, la sua mano non smetteva di battere. Percepivo solo piacere, tanto , che si accumulava nel mio addome e che a breve sarebbe scoppiato lì su di lui, perchè ci ero arrivata, era questo quello che voleva,ma inevitabilmente c'era solo una cosa a cui riuscivo a pensare...il suo cazzo!  Pensavo a quando si sarebbe tolto quel poco che lo copriva e mi avrebbe penetrato.  Pensavo che se una mano potesse farmi ciò allora come avrei potuto reagire a quello?  Pensavo che lo volevo, lo desideravo!  Ardevo nell'essere presa con prepotenza ed essere scopata fino all'ultima goccia di desiderio che mi sarebbe fuoriuscita, perchè la sentivo, la mia intimità stava "grondando" di piacere!  Arrivò poi il momento.    Sotto le sue spinte sentivo il addome e la mia vulva contrarsi, sentivo le terminazione clitoride essere andate in corto circuito e successe.    Il mio primo orgasmo.  Piano si fece strada tra le coperte, accarezzandomi e lasciando un leggere bacio su ogni centimetro di me dove passava.  « Sei davvero dolce bambolina» disse leccandosi il labbro superiore con la punta della lingua.  Restai incantata dal suo ciuffo scomposto e dal suo sguardo così sexy.    «Sei rimasta senza parole eh? Hai perso tanti zuccheri bambolina – tenero sfiorò il mio pancino – ho comprato della Nutella per rimetterti in sesto. Sei libera di decidere il modo in cui utilizzarla»  Non vi nego che il primo pensiero fu quello di un triplo toast a fornetto stracolmo di Nutella, ma lo accantonai.    Per la seconda volta in quella giornata presi una decisione tipica della nuova me: lo guardai nel modo più sensuale che i miei occhi conoscessero, piano sollevai le lenzuola e pronta a saltargli addosso e a ricambiare il favore caddi.  Caddi come corpo morto cadde e al mio risveglio ero sola a terra, caduta dal divano del soggiorno con uno slip fracido. Chi l'ha detto che solo gli uomini arrivano nei sogni?  Turbata o forse più che altro delusa della realtà scioccante, mi girai a guardare l'orologio appeso sulla parete della cucina.    Ore 18,30.  Adam sarebbe arrivato un'ora e mezza dopo ed io avevo ancora casa sporca, cena non programmata, camera da letto in subbuglio e gli slip fradici del sonno. Ah se solo Agata avesse saputo che il mio primo orgasmo l'ho avuto nel sonno, sarebbe morta dalle risate e poi io avrei seppellito il suo cadavere ovviamente.    Iniziai così a risistemare casa partendo proprio dal mio soporifero divano.  Mentre il mio pavimento mi vedeva percorrere avanti e indietro la sua intera area instancabilmente con la speranza forse di aprire un fossato da poterlo riempire coccodrilli da antifurto, non riuscivo a far altro che pensare al mio sogno e a come vuoi il mio subconscio malato, vuoi l'ansia da prestazione avessero realizzato tutto ciò.    Di certo se avessi continuato di questo passo ne avrei potuto scrivere un libro o meglio ancora ne avrei girato un film. Sarei diventata il nuovo Alex Braun e la mia fama sicuramente avrebbe richiamato l'oltreoceano dove su una passerella da red carpet avrei incontrato qualche milionario strafigo che avrebbe peso dalle mie labbra, che poi beh avrei avuto due paia di labbra ai quali gli uomini sarebbe cascati,  e così sarei diventata ricca, ammirata, desiderata e regista porno!    Ecco, il mio subconscio aveva deciso che quello doveva essere il mio nuovo sogno nel cassetto o meglio nel mio armadio insieme a scheletri e fantasmi che ogni tanto si organizzavano da soli una Halloween party nel quale io avevo sempre il ruolo di guastafeste.    La realtà era che se non per dato di fatto, ma mi sentivo una verginella che ha un appuntamento programmato con la sua prima volta e che era entrata nell'ottica delle pubblicità dove "l'attesa stessa fosse il piacere". Che poveraccia!  Ore 19,15.  Casa era sistemata e dal frigo e scaffali poteva solo uscirne un primo piatto a base di panna e funghi ed una costoletta per secondo, sempre se la cena fosse contemplata nel programma della serata di Adam.  Adesso toccava alla sottoscritta prepararsi.  Corsi in bagno a farmi una doccia e mentre ero lì ricontrollai se della cera di qualche settimana prima ne era fuoriuscito da ogni singolo centimetro del mio corpo, qualche pelo gladiatore che aveva affrontato l'epidermide e raggiunto la superfice .  No, fortunatamente almeno i peli ero stati sterminati e  non avevano intenzione di nascere, almeno non per ora.    Uscita dal box feci una rapida ispezione degli scaffali in cerca di qualche crema corpo: fragola, vaniglia, frutti di bosco, cocco, cioccolato o semplice crema allo zinco oppure creme corpo di pseudo profumi che avevo acquistato. Scelsi quella al cocco, così a ispirazione del momento.    Passai in rassegna l'armadio per la ricerca del completo intimo. Non avevo niente!  Tutti completi sportivi, comodi, da nonna, pieni di fiori, farfalle, quadrettini...altri pochi minuti e sarei caduta in esaurimento nervoso.    Maledetta ansia da prestazione!  Poi come in ogni favola che si rispetti, la sorpresa.  Quella poco di buono della bionda aveva messo in una sottotasca della valigia, che giaceva ancora lì in attesa di avere l'approvazione al deposito, una bustina.  "AMMAZZA IL LUPO" c'era scritto, l'aprì.  Un babydoll di pizzo nero con abbinati slip e la chiave della mia salvezza!  Lo indossai e mi misi davanti allo specchio: capello selvaggio, intimo appropriato, corpo profumato mi sentivo una vera Brook Logan e proprio come lei nascosi tutto quello spettacolo in un anonimo jeans e maglietta e mi diedi una truccata veloce.  Ore 19,45.  Tra pochi minuti sarebbe iniziata la mia avventura eppure c'era qualcosa che mi frenava.    La mia coscienza lo sapeva, si sentiva sporca.    Dovetti fare una telefonata.  Chiamai Robert, avevo anche quella situazione da risolvere.  « Hey ciao tutto bene? Non so se ti ricordi di me sono Morena, ci siamo visti per quell'appuntamento al buio»  «Certo che mi ricordo di te!»  «Scusa se non mi sono fatta sentire è solo che sto risolvendo certe situazioni e non ho proprio tempo!»  «Ma certo non preoccuparti, tua sorella mi ha telefonato qualche giorno fa e mi ha spiegato qualcosina...» panico!    «Ah...e cosa ti avrebbe detto?»  «Che sei impegnata con gli esami all'università e che per il momento non possiamo vederci spesso.»  «Eh...»    «Ad essere sincero sono stato io a chiamare tua sorella perchè ho visto che non rispondevi a nessuna delle mie email e mi sono un po' preoccupato.»    «Scusami davvero, ma anche se non possiamo vederci se ti va potremo continuare a sentirci. Le mail non le apro molto spesso quindi se ti va mi contatti sul mio numero ok? Ora devo staccare, ci sentiamo appena puoi...»  «Perfetto, a presto allora!»  Esattamente una telefonata di 2,30 minuti ed io cosa avevo capito? Che mi piaceva sempre di più!  I suoi modi di fare, le sue preoccupazioni, il suo pensare a me...adoravo tutto, ma dovevo restare con i piedi per terra.  Io e Robert non stavamo insieme, quindi io potevo farmi "aiutare", non era tradimento, non dovevo sentirmi una troietta, lui sicuramente non aspetterà me quindi fin quando non risolvo i miei problemi non avrò l'esclusiva su di lui.    Così la mia coscienza aveva risolto ed archiviato il caso. Ed io? Nel dubbio l'assecondo.    Ore 19,49.  Diedi gli ultimi ritocchi alla casa.  Profumo per ambienti, luci soffuse, cena sul fuoco e...  Ore 20,00 il campanello suonò.


#spazioautore

Un pò in anticipo rispetto al previsto, ma vabbhe penso che non vi dispiaccia >.<

Come al solito la scrittura è sempre una valvola di sfogo, ero un pò giù e voilà...ecco il capitolo ahahahahahahah 

Probabilmente adesso vorreste uccidermi per come ho concluso, quindi mi inginocchio e chiedo pietà ahahahahahahahah

Per il resto che dire? Augurandomi che l'ispirazione del prossimo capitolo sarà più serena rispetto a quella di oggi. 

Commentatemi il cap...aggiungete la "stelletella" e niente vi auguro buona lettura :*

xOxO <3

Un maestro da lettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora